Cliquer sur une vignette pour aller sur Google Books.
Chargement... Tu, sanguinosa infanzia (Scrittori italiani) (original 1997; édition 1997)par Michele Mari
Information sur l'oeuvreYou, Bleeding Childhood par Michele Mari (1997)
Italian Literature (511) Chargement...
Inscrivez-vous à LibraryThing pour découvrir si vous aimerez ce livre Actuellement, il n'y a pas de discussions au sujet de ce livre. “…dalle vostre storie io credo di aver capito che se il naufragio delle illusioni è drammatico, vivere tutta la vita nell’illusione è patetico.” La mia sanguinosa infanzia non lascerà tracce del suo passaggio: i miei giornaletti, che oggi si dica fumetti, manga o graphic novel, sempre di quello si tratta, sono custoditi adesso in luoghi inaccessibili, sottratti faticosamente alla furia distruttrice di mia madre che quando ci metteva le mani sopra cominciava a strappare urlando vari improperi, che non posso ovviamente riportare, a proposito delle graziose donnine riportate sulle copertine, ma lei non poteva capire l’arte descrittiva che si celava nelle avventure de “Il Tromba” del “Lando” o di “Zora la vampira”, ahimè, tacciato in sottinteso di usare quegli albi per oscure turpitudini, dovevo assistere dietro corpose minacce alla loro distruzione… Quanto sangue inutilmente versato… La mia sanguinosa infanzia non lascerà tracce del suo passaggio: quando dopo tutta la trafila con i personaggi delle nuvole parlanti mi accostai ai libri; libri? No! Prima dei libri cominciai a leggere i gialli mondadori! Personaggi fichissimi, donne ancora più fichissime, commissari, agenti, centrali; poi un giorno… una copertina bianca fece capolino tra le gialle…e fu il mio primo urania, la fantascienza, i mondi paralleli, la prima, la seconda, la terza dimensione, (una volta arrivarono fino a sette), gli uomini del futuro, i robot, le macchine volanti, le galassie, il cosmo…, guardavo quelle copertine e rimanevo ipnotizzato, ma poi la realtà apriva il suo amaro squarcio, anche se erano tempi di scuola, si lavorava lo stesso e arrivavano messaggi tipo: “Piantala de perde’ tempo, mannaggia a te e chi te porta sta’ robbaccia”. Già perché devo confessare che quasi tutte le mie letture erano frutto di donazioni volontarie e successivi scambi, anche perché di soldi ne giravano veramente pochi e dato che si sapeva in giro della mia passione avevo più di un un benefattore che si ricordava di me quando doveva disfarsi di materiale cartaceo, e da lì che cominciai a odiare i racconti a puntate… La mia sanguinosa infanzia non lascerà tracce del suo passaggio: quando poi mi avvicinai ai libri, dietro suggerimento della prof di lettere, entrai nella biblioteca della scuola, otto metri quadrati che fungevano anche da sala professori e pochissimi frequentatori, ero molto incerto, staccarmi da qualcosa di sicuro per altro di cui non conoscevo la forza comunicativa non mi convinceva molto. L’impatto fu dirompente, in poco tempo feci fuori tutta la produzione di Giulio Verne: macchine tecnologiche, viaggi impossibili; pane per la mia fantasia sfrenata, e poi toccò a Jack London: il grande nord, le foreste sterminate, indimenticabile Zanna Bianca, dove sei ora? E poi Melville con la sua balena bianca; Robinson Crusoe, L’isola del tesoro, Sandokan… Venerdì… Il viaggio al centro della terra…in 80 giorni… il capitano Achab… e ancora tanti altri… tanti… tanti… con un pensiero fisso rimasto sempre nella testa: chissà perché il capitano odiava tanto quella dannata balena… ma questo lo capii solo dopo qualche anno… Poi gli addii: agli amici dei libri, alla scuola, che era un lusso che ormai non potevo più permettermi, c’era da lavorare… c’era la vita, c’erano i problemi, il resto solo ricordi… Quanto sangue versato… No! Non è vero che la mia sanguinosa infanzia non ha lasciato tracce del suo passaggio, al contrario ha lasciato una lunga scia di cui a nulla è servito provare a confonderne la provenienza, è tutta roba mia; lì dentro ci sono io: con tutte le mie dannazioni e tutte le mie maledizioni; con tutto il bene o il male fatto o ricevuto; con tutto quello che ho perso e tutto quello che ho trovato, con tutto quello che sono, per tutto quello che ho letto… per tutto il sangue versato… “E’ questo un cristallo di sogni, è questo l’unico lampo non triste della vita mia; sono documenti, sono fossili di un’età che mi chiede la pietà di un omaggio; sono cadaverini che si rifiutano di morire; sono ciò che solo io so cosa sono.” Che noia Mari con queste parole cosi' difficili, cosi' faticose da leggere e da capire! Che bravo Mari con queste parole cosi' evocative e sottili, cosi' precise e sorprendenti. E' vero, "Otto scrittori" e' bellissimo. Ma con "Certi verdini" ho provato emozioni rare - e io non faccio puzzle, sia inteso. E con "Laggiu'" si toccano vette di nostalgia, di pessimismo, di gioia e di fantasia che di rado possiamo leggere in cosi' poche pagine, cosi' attaccate, cosi' vicine e ugualmente aperte Che perspicacia, che attenzione, che lucide paranoie. 