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8 oeuvres 108 utilisateurs 4 critiques

Œuvres de Luca Rastello

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male
Nationalité
Italy

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Easy enough to read and quite entertaining. I do not recommend any of the techniques described in this book! I would have given it four starts but for the inclusion of one chapter detailing the sordid exploits of one individual, which had very little to do with the subject of the book.
 
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ndpmcIntosh | 1 autre critique | Mar 21, 2016 |
Interessante. Ma se è un viaggio lungo il Corridoio % da Lisbona (Algeciras) a Kiev, ovvero circa 4.000 km di binari, perchè il 50& del libro si concentra sui circa 500 km in territorio italiano? E' quasi un' inchiesta sulla TAV nord-italiana con appendici estere.
 
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gmg61 | Jun 20, 2013 |
Apart from being fascinating, well-written and VERY informative, this book has an incredibly enticing title that stopped me in my tracks when I saw it in a library display. (I wonder what it would be like carrying this book around an airport, or on the dashboard of your car at a border crossing. Heheh.) Reading this book will make you feel awfully cynical, though.
 
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meggyweg | 1 autre critique | May 15, 2011 |
"Viene, la mattina del 15 febbraio. Con un servizio d'ordine di operai veri, nervosi, giganti. C'è calca, elettricità, emozioni, gente che piange mentre quello parla della sua democrazia da fatica, atterrato là in mezzo con la sua enorme astronave, e il mito operaio, il mito di tutti, che ti cala sul collo e ti spezza le vertebre. Gli altoparlanti rombano talmente forte che anche se gli studenti volessero ascoltare quel padre enorme che urla, non riuscirebbero: è il rumore che conta, il muro di suono che indica, oltre sé stesso, un principio d'ordine. Grandi operai con la tuta si staccano dal grande servizio d'ordine, hanno pennelli e secchi di vernice bianca e coprone le scritte nei corridoi, nei cessi, sui muri esterni, i graffiti colorati che avevano trasformato in conversazione le pareti di quel santuario, e mentre quelli verniciavano via Lama dice che bisogna salvare le università come gli opeari del 43 salvarono le fabbriche, ehi mi stai dando del nazisa, piove e tanti se ne fregano, fanno rumore per coprire il rombo degli altoparlanti, gli indiani metropolitani con la biacca sulle guance e scuri di gommapiuma cantano come un mantra, le voci salgono, "Lama non Lama non Lama più nessuno", tornate in Tibet, poi "più lavoro meno salario", "è ora è ora le briglie a chi lavora"."

Scrittura splendida, romanzo che prende alla gola e ti trascina via, come in un vortice. Il romanzo definitivo sugli anni 70 c'è: è questo.
… (plus d'informations)
 
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pecs | Jun 21, 2008 |

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