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A propos de l'auteur

Crédit image: Jan Brokken - Photo:  © Merlijn Doomernik

Œuvres de Jan Brokken

De Kozakkentuin (2015) 85 exemplaires
Mijn kleine waanzin roman (2004) 74 exemplaires
In het huis van de dichter (2009) 73 exemplaires
De tuinen van Buitenzorg (2021) 63 exemplaires
De blinde passagiers (1995) 48 exemplaires
Stedevaart (2018) 44 exemplaires
De droevige kampioen : roman (1997) 24 exemplaires
Afrika : de Afrika-boeken (2001) 24 exemplaires
De ontdekking van Holland (2024) 23 exemplaires
Zeedrift (2009) 23 exemplaires
Feininger voorbij (2009) 22 exemplaires
De kampschilders (2022) 22 exemplaires
De provincie (1984) 21 exemplaires
Voel maar (2001) 20 exemplaires
Goedenavond, mrs. Rhys (1992) 19 exemplaires
Jungle Rudy (1999) 18 exemplaires
Nog een nacht (2013) 16 exemplaires
De zee van vroeger (1986) 15 exemplaires
Vulkanen vanaf zee : verhalen (1993) 13 exemplaires
Zoals Frankrijk was (2004) 12 exemplaires
Schrijven (1980) 8 exemplaires
Het ballingenhotel (2016) 8 exemplaires
Zaza en de president (1988) 7 exemplaires
Vier variaties voor cello (2017) 5 exemplaires
Verre metgezellen 4 exemplaires
Atlas 10 (2002) 4 exemplaires
Paravion 4 exemplaires
Met liefde (1997) 2 exemplaires
Rondje evenaar 1 exemplaire
Hans Lodeizen 1 exemplaire

Oeuvres associées

De Nederlandse en Vlaamse literatuur vanaf 1880 in 250 verhalen (2005) — Contributeur — 75 exemplaires
Naar huis (1994) — Contributeur — 16 exemplaires
Denkend aan Donner: Een ode aan het lezen (2019) — Auteur — 5 exemplaires

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Critiques

Aan de hand van de levensgeschiedenis van een aantal mensen, kunstenaars en hun families beschrijft Jan de geschiedenis van Estland, Letland en Litouwen. Wat een onderdrukking, terreur dood alle machthebbers, Tsaren, Stalin, de Sovjets, de Duitsers… de deportaties, de geschiedenis van Joden. Verschrikkelijk. En toch steeds weer een gewoon leven met ruzie en liefde en overleven, filosofie, kunst. En wat kan Jan dat allemaal mooi beschrijven.
 
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vuurziel | 5 autres critiques | May 14, 2024 |
Vlotte vertelling over de (buitenlandse) schilders die in Hotel Spaander te Volendam verbleven. Brokken doet dat op basis van een groot aantal geschreven bronnen - zie de verantwoording achterin - waarbij helaas wel een enkele keer de feiten minder goed worden gereproduceerd. Dat maakt dit boek echter niet minder lezenswaardig.
 
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yvlind1 | 1 autre critique | Mar 26, 2024 |
Dopo le opere di Dostoevskij... la sua vita: dopo così tanti anni dalle letture dei suoi libri, restava pur sempre la curiosità di come fosse trascorsa la sua vita (al di là del sapere che le sue fonti per scrivere erano i giornali e non la sua personale quotidianità).

Dopo la lettura de I giardini dei Cosacchi resto ancora convinto che la vita di uno scrittore e le sue opere sono separate e conoscere la vita di uno scrittore non cambia l'apprezzamento o meno delle sue opere.

L'unica cosa che ha una qualche assonanza tra la vita di Dostoevskij e una sua opera l'ho trovata tra le vicissitudini di Feodor con Marija: un eterno desiderio che sembra mai soddisfarsi e, poi, quando è soddisfatto si disfa. Ossia, L'eterno marito. Si desidera solo ciò che altri possiedono fino a quando non lo si possiede e poi basta, finisce il desiderio.

Nella vita reale Dostoevskij si comportava come un santo, nella fantasia era uno spirito maligno.
(pagina 86)

Mi interrogava su Kant e Hegel, e immancabilmente attaccava: "Non capisco niente di quei filosofi, specie dei filosofi tedeschi."
(pagina 166)
Nonostante ciò, Nietzsche entrò in una libreria di Nizza (dove soggiornava per curarsi dai suoi malanni) ed iniziò a leggere quello che era una delle prime traduzioni delle opere di Dostoevskij (da cui deriveranno le traduzioni italiane); l'impressione di Nietzsche fu di una profonda affinità di spirito con lo scrittore russo.

Ciò che mi stupiva in Feodor Michajlovic era la sua indifferenza davanti ai fenomeni naturali; non lo toccavano, lo lasciavano freddo. Era completamente assorbito dallo studio dell'uomo con tutte le sue qualità, debolezze e passioni.
(pagina 187)

Ogni persona squisita tende istintivamente alla sua rocca e alla sua intimità, dove trovare la liberazione dalla massa, dai molti, dal maggior numero, dove è possibile dimenticare la regola "uomo", in quanto sua eccezione...
(Al di là del bene e del male, 26, Nietzsche)
… (plus d'informations)
 
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NewLibrary78 | 2 autres critiques | Jul 22, 2023 |





Le anime baltiche divise fra due padri: russo e tedesco.

Cosa strana: la nostra è un'epoca in cui si parla tanto
di storia. Ma se non fossimo capaci di ravvivarla con
qualcosa di personale, la storia rimarrebbe sempre
più o meno astratta, piena di scontri di forze anoni-
me e di schemi. La generalizzazione, indispensabile
per una visione d'insieme di un materiale immenso
e caotico, uccide però i particolari, che sfuggono per
definizione alle semplificazioni schematiche.

Czeslaw Milosz, La mia Europa
(Pag. 7)

(Eduard von Keyserling) Era una vera anima baltica, il conte: un emarginato nel suo stesso mondo, uno sradicato che non voleva affatto esserlo, un mite derisore che cercava di nascondere quanto soffriva a essere rifiutato, e che al tempo stesso amava follemente il mondo in cui era cresciuto.
(Pag. 229)

Un giovane musicologo mi dice in tono ironico: "Se senti un'aria triste che ti sembra decisamente troppo lenta, puoi star certo che è un'aria estone."
(Pag. 345)

Concordo con Brokken nell'inserire come ultimo capitolo quello dedicato a Arvo Part (dato che è il migliore e più sentito del libro).

Dopo una sferzata di fresca aria baltica la postfazione da provinciale di Alessandro Marzo Magno è da stracciare (bleah!).
… (plus d'informations)
 
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NewLibrary78 | 5 autres critiques | Jul 22, 2023 |

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