4.5/5 Racconti nostalgici di quell'infanzia sanguinosa: i giardini, i puzzle, le copertine degli Urania del nonno, i giocattoli dimenticati durante la crescita. Elementi raccontati come sempre con superba maestria da uno scrittore che la lingua italiana la conosce (oh se la conosce bene) e che con vezzi di stile riesce a associare Alpini e fantascienza, ricordi e demoni fino ad eleggere il più notabile tra gli scrittori del mare. Viene il dubbio che molto possa essere inventato (i puzzle a scacchiera?), ma piace comunque pensare che sia tutto vero e che il piccolo Michele abbia avuto un'infanzia molto ricca ma anche molto strana. aucune critique | ajouter une critique
Prix et récompenses
Italy's great chronicler of the macabre and of growing up geeky. Longbefore the latest vogue for autofiction, Michele Mari, one of Italy's mostbeloved authors, cast his mind back to the days of his own childhood, and found it crawling with monsters. Raisedon comic books and science fiction, the young Mari constructed an alternate universe for himself untouched by uncomprehending grownups or sadistic peers. Compared to the horrors of real life, Long John Silver and Cthulhu made forpositively cuddly company; but little boys raised by beasts may well grow up beastly-or never grow up at all. Waking or sleeping, the obsessions of Mari's youth seem to haunt his every adult thought. You, Bleeding Childhood stands as his first attempt to catalog this cabinet of wonders. Cult classics since their first publication, these loosely connected stories standas the ideal introduction to a fantasist on a par with Kafka, Poe, and Borges. Aucune description trouvée dans une bibliothèque |
Discussion en coursAucunCouvertures populaires
Google Books — Chargement... GenresClassification décimale de Melvil (CDD)853.914Literature Italian and related languages Italian fiction 1900- 20th Century 1945-1999Classification de la Bibliothèque du CongrèsÉvaluationMoyenne:
Est-ce vous ?Devenez un(e) auteur LibraryThing. |
Nostalgico.
I racconti che ho preferito sono : Otto scrittori che non ho paura di definire Bradburyano, La freccia nera, L'orrore dei giardinetti, L'uomo che uccise Liberty Valance e la chiusura Laggiù.
Tutti si leggono con il sorriso sulle labbra e alcuni fanno ripensare a qualche pena e qualche desiderio che si è avuto in una fase difficile della crescita come in E il tuo dimon sono io.
Otto scrittori mi ha ricordato un bel racconto di Bradbury presente nel libro L'uomo illustrato dal titolo Gli esuli. Un racconto molto diverso ma che gioca con i personaggi letterari in modo simile. Tutti e due sono intrisi di amore per i personaggi citati. In Mari è un gioco della torre dove sceglie chi buttar giù dopo attenta analisi, in Bradbury invece c'è qualcosa di più profondo perché i libri degli scrittori citati (Poe a altri) vengono bruciati, sulla Terra, e loro quindi(che vivono ormai su Marte), pian piano, scompaiono. Una sorta di monito per i lettori per preservare certi tipi di letteratura che vengono erroneamente relegati in secondo piano, come letteratura di scarso valore.
Mari ha una proprietà di linguaggio non indifferente. Non sempre si segue con facilità, specie quando svolta nel poetico.
Ha un modo di scrivere che fa pensare sia stato prelevato direttamente da tempi remoti e catapultato nella nostra epoca. A volte è bellissimo, altre, ostico.
Non ho capito bene il racconto Mi hanno sparato e sono morto.
La poesia mi ha sempre messo in difficoltà, colpa mia sicuramente ma non ho apprezzato molto.
Mi ha fatto molto piacere, invece, scoprire che è presente uno dei miei sogni ricorrenti, quasi un desiderio segreto, illogico per le sofferenze che patirei e per il quale mia moglie mi prende in giro da anni: il desiderio di fare il mozzo in una nave antica.
Tra lavaggio di ponti sulle ginocchia sbucciate, caldo e sudore. Una idea pazza e malsana che non capisco come e perché avrei desiderato vivere.
sappiate che sul Pequod si è liberato stamane un posto di mozzo». «Su quel Pequod?» «Non fate domande inutili: sull’unica nave che nei secoli dei secoli abbia mai portato quel nome. Durata approssimativa del viaggio: quattro anni, se tutto filerà liscio; per alloggio, un rotolo di cordami; per paga, nient’altro al di fuori di quanto piacerà al cuoco versarvi nella scodella. Allora, accettate?» «Sono deliziato… Certo che accetto!»
( )