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Fragments. Une enfance, 1939-1948 (1995) — Traducteur, quelques éditions257 exemplaires

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I nemici sono gli "altri" è il titolo del convegno sull'Olocausto che il Comune di Rimini, nel febbraio 1999, ha promosso per informare e sensibilizzare i giovani ed il mondo della scuola. Sulla Shoah, sui campi di sterminio, sul nazismo non manca certo la documentazione sia sul piano storico e memorialistico, sia sul piano rappresentativo in letteratura, a teatro, nella fiction. Eppure accade spesso che i grandi studi specialistici non arrivino al grande pubblico, le testimonianze dei sopravvissuti non coinvolgano più di tanto e le drammatizzazioni trasmettano solo visioni parziali o fantasiose degli eventi. Cosa conosce esattamente l'opinione comune dello sterminio? Cosa apprendono i giovani a scuola e come affrontano l'approccio a questi argomenti? Un questionario effettuato su centinaia di studenti delle scuole medie superiori della Provincia di Rimini ha dato risultati meritevoli di una riflessione e di un approfondimento. Per informare i giovani ed il mondo della scuola, con l'intento di riattualizzare lo studio dello sterminio e dell'esperienza concentrazionaria, il convegno riminese ha scelto un approccio suggestivo come quello della diversità. Per il Terzo Reich gli "altri" erano tutti nemici da combattere e "i diversi" erano tutti coloro che venivano ritenuti indegni di vivere. Il piano di sterminio nazista coinvolse in primo luogo gli ebrei, da sempre "i diversi" per antonomasia, ma l'esperienza della deportazione e della morte ha colpito anche altri gruppi di persone, altri tipi di diversità, le cui drammatiche esperienze sono tuttora poco conosciute; è il caso della deportazione femminile, dello sterminio degli zingari, del destino dei bambini. L'intento nel divulgare anche questi aspetti dello sterminio è stato quello di contribuire ad approfondire la conoscenza dei giovani su questi argomenti, proponendo percorsi originali di ricerca e di studio, ma anche quello di porre il tema della diversità al centro di una riflessione più generale sui princìpi della tolleranza, della convivenza, della solidarietà, per arrivare, quindi, alla sensibilizzazione delle coscienze. Il successo di questa iniziativa, che ha visto la partecipazione di un pubblico numerosissimo, in particolare di oltre mille giovani riminesi, è stato raggiunto grazie ai preziosi contributi di relatori qualificati ed autorevoli quali, tra gli altri, Furio Colombo, Adriana Goldstaub, Mirella Kàrpati, Gadi Luzzatto Voghera, Bianca Paganini Mori, Moni Ovadia, Marcello Pezzetti, card. Ersilio Tonini, Luciano Violante. (fonte: retro di copertina)… (plus d'informations)
 
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MemorialeSardoShoah | Nov 14, 2022 |
Basato su una ricerca negli archivi europei e italiani il libro getta uno sguardo nuovo sulla deportazione degli ebrei e dei “politici” italiani ad Auschwitz durante l’occupazione tedesca della Penisola. Per oltre un anno, tra l’autunno 1943 e gli ultimi mesi del 1944, migliaia di italiani furono deportati dall’Italia ad Auschwitz. Più di 7.800 erano ebrei catturati durante l’occupazione tedesca e sotto la RSI nell’ambito della “Soluzione finale”; per la maggioranza di loro fu un viaggio senza ritorno. Il libro ripercorre per quadri sintetici il contesto italiano negli anni immediatamente precedenti l’8 settembre, quando Mussolini mise in atto una politica sempre più discriminatoria e persecutoria contro gli ebrei, e descrive le modalità di delazione e di cattura degli ebrei, facilitata dall’aiuto zelante prestato dalle autorità repubblichine. A essere in primo piano sono sempre le voci dei testimoni. Più del 90% degli ebrei deportati ad Auschwitz non fece ritorno a casa. Tra l’esigua minoranza dei sopravvissuti, si contano 25 bambini e bambine. Un capitolo del libro è dedicato a raccontare l’incredibile storia di alcuni di loro che si salvarono.

Nel corso del 1944 giunsero nel complesso di Auschwitz anche circa 1.200 italiani non ebrei, quasi tutti deportati con la categoria di prigionieri politici. Nel ripercorrere i percorsi e i destini dei due gruppi di deportati, ebrei e politici, l’autrice si sofferma a riflettere sulle esperienze di coloro che subirono l’internamento ad Auschwitz, con l’obiettivo di far emergere alcuni elementi comuni nell’esperienza del Lager: il lavoro forzato, la violenza fisica e l’offesa al corpo delle donne (tra cui la maternità negata e gli esperimenti criminali di sterilizzazione), la solitudine e la coesione tra reclusi, le strategie di resilienza e il fattore della “fortuna” nel determinare condizioni favorevoli alla sopravvivenza.

Sostanzialmente l’autrice, con questo libro, pone la sfida di provare a scrivere una storia diversa, più completa degli italiani ad Auschwitz, pur ritenendola una ricerca ancora aperta. Lo sforzo di far dialogare su piani diversi le storie tra loro, intrecciandole, laddove possibile, in una narrazione a tratti anche corale, è vincolato al rigore del metodo dello storico che non amalgama, né sovrapporre i contesti di riferimento: la Shoah e la deportazione politica. (fonte: Museo di Auschwitz)
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MemorialeSardoShoah | Dec 28, 2021 |

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