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Pino RoveredoCritiques

Auteur de Mandami a dire

13 oeuvres 56 utilisateurs 5 critiques

Critiques

Premio Campiello 2005. Selezionate e introdotte da Claudio Magris, quattordici storie, istantanee epifanie del quotidiano, nelle quali si mescolano sapientemente realismo sanguigno, pietas, umorismo e slanci visionari. Sulla scia di Svevo, Saba e Scipio Slapater, Roveredo sviluppa l'antiletterarietà propria della narrativa triestina in cinque racconti dove l'esperienza vissuta infrange le regole del galateo narrativo. Pino Roveredo è nato nel 1954 a Trieste da una famiglia di artigiani. Dopo varie esperienze di vita disordinata, ha lavorato per anni come operaio in fabbrica. Scrittore e giornalista, fa parte di varie organizzazioni umanitarie che operano in favore delle categorie disagiate.

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BiblioLorenzoLodi | 1 autre critique | Jun 24, 2023 |
Un uomo riceve l'incarico di andare alla Casa dei Matti, padiglione I, per far compagnia ai degenti. Ed ecco spalancargli di fronte il mondo dell'ex manicomio, diverso da quello riformato coraggiosamente da Franco Basaglia, ma al tempo stesso sempre uguale, come un mito che non tramonta. Qui tutti hanno un'identità e una storia, anche se in frantumi. Tra l'odore del disinfettante e quello degli alimenti si aggirano Amalia, che si crede nobile, Anita, la "donna down" sempre col cappotto addosso, Maria che non fa che cantare, Olga, senza denti e con la mania religiosa, Berto, fissato con le parole crociate. E poi Cecilia: una donna molto anziana, di novantasei anni, di cui molti, troppi, trascorsi in manicomio, non si sa neppure perché. Cecilia è litigiosa, solitaria, bizzarra. Ma forse ha solo bisogno che qualcuno riconosca che lei "è". Allora l'io narrante le offre una cioccolata. Lei si scioglie, cominciano a parlare. Gli racconta la sua vita, di quando faceva la commessa in una pasticceria e guadagnava settanta centesimi alla settimana. Altri tempi: ora lei, come gli altri, non sa più cosa accade nel mondo. E per quanti sforzi si facciano, non si può più tornare indietro, recuperare il tempo ormai trascorso. Si può solo ballare: un ballo reale e metaforico insieme, perché sulle note scorrono come in un sogno gli anni non vissuti da questi degenti, Cecilia compresa: gli anni perduti.

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BiblioLorenzoLodi | 1 autre critique | Jun 24, 2023 |
L'angoixa i patiment d'una mare, la Marina, quan sap que el seun fill de 18 anys, Gianluca, comença a estar relacionat amb el món de la droga. El seu únic fill, estimat, cuidat, protegit, de sobte comença una devallada al món infernal de la droga i tot el que l'acompanya. Ella ho fa tot per salvar la seva estimada criatura però cada cop la relació és més difícil i l'allunyament del fill és impossible d'aturar. El pare, Federico, és mor i ella sola ha de peregrinar per baixos fons i jutjats per intentar rescatar el seu fill. Sembla que tot està perdut però a la darrera pàgina del llibre una carta arriba des d'un centre de desintoxicació vinculat a la presó i s'obre un raig d'esperança pel retrobament.
 
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Nuriagarciaturu | Dec 8, 2022 |
Un uomo riceve l'incarico di andare alla Casa dei Matti, padiglione I, per far compagnia ai degenti. Ed ecco spalancargli di fronte il mondo dell'ex manicomio, diverso da quello riformato coraggiosamente da Franco Basaglia, ma al tempo stesso sempre uguale, come un mito che non tramonta. Qui tutti hanno un'identità e una storia, anche se in frantumi. Tra l'odore del disinfettante e quello degli alimenti si aggirano Amalia, che si crede nobile, Anita, la "donna down" sempre col cappotto addosso, Maria che non fa che cantare, Olga, senza denti e con la mania religiosa, Berto, fissato con le parole crociate. E poi Cecilia: una donna molto anziana, di novantasei anni, di cui molti, troppi, trascorsi in manicomio, non si sa neppure perché. Cecilia è litigiosa, solitaria, bizzarra. Ma forse ha solo bisogno che qualcuno riconosca che lei "è". Allora l'io narrante le offre una cioccolata. Lei si scioglie, cominciano a parlare. Gli racconta la sua vita, di quando faceva la commessa in una pasticceria e guadagnava settanta centesimi alla settimana. Altri tempi: ora lei, come gli altri, non sa più cosa accade nel mondo. E per quanti sforzi si facciano, non si può più tornare indietro, recuperare il tempo ormai trascorso. Si può solo ballare: un ballo reale e metaforico insieme, perché sulle note scorrono come in un sogno gli anni non vissuti da questi degenti, Cecilia compresa: gli anni perduti.
 
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BibliotecaCSV | 1 autre critique | May 7, 2015 |
23/2009strano questo libro, strana storia cioè per me questo libro. L'ho comprato piena di aspettative, non so perché, ma la copertina, il titolo, la quarta di copertina, mi promettevano un libro bellissimo. Ho cominciato a leggere, al terzo racconto ero già al limite della pazienza: di nuovo mi ritrovavo in mano un libro di quelli della serie "un caso pietoso al giorno" che non sopporto!! ma poi il terzo racconto (nonostante si tratti anche questo di un caso pietoso) mi è piaciuto, il tema del dolore di un padre che ha perso suo figlio e della distruzione dell'armonia familiare dopo un evento così tragico, beh, mi sembra che sia stato trattato bene, in modo non banale, non scontato. ma dopo questo barlume, i racconti successivi sono il nulla. di tanto in tanto si sente un po' la voce autocompiaciuta dell'autore che guasta l'andamento generale. no, non ci lascia nessun messaggio in bottiglia
 
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TheAuntie | 1 autre critique | Aug 23, 2012 |