

Chargement... Intolerance [1916 film] (1916)par D. W. Griffith (Directeur), Hettie Grey Baker (Writer), Tod Browning (Writer), Anita Loos (Writer), Mary H. O'Connor (Writer)
![]() Aucun Actuellement, il n'y a pas de discussions au sujet de ce livre. Babylon is attacked by Persia, Jesus is crucified, the Huguenots are massacred, and the modern-day working class are oppressed. It could have been a lot worse. It's clearly a very important movie. I didn't get anything out of it, though, other than historical appreciation. Concept: D Story: C Characters: C Dialog: C Pacing: B Cinematography: B Special effects/design: A Acting: C Music: n/a (watched with the sound off) Enjoyment: C GPA: 2.3/4
D. W. Griffith’s epic celebration of the potentialities of the film medium—perhaps the greatest movie ever made and the greatest folly in movie history. It is charged with visionary excitement about the power of movies to combine music, dance, narrative, drama, painting, and photography—to do alone what all the other arts together had done. In this extravaganza one can see the source of most of the major traditions of the screen—the methods of Eisenstein and von Stroheim, the Germans and the Scandinavians, and, when it’s bad, De Mille. It combines extraordinary lyric passages, realism, and psychological details with nonsense, vulgarity, and painful sentimentality.
Switches back and forth between four separate stories from Babylonian times to the twentieth century to show humanity's inhumanity and intolerance through the ages. The Babylonian story deals with the fall of Babylon in 538 B.C. The Judean story treats the life of Christ. The French story centers on the Massacre of St. Bartholomew's Day in 1572. The modern story is set in an American mill town and the slum area of an American city. Aucune description trouvée dans une bibliothèque |
![]() Couvertures populairesÉvaluationMoyenne:![]()
Est-ce vous ?Devenez un(e) auteur LibraryThing. |
Quattro storie diversissime intrecciate tra loro che in comune hanno il tema dell'intolleranza cui si riferisce il titolo: in La madre e La legge (con Mae Marsh, Fred Turner, Robert Harron, Vera Lewis), un operaio, sullo sfondo di uno sciopero duramente represso, viene ingiustamente accusato di omicidio; in La passione di Cristo (con Howard Gaye, Lillian Langdon, Olga Grey, Bessie Love, Erich von Stroheim) sono raccontate tre parabole evangeliche: le nozze di Cana, i farisei al Tempio, la Maddalena; in La notte di San Bartolomeo, (con Josephine Crowell, Margery Wilson, Spottiswoode Aitken, Eugene Pallette) la cattolica Caterina de'Medici ordina la strage dei protestanti Ugonotti, in La caduta di Babilonia (con Constance Talmadge, Elmer Clifton, Alfred Paget, Seena Owen) il re di Babilonia, dopo aver respinto l'esercito persiano, dà inizio a una festa che lascerà la città esposta al nuovo attacco dei nemici. Un film complesso e dispendioso (100.000 metri di pellicola impressionata, 5000 comparse) che uscì negli Usa alla vigilia dell'entrata in guerra: il legame tra i vari episodi, suggerito al regista da un'epigrafe di Walt Whitman, fu giudicato macchinoso, e il messaggio pacifista (da notare che Griffith era stato accusato di razzismo per il precedente Nascita di una nazione) suonò totalmente inopportuno. Il fiasco all'epoca fu ricompensato solo dalla parziale rivalutazione storico-critica. Tacciato da alcuni di gigantismo autocompiaciuto, schematismo strutturale, "difficoltà ideologiche" (Ejzenstejn) e pedanteria d'autodidatta, va apprezzato proprio perchè rappresenta il primo e il più grande momento d'impasse di un'arte ancora in fieri. Dal punto di vista linguistico è la sintesi di tutte le invenzioni del regista: narrazione in crescendo, grazie al montaggio paralello e alternato, con il cosidetto finale alla Griffith; uso dei carrelli orizzontali e delle gru (tenute sospese da palloni aerostatici); sperimentazione dello spazio e del tempo; impiego e trattamento di oggetti simbolici (la culla come leit-motiv). In questo modo lo "scandalo" di Intolerance consiste nell'aver usato questa sintassi per razionalizzare e tenere insieme un materiale volutamente eterogeneo e disgregato nella realtà storica. Dalla tensione tra i due poli scaturisce l'originalità - esclusivamente formale - del film, a cui oggi spetta un posto d'onore nell'ideale museo della settima arte. Al montaggio ha collaborato Erich von Stroheim, che interpreta la parte di un fariseo in La Passione di Cristo. I titoli delle singole storie furono aggiunti nel 1919 dallo stesso Griffith che per tentare di salvare il film accettò di rimontarlo e far uscire separatamente l'episodio contemporaneo e quello babilonese. Ma da allora non è stato più disponibile il negativo integrale dell'opera. Una curiosità: la casa di produzione del film (La triangle Film Corporation) fu sciolta per fallimento nel 1918. L'anno seguente, Griffith fondò con Fairbanks, la Pickford e Chaplin la United Artists, la quale a sua volta sparì a casa di un altro clamoroso insuccesso, I cancelli del cielo (1980) di Michael Cimino. (