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Nuova edizione a distanza di vent'anni dalla precedente che conferma l'evoluzione e lo sforzo della Sicilia di guardare a se stessa con una più acuta sensibilità e una più matura consapevolezza della propria identità storica e culturale
Preceduti da cenni storico-urbanistici (quando riguardano città importanti) o storico-ambientali (se si riferiscono ad aree territoriali omogenee), sono in tutto 19 capitoli, articolati in 54 itinerari analitici. Da Palermo e dal suo territorio passano alla descrizione di Trapani e Marsala con le isole Ègadi; dal Bèlice ad Agrigento con le Pelagie; dalla valle del Plàtani a Cefalù e alle Madonìe; dall'altopiano interno, con Caltanissetta ed Enna, alla piana di Gela; dal Ragusano a Siracusa e al Siracusano; con Caltagirone, a Catania e alla regione etnea; dai Nèbrodi alle isole Eolie e a Messina e i Peloritani.

In edicola domani con "Repubblica" il quarto volume della collana "L´Italia" dedicato alla Sicilia: oltre 1.100 pagine ricchissime di contenuti e corredate da un dettagliato atlante cartografico, in un´edizione di pregio con cofanetto in vendita a 12,90 euro oltre al prezzo del quotidiano. "Sicilia" è il 4° titolo della nuova collana editoriale di "Repubblica", realizzata in collaborazione con il Touring Club Italiano. In tutto 23 volumi, in uscita ogni martedì, che si caratterizzano per la preziosa veste editoriale e per la qualità e autorevolezza dei contenuti, aggiornati a dicembre 2004.

Qualità confermata dal riconoscimento dell´Istituto Centrale per il Restauro del Ministero dei Beni Culturali, che ha attribuito alla collana la valenza di repertorio dei beni culturali esposti in Italia. Il volume "Sicilia" racconta, a partire dai saggi introduttivi, la vicenda artistica e culturale di una terra piena di contraddizioni, per certi aspetti chiusa e orgogliosa della propria identità insulare, per altri crocevia delle tante espressioni della civiltà mediterranea.

diciannove itinerari di visita descrivono minuziosamente i luoghi dell´architettura e dell´arte, i siti archeologici e i parchi naturali, le città e i paesi, i paesaggi umani e le aree di interesse naturalistico. Dalle bellezze paesaggistiche dell´area dell´Etna o delle isole Eolie alle grandi espressioni delle civiltà greca, romana e araba, emerge il ritratto di una regione con una ricchezza paesaggistica unica e una tradizione culturale straordinariamente varia.

(17 gennaio 2005)

PALERMO - Quando da ragazzetta passava davanti a Villa Palagonia, e sui muri di cinta vedeva tutti quei mostri in tufo, accelerava il passo e scantonava trafelata. La terrorizzavano quelle figure antropomorfe - metà uomini e metà bestie - volute nel Settecento dall´eccentrico principe don Francesco Ferdinando Gravina, bizzarro al punto d´andare in giro con un vassoio d´argento a chiedere l´elemosina per i poveri. Poi Dacia Maraini ha cominciato ad amarle, e la "Villa dei mostri" è diventata anche per lei il luogo simbolo della sua Bagheria. «Oggi - dice la scrittrice - purtroppo gran parte di quelle figure è andata perduta per l´erosione e l´incuria degli uomini. Oltretutto le statue, che prima si stagliavano contro il cielo, ormai sono schiacciate dai palazzoni abusivi. Ma vale ancora la pena fare una puntata a Bagheria per visitare questo monumento barocco e le altre ville storiche, ormai prigioniere del cemento in quella che una volta era la Conca d´oro».

A Villa Cattolica ci sono il museo e la tomba di Guttuso. Sono curati?

«Il parco dove c´è la tomba neoclassica di Giacomo Manzù, che a me non piace, è maltenuto. Un muro poi cancella quel mare che il pittore amava visceralmente».

Dove ci conduce nella prossima tappa?

«Prima di allontanarci dalla mia zona natia vorrei cullarmi ancora un po´ nei ricordi, quando il mare era pulitissimo e le coste sgombre. Andavamo a piedi sulla spiaggia, quattro chilometri di viottolo tra aranceti e limoneti. Profumo di zagara e di mare. C´è ancora un posto incontaminato, capo Zafferano, a pochi chilometri dal sito archeologico di Solunto, una città fenicia intatta».

Un´escursione nella natura: dove?

