Bobby Sands was twenty-seven years old when he died. He spent almost nine years of his life in prison because of his Irish republican activities. He died, in prison, on 5 May 1981, on the sixty-sixth day of his hunger strike at Long Kesh, outside Belfast. This book documents a day in the life of Bobby Sands. It is a tale of human bravery, endurance and courage against a backdrop of suffering, terror and harassment. It will live on as a constant reminder of events that should never have happened -- and will hopefully never happen again.

La storia di Sands, il suo diario, viene rivisto e riletto da una buona curatrice italiana, Silvia Calamati. Le vicende dei militanti dell’Ira, drammaticamente e violentemente contrastati dalla sempre guerreggiante Gran Bretagna sono di dominio comune. Ed i simboli della guerra, persa, dei cattolici irlandesi è in una domenica, una sanguinosa domenica, e nel sacrificio di Bobby Sands, uno dei tanti irlandesi che ha sacrificato la propria vita per la propria Patria. Il libro si potrebbe intitolare storie dal carcere; o una morte per la libertà. Ma in realtà questo breve libro non riesce a fornire tutte le chiavi per leggere sia il dramma individuale di un ragazzo morto a trenta anni né il dramma collettivo del popolo irlandese. La responsabilità non è, chiaramente, né dell’autore, né della curatrice. Ma del tipo di approccio del testo che, seppure in una grande crudezza di stile, non riesce a colpire nel profondo. Quanto il solo pensiero di un uomo morto per la libertà del suo popolo. Che tu possa riposare in pace, Bobby. ( )