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Fabrizio Fondi

Auteur de L'erba del diavolo

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L'erba del diavolo 1 exemplaire

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Il romanzo ripercorre le tappe più dolorose dell'Isola della Corona, al largo della Toscana, lungo l'ultimo secolo. Eventi drammatici quanto inspiegabili si portano via decine di vite e nessuno è mai riuscito a collegarle a una coincidenza inquietante che si verifica ogni volta, prima della strage. Nessuno tranne pochi "strambi", bambini sensibili che "sentono" che qualcosa non va, percepiscono l'imminenza della tragedia ma in quanto bambini, o in quanto strambi, sanno che nessuno sarà disposto ad ascoltarli. Ne capita uno ogni generazione, non sempre parenti tra loro - non è una tara di famiglia. Questi bambini dovranno crescere con la tragedia nel cuore, prima non capendo cosa succede, poi provando il rimorso per non aver potuto fare niente per evitarla, e ancora con il senso di impotenza per la propria condizione e il peso di una responsabilità che non hanno chiesto. È con i loro occhi che vediamo la genesi e il tragico epilogo dei misteriosi fatti di sangue che sconvolgono l'isola. Occhi innocenti, che fino al giorno prima pensavano solo al gioco e alle vacanze, al mare e alla pesca, che credevano che diventare grandi fosse ancora lontano.
Respiriamo aria calda di scirocco, salata di mare e di sabbia, che porta con sé un'inquietudine che non lascia scampo. Ogni episodio di morte è contrassegnato da una data, ma quasi non ce ne sarebbe bisogno tanto il racconto viene caratterizzato con precisione.Percepiamo la curiosità per un Italia finalmente unita eppure ancora in bilico, la paura per una dittatura che si fa sentire anche in un'isola piccola e insignificante, la velocità e la frenesia dei giorni nostri.
Il "cattivo" è un'entità inafferrabile, che ricorda un po' l'It di Stephen King, assetato di sangue e cattiveria. Anch'esso si nasconde sottoterra, anch'esso annebbia le menti per provocare morte e distruzione.
È un romanzo tutto al maschile, in cui le donne sono solo comparse senza gran carattere - ma i protagonisti sono così intensi che volentieri cediamo loro l'onere di portare avanti la storia e sopportare il peso della coscienza. In fondo è grazie a loro che l'isola prospera, prima con il lavoro in miniera, poi con quello nello stabilimento elettrico, infine con la pesca.
Forse il movente del "mostro", come anche il "mostro" stesso, possono sembrare fragili, ma tutto il resto è così ben congegnato e coerente che gli si può anche dare poco peso. Nel complesso è un romanzo avvincente e ben scritto, che mostra una buona dose di maturità e coerenza: vale ben più dei 99 centesimi che si fa pagare.
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LaPizia | Aug 3, 2017 |

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