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Salvatore Rosati

Auteur de John Donne: poesie scelte

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Il giro della ruota 1 exemplaire
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Ho trovato una vecchia copia del "Corriere della Sera" datato 1969, un ritaglio di giornale di un altro secolo ed un altro millennio. Chi scrisse quell'articolo aveva allora settanta anni, io ne avevo molti di meno. Oggi, quegli anni li ho superati, mi ritrovo a riflettere su quello che scriveva l'autore, il saggista e storico fiorentino Roberto Ridolfi (1899-1991).

L'articolo parla della vecchiaia e il titolo era, appunto, "Settanta", il numero degli anni che lui si accingeva a festeggiare. Ricordo che in quel tempo stavo per concludere il mio percorso universitario e avevo appena seguito un corso monografico col titolo "Il giro della ruota". Scritto da quel grande anglista che fu Salvatore Rosati, era un saggio sul "King Lear" di William Shakespeare, pubblicato nel 1958. Grazie a Shakespeare ebbi modo di studiare il giro della ruota non solo del potere, ma anche del tempo.

Un padre che decide di lasciare il comando alle figlie e a un giovane che riesce a conquistarlo con l’astuzia; ma anche grazie all’adulazione che sconfigge l’onestà, e al nuovo che ripete gli errori del vecchio. Appresi allora che Re Lear è un esempio del dramma del conflitto generazionale, del potere che lusinga, finge, tortura e che detta le proprie regole e i propri rituali a chiunque vi si accosti. In questa figura ritroviamo i nostri padri e i nostri governanti, chi potremmo essere e chi, soprattutto, non vorremmo essere. Ma Re Lear è anche il nostro atto politico, il tentativo di smentire la nostra pigrizia e il nostro sconforto.

Mi accorgo che i ricordi mi hanno condotto fuori strada. Ma era una digressione che dovevo fare perchè viviamo in una società tutta sbilanciata sul fare e sull'apparire ed è scontato che chi è vecchio, pardon! chi è "anziano", sia emarginato, inutile e recluso all'interno di una muraglia di cui parla la citazione che è il motivo dominante dell'articolo di Ridolfi. Egli, infatti, scrive:
"La vecchiaia è come una muraglia che ci separa dal resto dell'umanità e si a mano a mano più alta: ogni anno che passa è un'altra fila di mattoni che ad essa si sovrappone. Coi giovani vorremmo parlare anche attraverso il muro, magari bussando con le nocche o coi pugni al modo dei carcerati. Ma costoro non odono e non ascoltano, ghignano, contano le fila dei mattoni e son capaci di rinfacciartele."

Tutto vero. I giovani stanno dall'altra parte della muraglia e cercano di allargare gli spazi della vita e del mondo, rottamando chi ha visto girare la ruota del tempo e non merita rispetto e dignità, ridotti al rango di bambini ai quali si dà del "tu". Non si rendono conto che non potranno mai fermare quella ruota e che verrà anche per loro il tempo della "muraglia" che altri come loro erigeranno.

Anche da vecchi si può vivere un'esistenza intensa. Dietro quel muro si può ancora tenere viva la fantasia, la musica, l'ascolto, la fede, l'attesa. Nel libro biblico della Sapienza si legge che "la canizie per gli uomini sta nella saggezza e la longevità vera in una vita senza macchia". Si possono coltivare i grandi valori dello spirito anche se rinchiusi nel muro dei mattoni della vecchiaia, consapevoli che al di là di quella muraglia la ruota della vita continuerà a girare.
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AntonioGallo | Nov 2, 2017 |
Un libro importante e da ricordare ...
 
Signalé
AntonioGallo | Nov 2, 2017 |

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