«Sulle Madonie. Flora e fauna impareggiabili. I paesi ricchi di storia e d´arte sono delle terrazze sul mare. E pochi sanno che vi sono piste da sci. A mezz´ora di auto da Cefalù, la cittadina normanna dove c´è la celebre cattedrale che fa il paio con quella di Monreale».

Palermo è ricca di storia, ma di curioso cosa possono cercare i lettori di "Repubblica" sulla guida del Touring?

«I teatri fantasma, ai quali ho dedicato un libro, "Il sommacco" (Flaccovio). Il capoluogo nel Settecento era pieno di teatri. Poi, in gran parte sono stati abbandonati e tra le macerie è cresciuto appunto il sommacco, una pianta utilizzata nelle concerie. Per fortuna, negli ultimi anni diversi teatri sono stati recuperati».

Quali, per esempio?

«Il Bellini. Un tempo era un casino, una sorta di circolo per nobili e il palcoscenico era nel limitrofo Santa Lucia. I signorotti si portavano da casa il cibo e perfino il vaso da notte e tra uno spettacolo e l´altro mangiavano, giocavano a carte e ballavano. Altri tempi. Poi c´è il Garibaldi, e infine lo Spasimo, che per la verità era un ospedale. Oggi una pianta di sommacco enorme si erge nello squarcio di una cupola diroccata, che l´ex sindaco Orlando ha recuperato come spazio scenico».

La sua prima gita?

«Nelle Saline di Trapani. Rimasi abbagliata dal luccichio di quei cumuli di sale. E da lì poi a Mozia, l´isoletta punica ricca di reperti, tra cui il celebre "Giovinetto". Quando ci torno basta fare due passi per ritrovarmi indietro nel tempo di tremila anni».

(17 gennaio 2005)

Camilleri tra le colline brulle "Montalbano parte da Enna"
di SALVATORE FERLITA

La Sicilia che piace ad Andrea Camilleri è quella arida, brulla, terragna e poco ospitale. Perché?

«Tutto quello che riguarda la nostra cultura leggendaria non proviene dalle sponde dell´Isola, ma da quella Sicilia che guarda all´interno di se stessa. Ricordo che ci fu un grande scrittore inglese che decise di fare un viaggio in Sicilia con le corriere. Era un modo di viaggiare suggestivo, che ti permetteva di vedere i paesaggi e di conoscere le persone. Ma oggi è improponibile».

L´itinerario che lei suggerisce, dunque, è quello nel cuore isolano, che tanto piace al suo commissario?

«Certo, un viaggio che faccia a meno dei luoghi canonici, ossia Taormina, Palermo, e che comprenda le viscere della Sicilia. Al viaggiatore di oggi suggerisco di guardare il mare e servirsene come base per conoscere l´Isola più intima. Montalbano lo dice chiaramente: lui predilige la Sicilia riarsa, con le case a forma di cubo, messe lì in un equilibrio impossibile, le colline aride, brulle».

Da dove prendere le mosse?

«Da Enna, che di solito non è contemplata dai giri turistici, senza però trascurare i paesi limitrofi. Secondo Callimaco, Enna era l´ombelico della Sicilia. Federico II vi fece costruire una bellissima torre ottagonale, e lì si riuniva con quei poeti che avrebbero dato vita alla scuola poetica siciliana. E poi ci sono il Castello di Lombardia, la Rocca di Cerere, con la sua leggenda di morte e resurrezione, e il Lago di Pergusa. Ma va tenuto in considerazione anche il Castello chiaramontano di Mussomeli, oggi restaurato, che sembra sorgere direttamente dalla roccia».

Sono questi i luoghi descritti da Nino Savarese e da Francesco Lanza. Gli scrittori sono quindi il miglior viatico per scoprire la vera natura dell´Isola?

«Sì e no. Ad esempio le pagine di Goethe, che ormai hanno fatto il loro tempo. Il suo è stato un viaggio immaginario. Lui visitava i luoghi con un´idea preconcetta. Se guardava una cosa diversa, che non quadrava, la riadattava alla sua visione di fondo».

Ci sono poi i paesi che fanno da sfondo ai suoi romanzi storici, Porto Empedocle, Cianciana, Raffadali?

«Si tratta di luoghi dove c´è uno splendido paesaggio umano, che io prediligo, e che tuttora è stato poco violentato dal cemento della modernità».

(27 dicembre 2004) ( )
  MareMagnum | Mar 28, 2006 |
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