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Tutti i racconti del mistero, dell'incubo e del terrore

par Edgar Allan Poe

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Edgar Allan Poe uno dei miei primi preferiti scrittori di lingua inglese. Sin da quando ero un giovane ginnasiale ricordo che, più che studiare il greco e il latino, preferivo leggere i suoi fantastici racconti nei mitici volumetti della BUR (Biblioteca Universale Rizzoli). Li ordinavo di nascosto stampandomi la carta intestata nella tipografia di mio padre che portava la dicitura di “Arti Grafiche”. La casa editrice me li spediva con il congruo sconto destinato ai librai. Conservo ancora molte copie di quei volumetti con la copertina grigia. Di Poe, in particolare, tutta la raccolta dei suoi innumerevoli racconti in cinque volumetti rilegati in tela verde con tanto di cofanetto. Racconti dell’impossibile, del mistero, dell’incubo, del terrore e la lunga storia di “Gordon Pym”.

Figlio di attori girovaghi di origine irlandese, Edgar nacque a Boston il 19 gennaio del 1809. Il padre era un alcolizzato, scomparve quando lui era ancora in fasce. La madre morì due anni dopo. Il bambino venne adottato da un ricco mercante, John Allan, che gli diede il proprio nome. Di questo, tuttavia, l’artista ebbe poca ragione di orgoglio, si firmò infatti sempre e soltanto Edgar A. Poe. Fu tormentato ed inquieto fin dalla giovinezza: indisciplinato, giocatore, bevitore, litigò col padre adottivo, cominciò a vagabondare, diventò perfino una specie di soldato di ventura.

Nel 1827, all’età quindi appena diciotto anni apparve il suo primo volume di versi. Da allora Poe sarà un poeta e uno scrittore grande e terribilmente infelice, spinto a scrivere non solo per dare sfogo al suo spirito inventivo ma anche dal bisogno di soldi. Ma non è della sua vita nè dei suoi racconti che intendo qui ricordarlo, bensì per la sua straordinaria poesia "Il Corvo". Una lunga poesia molto nota nel mondo di lingua inglese che potrete leggere e ascoltare commentata da uno straordinario piano qui al link. Parla di uno studioso che ricorda in versi molto efficaci e potenti la perdita della sua Lenore.

Un corvo gli fa visita in una fredda notte di dicembre e in versi seguiamo la sua narrazione che si distende in versi e che inizia quasi con divertimento, ma finisce in semifollia. Quando fu scritta la giovane moglie di Edgar, Virginia, stava morendo di tubercolosi, il male del tempo. L’idea per scrivere una poesia del genere gli fu forse data dal corvo che appare nel romanzo “Barnaby Rudge” di Charles Dickens, pubblicato nel 1841. Nel libro di Dickens c’era anche un corvo che parlava ed è possibile che Edgar abbia avuto l’idea per il suo corvo.

Dopo aver scritto la poesia la consegnò al suo amico George Rex Graham nella speranza che la pubblicasse nella sua rivista che portava il suo nome. Graham non la pubblicò ma lo ricompensò con 15 dollari. Un’altra rivista, The American Review, invece la fece uscire nel numero di febbraio del 1845 con lo pseudonimo di “Quarles”. Venne ricompensato con 9 dollari. Apparve poi più tardi anche nel Evening Mirror con il suo nome. Il poema fece scalpore e gli diede nome e fama. Un critico lo riempì di elogi e scrisse che la poesia “si insinua nella memoria di chiunque la legge e vi rimane per sempre”. In traduzione, come ogni poesia, si perde molto della sua musicalità, delle assonanze e consonanze, oltre che rallentarsi il ritmo incalzante dei suoi versi. Un capolavoro che dura nel tempo.

https://unideadivita.blogspot.com/2013/01/buon-compleanno-edgar.html
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  AntonioGallo | Sep 24, 2020 |
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