La decisione di alternare nella lettura dei romanzi i classici con le nuove leve alla fine serve solo a rafforzare la convinzione che il tempo a disposizione che mi è rimasto è poco e che devo essere più radicale. Prendiamo questo romanzo in cui una coppia borghese con due figli decide di trasferirsi in campagna. E che per una sfortunata combinazione trova che la casa dei propri sogni è di proprietà di un imprenditore spregiudicato che non esita a costruire coprendo l’ansa di un fiume e a sfruttare gli immigrati dell’est. Una manichea contrapposizione di principi e di valori, da un lato il bene, un onesto funzionario della Regione e una professoressa universitaria e, dall’altro il male, il solito imprenditore spregiudicato e disonesto. In mezzo, oggettivamente, molto poco, romanzo davvero scontato che non riesce mai a prendere una forma sensata restando sempre in mezzo al guado, anche perché schiacciato dalla necessità di essere sempre, in ogni pagina, politicamente corretto. Insomma, un gran brutto esordio per l’autrice.… (plus d'informations)
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