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Il matematico impertinente

par Piergiorgio Odifreddi

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Vario ed interessante. Tocca argomenti eterogenei in modo preciso e conciso aprendo la strada ad una visione logica della realtà. Notevoli i riferimenti letterari e non dell'autore. ( )
  Spell.bound | Apr 3, 2013 |
Piergiorgio Odifreddi
Il matematico impertinente

"Il rifiuto dell'evoluzionismo e l'esaltazione della razza e della famiglia sono i comandamenti della fede antiscientista. Essi infiammano i fanatismi religiosi e politici delle Chiese e delle Leghe del mondo intero, perché le differenze culturali sono più importanti della variabilità biologica, almeno per quelli che si preoccupano più della società costruita da loro, che del mondo creato dalla natura. Per gli altri, il condividere il cento per cento del DNA con certi 'umani' è più imbarazzante che condividerne il 98 per cento con gli scimpanzé."

Nessuno si faccia spaventare dalla figura dell'autore, matematico e docente di Logica all'Università di Torino. Non troverete formule astruse né pagine di difficile interpretazione: in questo saggio prevale l'impertinenza sulla matematica, la comunicazione sulla tendenza all'ermetismo (corrente da cui spesso tendono a lasciarsi trascinare gli scienziati), il discorso morbido ed elastico all'assunto rigido e tassativo.
Impertinente sì, come lo sono stati in passato altri grandi studiosi e filosofi, perché osa sempre dire ciò che pensa, senza badare alla popolarità o meno delle sue affermazioni, ma facendo sempre un'analisi seria, scientifica, metodologica degli eventi e delle affermazioni.
Il fascino della sua visione è proprio questo, la capacità di utilizzare una logica quasi di tipo informatico, mettere sotto la lente di una sorta di personale microscopio storia e scienze, tecnologia e filosofia. Confuta affermazioni, mette in discussione dichiarazioni anche tassative facendone emergere le contraddizioni e senza schierarsi per partito preso, impertinente per non appartenente e non nel secondo significato di arrogante e insolente.
Odifreddi dichiara di avere modelli come Bertrand Russell e Noam Chomsky, "non tanto per le loro posizioni politiche, religiose e filosofiche, sulle quali comunque spesso non discordo, quanto piuttosto per la loro metodologia, sulla quale invece sempre concordo".
Qualche esempio? Siamo tutti africani è il titolo di un capitoletto dedicato alla confutazione del motto "siamo tutti occidentali", "nel senso che l'Africa è non solo il luogo di nascita dell'Homo sapiens, ma anche il punto di partenza della 'vera' globalizzazione". Anzi, afferma Odifreddi in un successivo testo, "siamo tutti scimmie africane, con buona pace degli umanoidi che si radunano sulle piazze per proclamare invece siamo tutti americani (volendo dire statunitensi)".
Divertenti i momenti in cui smonta le centurie di Nostradamus, intervista Aristotele, Newton, Archimede, racconta la storia "scientifica" del sesso, con tanto di spiegazione giustificata delle relazioni adulterine (ma delle rondini!).
Fa riflettere la sua dimostrazione direi inconfutabile che il peggior attentato terroristico della storia non sia stato quello dell'11 settembre ma le bombe sganciate sul Giappone al termine della seconda guerra mondiale dai "buoni" americani che si erano armati contro i "cattivi" tedeschi che in realtà l'arma di distruzione di massa non la possedevano affatto.
Il mondo è bello perché è vario è il titolo di un altro breve testo in cui il matematico (qui davvero "impertinente"…) si sbilancia criticamente e scrive: "c'è dunque un gran bisogno di una critica scientifica al totalitarismo occidentale, imperiale e imperante, che senza più alcun pudore pretende di imporre al mondo intero, con il bastone dei carri armati e la carota della pubblicità, il credo monoteistico e trinitario di un unico modello economico (il capitalismo), un unico sistema politico (la democrazia) e un unico credo religioso (il cristianesimo)".

Di Giulia Mozzato

Il matematico impertinente di Piergiorgio Odifreddi
347 pag., Euro 16,00 - Longanesi (Le spade n. 2)
ISBN: 88-304-2222-3

