Per tutti i romani diventa chiaro, ora, che gli ebrei sono condannati a morte. Quale altro significato può avere la deportazione di donne incinte, bambini piccoli, paralitici? Quale pericolo potrebbero mai rappresentare queste persone, che tipo di «nemico»? Soltanto un piano perverso di eliminazione totale di una intera comunità può essere alla base di un'operazione tanto complessa e costosa in piena guerra. Dal 16 ottobre in poi, quindi, le scelta saranno radicali. Chi aiuterà gli ebrei, mettendosi in serio pericolo, lo farà perché sa che non sta salvando una persona dalla deportazione in un campo di concentramento «normale», ma le sta salvando la vita. Chi invece li tradirà, lo farà per odio «politico», per razzismo, per soldi e soprattutto sapendo che la sua vittima non tornerà mai più per ottenere giustizia. Gli ebrei diventano un bersaglio estremamente facile e remunerativo, che spinge la schiuma della società italiana a mettersi al soldo dei nazisti.
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