Francesca Valente
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Nel corso della serata si racconta la genesi del libro, si parla del rapporto tra i protagonisti e la psichiatria, tra loro e la città. In sala alcuni esperti di settore deviano la discussione sui temi della cura agli ammalati psichiatrici, all’evoluzione della normativa, della società.
Ma il libro non è pura registrazione di fatti, rappresentazione di una realtà, di una memoria. È prevalentemente una narrazione in cui si celano tra le pagine del racconto di storie vere o immaginate, personali e profonde riflessioni sul vivere e sul senso.
Tra tutte le persone che incontriamo, ci intratteniamo soltanto con quelle che in definitiva appartengono al nostro mondo, o nelle quali riconosciamo bisogni che sono i nostri, scenari affini o lotte comuni contro scenari che sentiamo devastati, luoghi di esilio. Ci fermiamo con quelle persone, percorriamo un tratto con loro, ne seguiamo il ritmo perché è già il nostro, perché ci aiutano a mettere a fuoco i nostri incubi, ad avallare ossessioni o favorire stati di grazia.
A volte, quando facciamo una scelta che - per sua natura - ci porta a escludere altre possibilità, abbiamo l’impressione di non essere padroni di noi stessi nel momento in cui la compiamo, di avere - piuttosto - un ruolo subalterno, di essere gli strumenti di qualcosa che non possiamo controllare. In certi casi sono scelte che ci devastano o che ci conducono alla solitudine più totale, altre volte ci aprono esperienze umane memorabili, irripetibili, che ci trasformano completamente.
Interessante la ricostruzione della figura del dottor Sorrentino e l’intrecciarsi delle sue vicende personali con l’evoluzione della cura psichiatrica in Italia e negli Stati Uniti. Emerge in quelle pagine come anche l’ambito della cura agli ammalati psichiatrici sia stato - e probabilmente sia anche oggi - un ambito in cui prevale l’affermazione personale rispetto al disinteressato prendersi cura degli altri (la comunità e i malati). Sorrentino appare in questo contesto come un outsider che a un certo punto, non riuscendo più a intervenire per cambiare le cose, si ritira in ambiti in cui può ancora sentirsi coerente con i suoi valori e i suoi principi.… (plus d'informations)