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Chargement... In The Lovecraft Museumpar Steve Rasnic Tem
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Pur essendo una lettura molto breve, Lovecraft Museum è estremamente particolare: James vive da solo, nella sua casa, circondato dai ricordi della moglie morta e del figlio scomparso. Occupa il tempo leggendo e parlando via mail con un appassionato di testi occulti e weird, e quanto questi, Clarence, lo invita a Londra per vedere il Lovecraft Museum, James decide di accettare. È lì che suo figlio è scomparso. Ed è lì che James spera di ritrovarlo.
Personalmente credo di non aver colto tutti i riferimenti a Lovecraft, di cui ho letto solo alcune delle storie brevi, mentre il resto l'ho lasciato per un altro momento che non è ancora arrivato. Alcuni, però, me li ricordavo: come le persone-pesce, e alcuni testi che ho sentito nominare.
Ma, pur non cogliendo tutto quello che c'era da cogliere, penso che l'atmosfera così strana e particolare, presente anche nei lavori Lovecraftiani, sia centrale in questa storia: le creature così poco normali che attirano l'occhio di James, i particolari nelle persone, le fasciature che coprono ferite ancora non curate e che sembrano essere così comuni. Le cose sembrano tutte normali in un primo momento, a parte piccoli dettagli che ci fanno capire che Londra non è più quella di una volta.
I personaggi sono davvero pochi, e quelli centrali sono due: James e il suo amico Clarence, anche se la presenza di Henry, figlio di James, è piuttosto importante.
James sembra l'unico normale, ancora totalmente umano, e forse è quello a cui il lettore può aggrapparsi di più. Il suo essere così umano lo distingue da tutto quello che c'è intorno a lui, lo rende fuori posto. Come se il suo ritirarsi in casa avesse fatto in modo che il mondo evolvesse e cambiasse mentre lui restava sempre uguale, intrappolato nel passato.
Clarence è così... Non so. Strano. Anormale. Fin dal primo momento non mi ha ispirato nessuna fiducia, e c'erano campanelli d'allarme nella mia testa che man mano diventavano sempre più forti. Simile a James per certi aspetti, come l'asocialità, si discosta sempre di più dall'altro uomo per il suo comportamento sospetto e i segreti che nasconde.
Nel complesso il modo in cui è costrauita la storia è interessante, e legata ai miti di Lovecraft e a questo fantomatico "museo", un posto tetro e affollato pieno di riferimenti allo scrittore, a tratti insignificanti a tratti estremamente importanti. Però mi è sembrato che mancasse un vero e proprio "plot", una vera e propria storia da raccontare. Diciamo che l'interesse nella storia è molto legata la personaggio di James, e alla sua frenetica ricerca degli figlio Henry, come anche al suo notare i particolari inusuali attorno a lui.
E anche lo stile non è che aiuti molto: l'ho trovato pesante e poco scorrevole. A tratti noioso.
Nel complesso non mi è piaciuto tantissimo, ma forse avrei capito di più se fossi riuscita a cogliere più riferimenti. Il finale è stato inaspettato e forse la scena più... piacevole? Interessante? Quindi non mi sento di dare un'insufficenza a questo racconto, ma neanche un voto altissimo.
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