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L'Italia nella guerra aerea : Dalla difesa della Sicilia all'8 settembre

par Ferdinando Pedriali

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L'assalto alla fortezza Europa iniziò praticamente undici mesi prima dello sbarco in Normandia. Nelle prime ore dellO luglio 1943, un'armada di 2.590 mezzi navali, appoggiata da 4.328 aerei, sbarcò sulle spiagge della Sicilia due armate, forti, agguerrite e magnificamente equipaggiate. Da quell'istante sarebbero passati sessantuno giorni prima della resa dell 'Italia. E ogni giorno dimostrò di quale scadente stoffa fossero fatti gli uomini che la governavano e avevano assunto il comando supremo delle sue Forze Armate. Gli italiani che allora combattevano in terra cielo e mare, risposero all'invasione in conformità agli ordini degli alti comandi, alla capacità dei loro ufficiali e allo spirito di corpo dei loro reparti.
Nella battaglia per la Sicilia vi furono esempi di valore senza pari. La Divisione Livorno attaccò per due giorni consecutivi la principale testa di sbarco della 7a Armata USA, e pur avendo subito perdite tremende, nei giorni seguenti continuò a combattere sino al suo completo esaurimento. Altri reparti fecero bravamente il loro dovere. Purtroppo, ci furono anche molte defezioni, alcune delle quali assai clamorose. Nessun cedimento si manifestò fra i reparti della Regia Aeronautica, il cui personale di volo e di terra tenne testa al nemico, prima difendendo la Sicilia poi il territorio nazionale, sino alla tarda sera dell'8 settembre, quando l'annuncio dell'armistizio bloccò in extremis le ultime operazioni offensive. Il comportamento in Sicilia delle truppe tedesche fu eccellente come il solito, tuttavia i loro alti comandi commisero alcuni esiziali errori strategici. Il feldmaresciallo Kesselring aveva imposto al comandante la 6a Amlata italiana, generale Guzzoni, un piano difensivo poi dimostratosi errato. Nella giornata dell' Il luglio von Richthofen, comandante della Luftflotte.2 aveva stabilito di impiegare la massa dei suoi bombardieri contro le zone di sbarco britanniche e solo più tardi decise di inviarla contro quelle americane. Invertendo l'ordine degli attacchi avrebbe probabilmente dato un decisivo aiuto alla controffensiva italo tedesca nel settore di Gela. Ovviamente, la Sicilia sarebbe stata ugualmente conquistata, ma almeno si sarebbe ritardato, seppur di poco, il successo degli anglo americani, per il momento non ancora liberatori ma nemici piuttosto spietati, come provato dalle note stragi di prigionieri italiani e tedeschi perpetrate dalla 7a Arnlatal. La ricostruzione della storia delle operazioni aeree, dallO luglio all'8 settembre 1943, ha richiesto un impegno non indifferente, soprattutto perché era necessario destreggiarsi fra la scarsa documentazione concernente le operazioni in Sicilia disponibile presso l'Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore Aeronautica e fra quella -assai più abbondante -di altri fondi archivistici. Comunque, è stato possibile tracciare un quadro abbastanza convincente della situazione generale delle operazioni aeree, e così pure di altri eventi che non erano per niente trascurabili. Onde seguire in linea retta l'argomento principale, non sono state incluse in questo lavoro le operazioni aeree sulla Sardegna, poiché, dopo l'inizio della campagna di Sicilia, l'isola dei nuraghi perse molta della sua importanza sia per l'aviazione alleata, che ridusse la frequenza dei suoi attacchi, sia per la Luftwaffe e la Regia Aeronautica, che la utilizzarono essenzialmente come base d'appoggio e come una riserva strategica, da cui prelevare aerei d'assalto e da caccia per la difesa della Sicilia.

