Non è sempre facile affrontare il genere ‘racconto’, almeno per me. A volte entro immediatamente in sintonia con i personaggi e con la storia, altre volte ho la sensazione di rimanere appesa a qualcosa di sfuggente di cui non riesco a captare pienamente, o nemmeno in parte, il senso o addirittura la direzione. Quando il racconto si configura come un mini-romanzo (Alice Munro) il gioco è fatto, ma normalmente non è così e il racconto è di solito un ritaglio a se stante, quasi un lampo il cui bagliore o colpisce intensamente o passa senza quasi lasciare traccia. Ben venga dunque questa sorta di guida alla lettura dei racconti di Paolo Cognetti, a sua volta autore di racconti, che peraltro non ho letto perché rifuggo in genere dalla narrativa italiana contemporanea (ma questo è un altro discorso). Questo testo mi è risultato utile perché l’autore si avvicina al genere ‘racconto’ non con l’approccio del saggista o del critico letterario, ma con la sensibilità e lo stile dello scrittore. Si aprono così degli spiragli empatici che sollecitano una comprensione più di cuore che di cervello. E il tutto avviene attraverso esempi e squarci di letture incentrati su racconti di autori nord-americani. Grandi classici, da Hemingway a Carver, da Grace Paley a Flannery O’Connor, da Alice Munro a Dubus. E per finire quattro esempi di racconti dello stesso Cognetti, “si parva licet….” ( )