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Comprend les noms: François Massoulié

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Un tascabile sempre utile per evitare, nei momenti di una crisi geopolitica mediorientale, di sparare castronerie a vanvera, senza avere il benché minimo contatto con la realtà storica di quanto sta accadendo. Questo “Conflitti del Medio Oriente” (Giunti, 2006) è stato scritto da François Massoulié, un noto orientalista che si è formato all’Ecole Normale Superieure di Parigi, già funzionario della Commissione Europea in India ed autore di altri interessanti saggi.

Pur mostrando il suo limite temporale, la sua ultima edizione è del 2006 e la cronologia degli eventi riportata nelle ultime pagine data 2003, stiamo comunque parlando di un “prontuario storico” a taglio geopolitico pensato però per i non addetti ai lavori, rapido nella consultazione, di facile comprensione, assolutamente divulgativo, ben suddiviso in capitoli che classificano eventi storici fondamentali per capire ciò che accade nel mondo mediorientale, ma soprattutto corredato di immagini commentate, di cartine che offrono un valore aggiunto alla comprensione e di quadri sintetici d’approfondimento su accadimenti e personaggi chiave. Non a caso, continua anche oggi ad essere citato in numerose bibliografia di approfondimento sui conflitti che perdurano da secoli in quella regione del pianeta. Il libro si trova per pochi euro su moltissime piattaforme online, così come in molte librerie o mercatini che offrono libri usati, senza contare che è disponibile alla lettura ed al prestito in molte biblioteche italiane.

Terra di conflitti, il Medio Oriente deve al controllo dell'Impero ottomano nel 1918 e alla successiva separazione tra le potenze coloniali la ragione delle ripetute crisi che ne contrassegnano la storia: da allora, la creazione di Stati dalle frontiere contese è motivo di contrasti che si innestano su rivalità ancestrali. François Massoulié ritiene fondamentale, anzi necessario questo salto all’indietro nel passato, dedicandovi un capitolo introduttivo che titola “L’eredità del passato” per spiegare a chi legge quanto hanno pesato sul presente la dominazione turco-ottomana ed il colonialismo anglo-francese. Il Ventesimo secolo, infatti, come dice la prefazione di Phyllis Bennis “è stato testimone dello smembramento in Stati nazione dei possedimenti coloniali nella vasta nazione araba che una volta si stendeva unitaria dal Mediterraneo al Golfo di Oman e da Aleppo a nord fino al porto di Aden nello Yemen meridionale. Quel secolo segnò la fine dei domini imperiali ottomano e inglese, poi sostituiti dalla dominazione americana; e vide l'arrivo dei primi pionieri sionisti seguiti dagli ebrei europei sopravvissuti allo sterminio e la loro ascesa al potere con la fondazione di Israele; l'espulsione di quanti dovevano diventare generazioni di profughi nella al-Nakba (catastrofe) palestinese del 1948; la creazione e il collasso dell'effimera dinastia Pahlavi; la scoperta di vasti giacimenti petroliferi nel sottosuolo delle meno popolate e d'improvviso straordinariamente ricche parti della regione”.

Il secondo capitolo, invece, è un focus essenziale per capire la nascita e l’affermarsi del nazionalismo arabo, ma sarebbe meglio chiamarlo pan-arabo, quasi una necessità di rivendicare una propria identità a fronte del laccio coloniale europeo ed ottomano. La Turchia di Ataturk, i Fratelli musulmani, la grande Siria, sunniti e sciiti, tutti elementi per una democrazia da inventare, così come la definisce l’autore. Con “L’anno prossimo a Gerusalemme”, il terzo capitolo del saggio, chi scrive ci riporta alla nascita del sionismo e sulle motivazioni delle potenze del Vecchio Continente che seguirono ed appoggiarono la faticosa gestazione dello stato ebraico. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la creazione dello Stato di Israele in un contesto ostile ha provocato l'esodo di un popolo, quello palestinese, e catalizzato tutti i conflitti regionali. In Libano come in Yemen le crisi di potere divennero guerre di clan e la religione si fece Stato, mentre l'occupazione israeliana della Palestina e di altre terre arabe ha mantenuto l'area sull'orlo della guerra o talvolta l’ha spinta ben oltre tale limes.

“Conflitti del Medio Oriente”, sempre nel suo stile asciutto e sintetico, apre poi un capitolo sulla figura, tanto straordinaria, quanto contraddittoria del presidente Egiziano Nasser, in bilico tra un nazionalismo decisamente anti-europeo che ha il suo apice in Suez nel 1956, l’idea di un socialismo dal sapore marxista che strizzava l’occhio all’Unione Sovietica, l’aspirazione di essere fulcro di una unità panaraba (fallito poi con l’implosione della Repubblica Araba Unita che tentò di unire l’Egitto con la Siria e il Sudan) e la necessità di fronteggiare un crescente e destabilizzante radicalismo dei Fratelli Musulmani.

Nel suo saggio, François Massoulié (tradotto da da Daniela Concarella) non tralascia quella pagina di storia che segna la nascita dell’OLP di Arafat e che corre sino alla prima Intifada, ai falliti accordi di pace tra Barak e Arafat e alla svolta dell’avvento al potere in Israele dell’ex-generale Sharon. C’è persino l’influenza, a livello economico e geopolitico, del petrolio: l’oro nero ha infatti contribuito al moltiplicarsi delle tensioni essendo all'origine di straordinarie ricchezze e di povertà abissali, Esso ha favorito la frammentazione della ''nazione araba'' e l’sorgere dell'islamismo, quale riscatto radicale delle sacche di emarginazione.

Leggendo questo volumetto si scoprono le motivazioni alla base del fallimento del processo di pace tra Camp David e la Prima Guerra del Golfo, dando a tali fatti una precisa collocazione nello scacchiere della regione. E poi c’è il caso del Libano, terra martoriata da conflitti esterni ed interni, trasformata dalla Montecarlo d’oriente ad un protettorato di forze centrifughe, Siria e Israele in primis, inquieto nelle sue fazioni islamiche e cristiane che lo coabitano. Le riflessioni di fine volume, quelle in cui l’autore cerca di delineare scenari futuri sul Medio Oriente appaiono, rilette ora, certamente anacronistiche per come poi la situazione si è evoluta sino ai giorni nostri. Situazione la cui cronistoria di sintesi è ben delineata a fondo volume con i fatti principali che vanno dal 622 al 2003, superando il fatidico punto di non ritorno del 11 settembre 2001. Per chi poi volesse approfondire c’è sempre la ricca bibliografia di pagina 155.

Francois Massoulié, in poco più di centocinquanta pagine con uno straordinario lavoro di sintesi, ci rende edotti (quel che basta per essere a conoscenza dei fatti) sui conflitti, le battaglie ideologiche ed egemoniche, che hanno originato il frammentato e mutevole mosaico del moderno Medio Oriente. Uno sguardo assolutamente analitico sulla storia reale che, in caso di necessità, consente al lettore, se proprio deve, di intervenire su tali temi con un sapere nuovo e non a sproposito o “per sentito dire”.

Pubblicato su: https://www.territoridicarta.com/blog/i-conflitti-del-medio-oriente-di-fran%C3%A...
https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/
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Sagitta61 | Oct 13, 2023 |

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