1942: il Ghetto di Varsavia attraverso gli occhi di un bambino. Un'insolita storia di sogni, paure, giochi e poesia. «L'Olocausto è la mia infanzia e c'erano molte cose belle e divertenti allora, che non si possono avere se si cresce invece in tempo di pace. [...] Volevo scrivere di un bambino nel ghetto che diventa una sorta di Robinson Crusoe in una città vuota: per sopravvivere prende dalle altre case ciò che gli serve come Robinson prendeva dai relitti di altre navi sospinte sulla spiaggia dalle onde». Uri Orlev (fonte: kobo.com)

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RGG: Reminiscent of Spinelli's Milkweed. A boy survives alone in an emptying Polish ghetto. A little more tell than show, dominated by the first person narration. Somewhat unbelievable perhaps. A happy ending.

An 11-year-old boy must hide in an abandoned building in the Jewish Ghetto after being separated from his father, and stays there for several months waiting for his father to return.
Alternately heartbreaking and hopeful. A good and important read. ( )