Photo de l'auteur

Alberto Mario Banti

Auteur de Il Risorgimento italiano

34+ oeuvres 139 utilisateurs 3 critiques 1 Favoris

A propos de l'auteur

Œuvres de Alberto Mario Banti

Il Risorgimento italiano (2004) 28 exemplaires
I volti del potere (2012) — Auteur — 4 exemplaires
1: ‰1350-1650 (2008) 3 exemplaires
Il senso del tempo 2: 1650-1870 (2008) 2 exemplaires
Il senso del tempo 3: 1870-oggi (2008) 2 exemplaires
Il balcone di Edouard Manet (2013) 2 exemplaires
L'onore della nazione (2005) 2 exemplaires
La finestra dei Rouet 1 exemplaire
Linee della storia 1 exemplaire
2: Storia dal 1650 al 1900 (2015) 1 exemplaire
Tempi e culture 1 exemplaire

Oeuvres associées

Storia d'Italia. Annali. Vol. 18. Guerra e pace. (2002) — Contributeur, quelques éditions6 exemplaires

Étiqueté

Partage des connaissances

Nom canonique
Banti, Alberto Mario
Date de naissance
1957
Sexe
male
Nationalité
Italy
Lieux de résidence
Pisa, Italy
Professions
professor
Organisations
Pisa University, Italy

Membres

Critiques

Sono qui affrontate, in modo chiaro e profondo e con un certo apparato di fonti anche non usuali, le problematiche collegate con la nascita, lo sviluppo e l'affermazione del concetto di Nazione, come riconoscimento dell'identità nazionale, nell'ambito della storia d'Italia degli ultimi 150/200 anni.
La nascita è fatta risalire ad una esplicita proposta estetica e letteraria (Berchet) che riesce a convincere e coinvolgere, fin dagli anni '20 dell'Ottocento, praticamente tutti gli intellettuali italiani dell'epoca. La proposta evidenziava tre "figure profonde" su cui basare il concetto di nazione:
la nazione come la famiglia (ius sanguinis: è cittadino un figlio di cittadino),
la nazione come comunità sacrificale (martiri ed eroi che danno la vita per la nazione, come Cristo per la salvezza dell'umanità),
la nazione come comunità sessuata, funzionalmente distinta in due generi diversi per ruoli, profili e rapporto gerarchico.
Questa concezione si diffuse rapidamente e capillarmente, con un eccezionale potere comunicativo (la narrazione è un formidabile strumento di coinvolgimento e convincimento) in particolare nei centri urbani, per mezzo dei media del tempo: la letteratura ed i numerosissimi giornali ma soprattutto il melodramma ed il teatro (diffuso molto più di quanto non si pensi: tra il 1816 e il 1868 in Italia furono aperti 619 teatri nuovi, accessibili anche ai meno abbienti). C'erano anche, allora, parecchi predicatori itineranti, oltre che cantanti girovaghi e burattinai. A ciò va aggiunto che, soprattutto nel periodo 1846-1848, anche il clero e le parrocchie fecero la loro parte.
La cosa non si fermò con l'unificazione nazionale, anzi: la diffusione ed il radicamento continuarono fortemente nel periodo umbertino e di preparazione alla Prima Guerra Mondiale (anche con il cinema muto) e poi con l'appropriazione (e l'esasperazione) di quei concetti da parte della propaganda fascista fin dall'inizio del ventennio.
Un ruolo forte lo ha avuto, negli ultimi 150 anni, la scuola (pubblica primaria). Il manifesto per eccellenza del meccanismo per la costruzione dell'identità nazionale è il libro Cuore (chi ha una certa età, come chi scrive, ne ricorda lunghi pezzi studiati a memoria negli anni '50 …). Ma a questo andrebbero aggiunti, nella stessa logica in altri ordini di scuola, almeno Dante e Manzoni.
Nazione implica patriottismo ma anche nazionalismo e intolleranza verso lo straniero. Nel 1848, a Venezia, durante l'insurrezione repubblicana, fu necessario concedere parecchi passaporti a cittadini veneziani che, imparentati con stranieri (mogli o mariti, non necessariamente odiati "tedeschi" ma anche semplicemente non veneziani), dovettero espatriare perché non tollerati dalla popolazione.
La problematica nazionalista culminò, nel periodo fascista, con le leggi razziali del '38 ma le sue basi erano già tutte nel ius sanguinis, nell'irredentismo e nel programma politico del 1919, attraverso cui raccolse il malcontento e l'esasperazione delle decine di migliaia di reduci della "vittoria tradita".
Dopo una fase di pausa (e di rifiuto della retorica patriottarda di cui il fascismo abusò in modo straordinario) il concetto di Nazione si ripresenta sostanzialmente uguale, cioè sulle stesse basi, anche nei risvolti negativi: un paese in formazione (e con una forte spinta all'emigrazione) trova nel nazionalismo una forma di difesa dell'identità nazionale. Ma un paese formato e sviluppato al punto di essere meta di una certa immigrazione di "stranieri", può ancora basare il suo sentirsi nazione sulla contrapposizione con le altre nazioni e fomentare così forme di xenofobia allarmanti?
Non è consolante che questo problema non sia solo italiano.
… (plus d'informations)
 
Signalé
ddejaco | Apr 18, 2011 |
Analisi e ruolo dell'immaginario sessuale nella costruzione delle ideologie politiche.
 
Signalé
giap | Jun 20, 2008 |
 
Signalé
Taddone | Mar 1, 2021 |

Prix et récompenses

Vous aimerez peut-être aussi

Auteurs associés

Statistiques

Œuvres
34
Aussi par
1
Membres
139
Popularité
#147,351
Évaluation
3.8
Critiques
3
ISBN
38
Langues
1
Favoris
1

Tableaux et graphiques