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Œuvres de Federico Faggin

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Uno dei libri più interessanti ed importanti che abbia letto nel corso di questi ultimi tempi. Non amo scrivere sui libri che leggo per commentarli, sottolineando e scribacchiando commenti, ma temo di avere esagerato questa volta leggendo questo libro. Dalla prima all'ultima pagina ho "violentato" il testo. I temi sui quali scrive lo scienziato Federico Faggin, l'inventore del microprocessore per una nuova scienza e conoscenza del mondo interiore, sono quelli della coscienza, della vita, dei computer e della nostra natura di uomini. Vi pare poco? Questa non è una recensione ma soltanto un principio di riflessione per una lettura che mi ha coinvolto in maniera profonda e che merita una giusta sedimentazione di pensiero. Mi rendo conto che sedimentare il pensiero umano facendolo alla tastiera di un computer è una cosa inedita, mai fatta prima nella storia dell'umanità. Perchè proprio di questo si occupa il libro di Faggin.

"La tecnologia dev'essere usata per aiutarci a scoprire la nostra vera natura, non per imprigionarci ulteriormente in un mondo virtuale, senza significato. Essa è arrivata al punto che può unirci, oppure può tenerci divisi in fazioni in guerra tra di loro, con un potenziale distruttivo sempre crescente.

Solo quando capiremo che la scelta tra queste opzioni è solo la nostra e che siamo noi i responsabili delle nostre esperienze potremo iniziare a conoscere veramente noi stessi e il mondo. E, per conoscere sempre di più, abbiamo bisogno di una nuova scienza empatica che possa convertire la conoscenza scientifica in una profonda conoscenza vissuta e da essa generare nuova conoscenza scientifica.

Allo stesso modo, abbiamo bisogno di un'altra coscienza che possa convertire la nostra conoscenza vissuta in una nuova conoscenza scientifica, da cui generare nuovaconoscenza vissuta e così via, in un crescendosenza fine. Questa è l'essenza sel Principio Creativo di Uno. E in questa visione scoenza e coscienza, integrndosi a vicenda, aumenteranno sempre più la nostra unione con il Tutto."

Con questa lunga citazione si chiude un libro che ho letto e che intendo continuare a farlo "studiandolo".Se dico di averlo letto intendo dire che ho ricevuto dalla sua lettura un "sapere" riferito alle informazioni che mi ha dato, ma non conosco il significato di queste informazioni che possono venire soltanto da esperienza cosciente. Ma, allora, non faccio altro che comportarmi come si comporta un computer che non è in grado di fare la differenza tra informazione e conoscenza. Dobbiamo renderci conto che noi uomini abbiamo il dovere di "sapere" e "conoscere" per fare le differenze. Dante la chiamava "canoscenza" e lui intendeva un fenomeno vissuto, una esperienza cosciente. Mentre l'informazione classica è pubblica e copiabile, questa nuova informazione chiamata "quantistica" è ontologica nel senso che diventa ciò che conosce.
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AntonioGallo | Nov 1, 2022 |

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