In questo volume la saga di Elric giunge a una definizione compiuta della storia del più tragico anti-eroe del fantasy moderno. Ancora come sempre la figura di un uomo schiacciato dal peso di un destino che non può comandare né evitare, personificato più di tutto dalla maledetta spada stregata Stormbringer, che è la sua inseparabile fonte di forza, un'arma in grado di succhiare l'anima di coloro che uccide per alimentare il fisico debole del principe albino, ma che ha una particolare predilizione per quelle delle sue amate e amici.
Nella prima parte, una raccolta di racconti, le vicende di Elric continuano sulla falsariga dei volumi precedenti. In queste novelle non è possibile che ripensare a Howard e ai suoi eroi, senza timore di retorica affermo che Moorcock è il vero erede del bardo di Cross Plains, con il valore aggiunto dato dal fatto che i suoi personaggi e le loro vicende sono più simili all'epica e alla tragica greca, che non alle rutilanti avventure hyboriane di Conan il Cimmero.
Nella seconda parte il vero e compiuto romanzo di Elric, che non a caso si intitola Stormbringer. In questo romanzo il principe albino e il suo mondo vanno incontro al destino da loro assegnato dagli dei e dall'eterna lotta tra Legge e Caos che vedono in Elric il Campione Eterno, colui il quale è sempre presente in ogni dove e ogni quando dell'immenso multiverso concepito da Michael Moorcock, il cui ruolo è sempre determinante nello stabilire quale delle due fazioni avrà il predominio sul mondo mortale.
La saga di Elric così raggiunge un'incredibile respiro eppure sfiora appena la mole di mille pagine cui siamo abituati ormai dagli strabordanti romanzi fantasy. Lo stile di Moorcock conciso e incisivo, risolve le situazioni in poche dense righe ed è la migliore prosa in campo di heroic fantasy che si possa desiderare. ( )

In questo volume la saga di Elric giunge a una definizione compiuta della storia del più tragico anti-eroe del fantasy moderno. Ancora come sempre la figura di un uomo schiacciato dal peso di un destino che non può comandare né evitare, personificato più di tutto dalla maledetta spada stregata Stormbringer, che è la sua inseparabile fonte di forza, un'arma in grado di succhiare l'anima di coloro che uccide per alimentare il fisico debole del principe albino, ma che ha una particolare predilizione per quelle delle sue amate e amici.
Nella prima parte, una raccolta di racconti, le vicende di Elric continuano sulla falsariga dei volumi precedenti. In queste novelle non è possibile che ripensare a Howard e ai suoi eroi, senza timore di retorica affermo che Moorcock è il vero erede del bardo di Cross Plains, con il valore aggiunto dato dal fatto che i suoi personaggi e le loro vicende sono più simili all'epica e alla tragica greca, che non alle rutilanti avventure hyboriane di Conan il Cimmero.
Nella seconda parte il vero e compiuto romanzo di Elric, che non a caso si intitola Stormbringer. In questo romanzo il principe albino e il suo mondo vanno incontro al destino da loro assegnato dagli dei e dall'eterna lotta tra Legge e Caos che vedono in Elric il Campione Eterno, colui il quale è sempre presente in ogni dove e ogni quando dell'immenso multiverso concepito da Michael Moorcock, il cui ruolo è sempre determinante nello stabilire quale delle due fazioni avrà il predominio sul mondo mortale.
La saga di Elric così raggiunge un'incredibile respiro eppure sfiora appena la mole di mille pagine cui siamo abituati ormai dagli strabordanti romanzi fantasy. Lo stile di Moorcock conciso e incisivo, risolve le situazioni in poche dense righe ed è la migliore prosa in campo di heroic fantasy che si possa desiderare. ( )