emilio pozzi

Non è una biografia. Non è uno zibaldone. Ma è un racconto disordinato, come potrebbe essere, per l’appunto, uno zibaldone dei racconti della vita di Eduardo. Un grandissimo interprete della cultura napoletana; sicuramente uno dei maggiori del secolo precedente, il ventesimo. La grandezza di Eduardo trasuda in ogni pagina di questo libro. E viene naturale l’impari confronto con la cultura, o meglio, la sottocultura napoletana di oggi. Il cui massimo esponente è Saviano. Non c’è da dire altro, torniamo a Eduardo. Le sue commedie sono dei capolavori che, probabilmente, entreranno nella storia del teatro. Andando oltre il ruolo di semplice attore. Che cosa sia il teatro di De Filippo non è una domanda semplice. Perché alle spalle c’è la storia di una città e del suo popolo. Questo libro, volutamente disordinato, non è esente da imperfezioni. Proprio quelle che Eduardo odiava, cercando nel suo lavoro e nella meticolosità dello stesso, di andare oltre tutti i limiti dell’umana disapprovazione. Un libro che, comunque, non può mancare nelle librerie degli amanti di Eduardo. Anche perché, per quanto non ce ne sia bisogno la lettura del libro è uno stimolo a rivedere i capolavori di Eduardo; e ad andare, comunque, a teatro.… (plus d'informations)