La demografia e' più consolante delle parole della politica, nonché di quelle di catastrofici amministratori o ambientalisti. Tuttavia, non va dimenticato che un numero o una interpretazione sono anch'esse politiche e opinabili. Dieci luoghi comuni (nel testo ce ne sono otto, gli altri due sono: la credenza che i prof universitari scrivano libri inutili, e la credenza che la demografia sia poco piu' che una curiosita') comunque da affrontare, uscendone con un ragionevole dubbio, ma nessuna certezza. D'altronde, la scienza va continuamente dimostrata e superata: questo si', che da sicurezza. ( )

Il libro affronta e sfata, con strumenti demografici e statistici rigorosi, alcuni luoghi comuni "mitologici", molto diffusi nella popolazione (italiana), relativi alla percezione di sé e del proprio stato: dal "non ci sono più le famiglie di una volta", "Italians do it better", "Gli italiani non vogliono più avere bambini", "Stiamo diventando sempre più vecchi: ci aspetta un futuro di povertà", al "Ci vogliono far lavorare fino a cent'anni", "L'unico investimento sicuro è il mattone", "Nel nostro paese ci sono troppi immigrati", "La bomba demografica ci distruggerà".
E invece quello che viene distrutta è la prosopopea di chi ritiene di poter ragionare sulle proprie sensazioni (magari anche non troppo reali ma inventate a scopo propagandistico) invece che con l'osservazione (anche statistica) della realtà.
Sembrano i cavalli di battaglia di qualche formazione politica locale tra le più retrive, che preferisce largamente fomentare paure e irrazionalità considerandole ottimi strumenti per la raccolta dei voti, piuttosto che analizzare i problemi per risolverli.
Un libro interessante e (ovviamente) molto documentato (ogni capitolo offre una ricca bibliografia ragionata per gli approfondimenti), anche se senza troppa collaborazione da parte dell'ISTAT, che pure sta lì esattamente a questo scopo, perché "Ogni burocrazia si adopera per rafforzare la superiorità della sua posizione, mantenendo segrete le sue informazioni e le sue intenzioni. Lo Stato cerca di sottrarsi alla visibilità del pubblico, perché questo è il modo migliore per difendersi dallo scrutinio critico" Max Weber. ( )