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Chargement... Sparta (1998)par Ernst Baltrusch
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Inscrivez-vous à LibraryThing pour découvrir si vous aimerez ce livre Actuellement, il n'y a pas de discussions au sujet de ce livre. «Un día estaba yo pensando que Esparta, siendo como es una de las ciudades de menor población, sin embargo se ha convertido en la ciudad más poderosa y más célebre de Grecia... y me extrañaba de que así fuera. Luego pensé en las instituciones de los espartanos, e inmediatamente dejé de extrañarme». Con estas palabras expresaba su admiración por Esparta el escritor ateniense Jenofonte. Esparta como modelo forma parte del mito de la ciudad, pero también forma parte de dicho mito la imagen opuesta: el estatalismo, belicismo, inhumanidad e incultura de los espartanos. En estas páginas se pretende una aproximación a la realidad histórica de Esparta, con sus luces y sus sombras, frente al esplendor contemporáneo de Atenas, su gran rival. Ernst Baltrusch es profesor de historia antigua en la Universidad Libre de Berlín. Sus especialidades son el Derecho de gentes en la Grecia antigua y la historia de los judíos en la antigüedad. aucune critique | ajouter une critique
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Google Books — Chargement... GenresClassification décimale de Melvil (CDD)938.9History and Geography Ancient World Greece to 323 Messenia; Laconia; SpartaClassification de la Bibliothèque du CongrèsÉvaluationMoyenne:
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Cosa resta oggi di tutto ciò? Della città, poche rovine; della potenza militare e politica, nulla; alla straordinaria fioritura culturale dell’antica Grecia Sparta contribuì in modo insignificante. Dopo una fase di solidità e stabilità, gli impegni militari divennero eccessivi per le forze della città; nella società spartana comparvero squilibri e storture crescenti a cui non si riuscì a rimediare; altre potenze concorrenti emersero; tutto questo portò alla decadenza e alla fine, ma ciò non è diverso dalla sorte di tante altre civiltà umane. Quello che invece resta di Sparta è il modello di società, il suo “mito” formatosi già nell’antichità, forse il primo esempio di stato totalitario, e considerarlo significa ancora oggi confrontarsi con il problema del rapporto tra singolo e stato, tra libertà individuale e sottomissione al potere politico. Nel modello spartano l’individuo (di qualunque classe, sia lo spartiate sia l’ilota) era completamente subordinato allo stato, inquadrato in un sistema più grande di lui senza possibilità di scelta; Sparta quindi si poneva a un estremo delle possibili situazioni ed è questo, mi pare, che insieme ai suoi successi militari l’ha resa un modello, apprezzato o rigettato a seconda dei casi. Io nel modello spartano non trovo nulla di attraente, per la sua estrema compressione del singolo, per il suo militarismo, per lo sfruttamento schiavistico dei subordinati. Ma quello dell’equilibrio tra gli spazi e le ragioni del singolo e quelli della società o dello stato mi pare che resti uno di quei problemi della condizione umana che hanno trovato innumerevoli risposte e che non hanno mai avuto, e probabilmente non possono avere, una soluzione definitiva. ( )