ELOGIO DELL'IMPERTINENZA

Nel 1848, mentre un impertinente spettro si aggirava per l'Europa, il Vocabolario di parole e modi errati dell'Ugolini dichiarava: « Impertinente, per non appartenente, non può dubitarsi che non sia buona voce; ma siccome nell'uso più comune si adopera impertinente per arrogante e insolente, conviene essere molto cauti nell'usarla nel primo significato».
Chissà quale dei due significati aveva in mente l'editore che agli inizi mi attribuì la qualifica di « matematico impertinente », nel sottotitolo di uno dei miei primi libri divulgativi: meglio non indagare, per evitare risposte imbarazzanti. Ma qualcuno deve aver concordato, se dapprima l'appellativo è diventato il titolo della mia rubrica mensile per Le Scienze, e ora lo diventa di questa raccolta.
Quanto a me, considero l'impertinenza come un buon modo, e a volte l'unico possibile, di affrontare i problemi in maniera pertinente. Soprattutto in campi come la politica e la religione, in un periodo storico che potremmo descrivere come l'era delle «tre B »: che non stanno a indicare, come nei tempi andati, il trio Bach, Beethoven e Brahms, bensì la triade Bush, Berlusconi e Benedetto XVI.
Io sento l'impertinenza nei confronti loro e dei loro seguaci come un imperativo morale e civile, in entrambi i sensi dell'Ugolini. Anzitutto, come non appartenenza a una visione del mondo ispirata dalla certezza che, per dirla nella lingua del nuovo papa, Goti mit uns, « Dio è con noi »: meno che mai quando questa certezza rigenera mostri che credevamo ormai definitivamente scomparsi, dalle guerre imperialiste alle crociate integraliste. E poi, per proclamare ad alta voce che certi presidenti e papi sono nudi: una doverosa arroganza nei confronti di coloro che vorrebbero imporre all'universo mondo moderno il loro provincialissimo capitalismo e il loro antiquato cristianesimo.

Piergiorgio Odifreddi
Il matematico impertinente

"Il rifiuto dell'evoluzionismo e l'esaltazione della razza e della famiglia sono i comandamenti della fede antiscientista. Essi infiammano i fanatismi religiosi e politici delle Chiese e delle Leghe del mondo intero, perché le differenze culturali sono più importanti della variabilità biologica, almeno per quelli che si preoccupano più della società costruita da loro, che del mondo creato dalla natura. Per gli altri, il condividere il cento per cento del DNA con certi 'umani' è più imbarazzante che condividerne il 98 per cento con gli scimpanzé."

Nessuno si faccia spaventare dalla figura dell'autore, matematico e docente di Logica all'Università di Torino. Non troverete formule astruse né pagine di difficile interpretazione: in questo saggio prevale l'impertinenza sulla matematica, la comunicazione sulla tendenza all'ermetismo (corrente da cui spesso tendono a lasciarsi trascinare gli scienziati), il discorso morbido ed elastico all'assunto rigido e tassativo.
Impertinente sì, come lo sono stati in passato altri grandi studiosi e filosofi, perché osa sempre dire ciò che pensa, senza badare alla popolarità o meno delle sue affermazioni, ma facendo sempre un'analisi seria, scientifica, metodologica degli eventi e delle affermazioni.
Il fascino della sua visione è proprio questo, la capacità di utilizzare una logica quasi di tipo informatico, mettere sotto la lente di una sorta di personale microscopio storia e scienze, tecnologia e filosofia. Confuta affermazioni, mette in discussione dichiarazioni anche tassative facendone emergere le contraddizioni e senza schierarsi per partito preso, impertinente per non appartenente e non nel secondo significato di arrogante e insolente.
Odifreddi dichiara di avere modelli come Bertrand Russell e Noam Chomsky, "non tanto per le loro posizioni politiche, religiose e filosofiche, sulle quali comunque spesso non discordo, quanto piuttosto per la loro metodologia, sulla quale invece sempre concordo".
Qualche esempio? Siamo tutti africani è il titolo di un capitoletto dedicato alla confutazione del motto "siamo tutti occidentali", "nel senso che l'Africa è non solo il luogo di nascita dell'Homo sapiens, ma anche il punto di partenza della 'vera' globalizzazione". Anzi, afferma Odifreddi in un successivo testo, "siamo tutti scimmie africane, con buona pace degli umanoidi che si radunano sulle piazze per proclamare invece siamo tutti americani (volendo dire statunitensi)".
Divertenti i momenti in cui smonta le centurie di Nostradamus, intervista Aristotele, Newton, Archimede, racconta la storia "scientifica" del sesso, con tanto di spiegazione giustificata delle relazioni adulterine (ma delle rondini!).
Fa riflettere la sua dimostrazione direi inconfutabile che il peggior attentato terroristico della storia non sia stato quello dell'11 settembre ma le bombe sganciate sul Giappone al termine della seconda guerra mondiale dai "buoni" americani che si erano armati contro i "cattivi" tedeschi che in realtà l'arma di distruzione di massa non la possedevano affatto.
Il mondo è bello perché è vario è il titolo di un altro breve testo in cui il matematico (qui davvero "impertinente"…) si sbilancia criticamente e scrive: "c'è dunque un gran bisogno di una critica scientifica al totalitarismo occidentale, imperiale e imperante, che senza più alcun pudore pretende di imporre al mondo intero, con il bastone dei carri armati e la carota della pubblicità, il credo monoteistico e trinitario di un unico modello economico (il capitalismo), un unico sistema politico (la democrazia) e un unico credo religioso (il cristianesimo)".

Di Giulia Mozzato ( )
  MareMagnum | Feb 18, 2006 |
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