Se "Parole contro" di Federico Faloppa insisteva sulla storia di epiteti e circonlocuzioni etichettanti il diverso, Crisafulli scende in guerra contro il politicamente corretto, che è una «baraccopoli lessicale, bidonville dove il senso comune si perde e il buonsenso scappa per i vicoli». Peggio: è «la sagra dell'ipocrisia». Non possiamo dargli tutti i torti, viste le situazioni comico-penose in cui tanti si cacciano per un utilizzo maldestro del linguaggio inclusivo o dei termini alternativi quando si tratta di handicap. Rimane il fatto che non si può negare al politically correct il merito, almeno iniziale, di aver indotto scrittori/lettori e parlanti/udenti a fermarsi, a riflettere sulla propria percezione delle categorie degli «svantaggiati».
L'autore, che è tra l'altro uno specialista di Dante, comunque non nega il carattere chiaramente offensivo di certe parole (interessanti e condivisibili le pagine su «nigger, il vocabolo forse più controverso della cultura americana»). Un libro, in ogni caso, arguto e intelligente. ( )