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Decima edizione della guida «Milano», suggerisce curiosità ed indagine per questa città straordinariamente stimolante, ove si accostano le esperienze culturali più diverse e gli stili archittetonici più vari, immersi nello spirito del continuo rinnovarsi
8 capitoli, articolati in 25 itinerari analitici, di cui 10 dedicati alla città storica, perlustrata prima nei quartieri più centrali, poi in quelli di espansione pre-ottocentesca; 6 dedicati alla città moderna, che si spingono nelle grandi periferie nord, est e ovest. Degli altri 9, che visitano la città negli immediati dintorni, 6 si spingono nella Bassa milanese dei navigli e 3 nelle abbazie medievali di Chiaravalle, Viboldone e Mirasole.

Esce domani insieme a "Repubblica" il volume della collana "L´Italia" dedicata a Milano. È il nono titolo del progetto editoriale realizzato in collaborazione con il Touring Club Italiano. Oltre 800 pagine descrivono questa città, luogo di memorie, di rifacimenti, di trasformazioni, di arditi progetti contemporanei. Il volume è arricchito da un dettagliato atlante cartografico, in un´edizione con cofanetto, a 12,90 euro oltre il prezzo del quotidiano.

La guida vuole proporre una visita turistica ad una città grande e complessa, nota ovunque per le sue capacità imprenditoriali ma spesso meno conosciuta per il suo patrimonio storico e artistico. Gli itinerari indicati vogliono svelare quello che è rimasto della Milano romana e comunale, viscontea e sforzesca, spagnola e austriaca. Una città del passato che grazie ad un sapiente recupero, ad un accurato restauro, ha potuto integrarsi con le più avanzate realizzazioni del presente, con l´architettura moderna e contemporanea di cui Milano è ricca. La città esplorata e raccontata nella guida non è però fatta di parti separate perché Milano è ostinatamente monocentrica sia per "forma urbis" che per cultura e carattere. La guida riserva una particolare attenzione anche ai dettagli e al cosiddetto "minore": Milano infatti è molto più densa di memorie di quanto comunemente si creda. Al termine del percorso ne esce il ritratto di una città con un´identità fortissima che appare in continuo divenire.

Le Guide sono una collana formata da 23 volumi, in uscita il martedì con Repubblica. La preziosa veste editoriale racchiude un´opera di qualità, un giudizio confermato dal riconoscimento dell´Istituto Centrale per il Restauro del Ministero dei Beni Culturali che ha attribuito alla collana la valenza di repertorio dei beni culturali esposti in Italia.

(21 febbraio 2005)

MILANO - Philippe Daverio, 55 anni, milanese, ex gallerista, ex assessore alla cultura della giunta comunale leghista, è l´anima e il volto di Passepartout, il programma di Raitre dedicato all´arte.

Se dovesse filmare la bellezza di Milano in tre immagini?

«Sceglierei la finta abside di San Satiro, meraviglia dell´illusionismo prospettico rinascimentale. La villa comunale di via Palestro, capolavoro di neoclassicismo totale. E il palazzo di Luigi Moretti in corso Italia, anni ´50: l´ultima stagione coraggiosa dell´architettura milanese».

Milano città d´arte per molti è un ossimoro. Perché?

«Perché i bombardamenti inglesi del 1943 l´hanno devastata. Perché subisce il cliché di città dei cumenda e della moda. E perché gli stessi milanesi sono poco consapevoli delle loro bellezze. I veri testimonial di Milano sono i giapponesi, in coda ogni giorno alle Grazie per il Cenacolo di Leonardo e al Castello per la Pietà Rondanini di Michelangelo».

Quali sono state le grandi stagioni dell´arte milanese?

«Il Quattrocento, quando alla corte di Ludovico il Moro arrivano Leonardo, Bramante, il Filarete. Poi, il primo Seicento, quando in città nasce il barocco».

Tesi eretica.

«Però vera. La Milano dominata politicamente da Filippo II e ideologicamente dai cardinali Borromeo anticipa la Roma papale. Sant´Agnese del Borromini a Roma è del 1615, Sant´Alessandro a Milano è del 1602».

Dopo il barocco?

«Il neoclassicismo, formidabile stagione di rinnovamento. Quando la Milano austriaca, poi napoleonica, costruisce la Scala, Palazzo Reale, i palazzi Serbelloni e Clerici».

(21 febbraio 2005)

"Duomo, Scala, Galleria qui batte il cuore della città"
di LUIGI PASTORE

MILANO - Architetto Mario Botta, svizzero di Mendrisio ma milanese d´adozione, protagonista del restauro della Scala, le capita spesso di andare a Milano?

«Mi considero milanese, non solo per motivi di lavoro ma anche perché da casa mia a Milano ci sono 35 minuti di macchina. In pratica, è un tutt´uno urbanizzato lungo il Sempione».

Qual è secondo lei il luogo più bello di Milano?

«Nonostante le grandi trasformazioni urbanistiche che stanno caratterizzando negli ultimi anni la città, il luogo più bello resta il cuore del centro storico, che si identifica in piazza Duomo, la Galleria Vittorio Emanuele e piazza della Scala».

Lei ha disegnato l´ellisse sulla nuova Scala, riaperta lo scorso 7 dicembre. Un restauro che ha diviso la città.

«È la conferma di quanto dicevo, di come Milano continui a identificarsi in alcuni luoghi fisici, che poi sono anche luoghi della vita della città. La sera della prima della Scala c´erano migliaia di milanesi in Galleria per vedere l´opera sui maxi schermi. Una partecipazione che andava al di là dei melomani e che in altri Paesi, ad esempio, negli Stati Uniti, sarebbe inimmaginabile».

Milano ha tanti tesori artistico-culturali, ma non è considerata città turistica. Qual è la sua opinione?

«Milano ha un doppio ruolo: da un lato, è la porta del Mediterraneo verso il centro e nord Europa e ha una vocazione economica che talora offusca quella culturale, dall´altro, può proporre molto dal punto di vista artistico e culturale. Penso all´Ambrosiana e a Brera prima di tutto: chi visita Milano non può fare a meno di segnarli sul suo itinerario».

(21 febbraio 2005) ( )
  MareMagnum | Mar 28, 2006 |
Best travel guide by far for Milan, although your knowledge of Italian should be excellent if you want to understand it 100%!
  yvlind1 |
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