Indice: Capitolo I - L'attacco alla Sicilia; Capitolo II - L'invasione del cielo e dal mare; Capitolo III - L'invasione della Sicilia sud orientale; Capitolo IV - Il dominio dell'aria; Capitolo V - Gela, l'attimo fuggente; Capitolo VI - Giorni decisivi; Capitolo VII - La ritirata dei reparti aerei italo tedeschi dalla Sicilia; Capitolo VIII - Invasione e difesa della Sicilia Occidentale; Capitolo IX - La difesa aerea della Sicilia, seconda fase; Capitolo X - La difesa aerea del territorio italiano; Capitolo XI - Bombardamenti e crollo di un regime; Capitolo XII - La ritirata sul continente; Capitolo XIII - "La guerra continua"; Capitolo XIV - L'8 settembre ( )
  BiblioLorenzoLodi | Jun 1, 2015 |
La Seconda Guerra Mondiale ha esaltato il determinante potere dell'arma aerea. Hitler perse la battaglia dell' Atlantico quando le portaerei di scorta e gli aerei decollati dalle nuove basi aeree nell' Atlantico cominciarono ad attaccare e distruggere i sommergibili tedeschi in ogni parte del grande oceano. Una potente flotta di portaerei americana conquistò isole ed arcipelaghi nell' oceano Pacifico, da cui partirono i tremendi e decisivi attacchi aerei sul Giappone. La Germania fu piegata da terrificanti raid aerei, che distrussero città ed industrie, eliminando contemporaneamente la potente Luftwaffe dai cieli dell' Europa.
L'Italia fu la prima nazione del Patto Tripartito ad arrendersi. La irreversibile parabola discendente delle sue fortune, iniziata con el-Alamein e lo sbarco anglo americano nel Nord Africa, arrivò al culmine con l'invasione della Sicilia, resa possibile e relativamente poco costosa dallo strapotere aereo del nemico, che dopo avere costretto Pantelleria alla resa, aveva praticamente distrutto i reparti aerei dell' Asse, che difendevano la Sicilia. Non era stata una vittoria facile. L'epica resistenza degli aviatori italiani e tedeschi era stata piegata non tanto dai combattimenti aerei, quanto dai continui ed inesorabili bombardamenti che avevano colpito giorno e notte le loro basi, i campi di fort~na e le strisce d'atterraggio nascoste fra gli ulivi. I tedeschi avevano fatto sfoggio di spirito militare, professionalità, e buoni aerei. Invece gli italiani avevano meno aerei, di cui pochi moderni, meno reintegri ed una inferiore organizzazione. Però combattevano con tanto slancio e coraggio da impressionare l'avversario. Il Quartiere Generale delle Nortwest African Air Forces dovette ammettere che "sopra la Sicilia gli Italiani avevano mostrato più spirito combattivo e spinto a fondo i loro attacchi molto meglio di quanto fecero i Tedeschi"!. E quello spirito combattivo rimase, anche mentre tutto crollava.
Dieci lunghi mesi dopo la battaglia di el-Alamein, l'Italia segnò l'armistizio il 3 settembre 1943. Le sconfitte in Africa Settentrionale, la distruzione della 6a Armata tedesca a Stalingrado, la tragedia dell' Armata Italiana in Russia ed infine l'esiziale campagna in Tunisia, avevano sottolineato sia i limiti della potenza militare tedesca, che l'inarrestabile tracollo delle Forze Armate italiane. La guerra aerea, ormai da mesi incombente sull'Italia, aveva raggiunto una violenza inimmaginabile, contribuendo a mettere a nudo tutti i difetti e limiti del sistema politico e militare nazionale e soprattutto la debolezza spirituale dei capi che avevano sospinto la nazione nella guerra, convinti che questa sarebbe stata breve e vittoriosa. Quando le sorti dell'Italia si avviarono al declino, gli uomini migliori o erano morti o erano stati emarginati. Unico punto fermo rimaneva la ineludibile alleanza con Hitler, che seppur disprezzando l'Italia, voleva spremerne a fondo le sue residue risorse a vantaggio della propria guerra. All'epoca degli accordi di Monaco, il Maresciallo dell' Aria Italo Balbo, notoriamente avverso al Patto d'Acciaio, aveva sentenziato che in caso di guerra "l'America avrebbe detto l'ultima parola"2. Purtroppo un tragico incidente aveva eliminato dalla scena italiana questo scomodo profeta. ( )
  BiblioLorenzoLodi | May 19, 2015 |
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In memoria del Sottotenente Pilota Antonio Chendi e dei suoi compangi del Corso Rondine caduti per la Patria.
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La decisione di invadere la Sicilia fu presa alla conferenza interalleata di Casablanca (14 - 23 gennaio 1943).
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(Cliquez pour voir. Attention : peut vendre la mèche.)
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