Alla base del grande successo editoriale di Nathan Never, l’ennesimo protagonista di casa Bonelli, ci sono tre sardi. Nathan appartiene all’agenzia Alfa, è intrigante, quasi come Dylan Dog, coraggioso, quasi quanto Tex, simpatico, quasi come Mister no. Tutti questi quasi delinenano un protagonista che rappresenta l’evoluzione della gamma dei sogni della casa di via Buonarotti; Nathan Never è il detective del futuro, di un futuro in cui tutte le contraddizioni del mondo attuale saranno state declinate e si sarà giunti alle estreme conseguenze. In questo albo viene proposta una storia, lunga, classica, “doppio futuro”, in cui la storia di Nathan viene ripercorsa in modo da offrire al lettore un angolo visuale corretto dal quale inquadrare la vita e i sentimenti del componente dell’agenzia alfa. Una sorta di lungo omaggio a Star Trek, scelta molto corretta da parte dei curatori di questo album. Le altre storie, questa volte brevi, sono “in numero zero” e “giochi di guerra”, vere e proprie chicche. Resta il fatto che Nathan Never è un uomo del futuro, e a me la fantascienza non sconfinfera.

Recensione del 3 dicembre 2008
La mia repulsione per la fantascienza si realizza anche nella, opposta, passione per il fumetto. Nathan Never ha tutti gli elementi per piacermi. Ma è ambientato in un futuro remoto che non capisco. E, quindi, non mi piace, mi annoia. Bella la storia dell’agente dell’agenzia Alfa. Bello il disegno e la sceneggiatura. Ma io preferisco il dipartimento del buon Nick Raider che, haimè, hanno chiuso. Quindi ho letto l’albo senza entusiasmo. E continuerò a non comprare Nathan Never. ( )