Paolo Jachia

“E naviga, naviga, musica, naviga, và, tienimi forte, stasera qualcuno verrà”, se l’importante è chi il sogno ce l’ha più grande, la musica di Roberto è uno strumento per provarci ad avercela sempre questa gioventù. Da qualche tempo sono sempre più rockettaro, musica straniera, tutto il mondo dei cantautori italiano l’ho abbandonato, messo da parte. Ma da qualche parte, su una mensola di una casa che non è stata qualche casa per me, questo libro, da anni, credo quasi 20, in attesa di essere aperto e letto. E così arriva il momento e mi immergo nella storia musicale di Vecchioni con un piacere sottile, intelligente e profondo. Ed un grande viaggio, ricorre il termine di quella splendida canzone, il mio rapporto con la musica di Vecchioni, quello splendido concerto al Sistina in cui l’intimità del racconto della malattia del figlio Edoardo commosse un’intera platea; o il concerto all’Augusteo a cui andai a poco più di vent’anni. Non so perché ma con la morte di Beppe ho preso le distanze da Vecchioni, le similitudini di due milanesi doc che non sono milanesi, mi avevano sempre colpito. Ma questa lettura mi dice che bisogna sempre pensare che, nonostante tutto, qualche luce a San Siro si accenderà ancora.… (plus d'informations)