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Luigino Caliaro

Auteur de The Savoia-Marchetti S.79 Sparviero

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Generally speaking, I don't feel inclined to give "five star" ratings to the hardware-oriented tomes I like to collect, if only because when I hand out five stars it's because I feel that the book in question is truly of general interest. Let's face it, most people don't need to read works such as this. However, this is probably the best book I have ever read on an important Italian military aircraft, to the point where I feel the need to make my enthusiasm clear. Besides that, this might be the nicest looking book to be published under the "Classic" imprint in a long time, as besides the many well-reproduced photos, there are also many depictions of ephemera such as postcards, advertisements, and posters that are relevant to the plane.

I really only have two caveats. One is that a little more operational coverage would have been nice, but that was apparently a victim of COVID, when Caliaro could not get to the relevant archives. Two, while the works published by Classic are not about the color profiles, the only example of a non-Italian machine given is one from the Lebanese air arm. This being the case, if your budget is too constrained to afford this book, the Osprey numbers by Marco Mattioli on this aircraft would probably be your next best option, and could be justified as a supplement.
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Shrike58 | Aug 26, 2023 |
Arruolato – è proprio il caso di dirlo - come co-autore l’esperto di storia aeronautica Luigino Caliaro che già aveva collaborato al precedente volume dedicato ai cugini d’oltralpe, il dinamico duo Brazzale/Vollman procede con la ricerca sul contributo fornito dagli eserciti alleati in Italia durante la Grande Guerra. In attesa di volgersi al nemico (o magari ai marziani), in questa occasione è stato necessario ampliare l’orizzonte: l’attenzione non è più concentrata sul solo altopiano di Asiago e l’intervento statunitense viene analizzato in tutta la Penisola, parlando sì molto di Veneto, ma spingendosi anche fino a Foggia. Dopo un’introduzione che fissa il momento storico che portò all’entrata nel conflitto dell’esercito a stelle e strisce, il libro si compone di tre sezioni ben distinte. La prima riguarda il capitolo ‘assistenza’ e si articola in due temi principali: il ruolo delle ambulanze nelle zone di combattimento attraverso le missioni di Croce Rossa e American Field Service, con il racconto degli azzardi per salvare i feriti malgrado i mezzi primitivi e le strade pericolose alternati ai momenti di relax in contatto con la popolazione locale, mentre sullo sfondo si stagliano le figure di Hemingway e Dos Passos; il supporto dato ai combattenti in linea, con le cucine mobili, e nelle retrovie, con quelle ‘Case del soldato’ in cui le due culture iniziarono a mischiarsi. La seconda parte si concentra invece sulla nascente aviazione del potente alleato, in special modo quella legata alla Marina: in molte fasi coordinati da un decisionista Fiorello La Guardia, i giovani cadetti d’oltreoceano imparano il mestiere sui campi di volo italici e, a bordo soprattutto degli apparecchi dell’ingegner Caproni (impossibile non ricordare l’omaggio di Miyazaki in ‘Si alza il vento’), vanno in zona d’operazioni nel corso del 1918 distinguendosi per le incursioni su Pola e dintorni dopo aver (a volte perigliosamente) attraversato l’Adriatico. In queste pagine il taglio è molto più tecnico, da manuale di storia militare, ma non mancano le testimonianze assai positive dei giovanotti riguardo i contatti con la popolazione civile: un'impostazione non dissimile a quella del terzo segmento che parla ancora di Marina, ma questa volta trattando di navi vere e proprie descritte nell’attiva collaborazione data al mantenimento del blocco del Canale d’Otranto con il quale venne reso difficoltoso il passaggio dei sottomarini austriaci e tedeschi da e per i porti sulla costa dalmata. Infine, un ultimo capitolo si dedica a suggerire come il contatto con il ‘mondo nuovo’ avesse già inoculato negli italiani i primi germi di ciò che dopo il secondo conflitto mondiale si trasformera in una vera e propria colonizzazione culturale: la passione per il jazz e la gomma americana nacque ben prima dell’arrivo delle truppe del generale Clark. Come di consueto il libro è ricco di informazioni e spunti aneddotici – benché sarebbe stato meglio lavorare un po’ di lima sullo scritto – ma conquista in virtù della sua vastissima documentazione iconografica che sciorina una serie di scatti e numerosi documenti, recuperati negli archivi alleati come in quelli di casa nostra, attraverso i quali è facile per il lettore immedesimarsi in una realtà dalla quale ci separa ormai un secolo.… (plus d'informations)
 
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catcarlo | Feb 9, 2018 |

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