"Si muore solo di morte, ma alla morte, perché qualcuno la riconosca, bisogna dare un nome": con la pazienza di un collezionista, l'Autore (non nuovo a questo tipo di raccolte) comprime in 271 sintetiche annotazioni di qualche riga, al più mezza pagina (scusandosi nei pochi casi in cui si dilunga di più) il momento finale della vita di altrettanti personaggi, più o meno noti, più o meno vicini, più o meno importanti.
Sono quasi epigrammi che, con la forza di un epitaffio, tracciano i momenti finali dell'esistenza evidenziandone, talvolta esplicitamente talvolta no, il legame con la vita passata.
Non c'è un ordine teutonico in questo agglomerato di descrizioni, che comunque sono classificate, in qualche modo, e messe in una qualche sequenza poiché "si scrive solo di seguito: parola dopo parola, frase dopo frase, ma ai libri, perché qualcuno li legga, bisogna dare un ordine". ( )