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Chargement... Grande guerra. Britannici sull'altopiano dei sette comuni (2012)par Andrea Vollman, Francesco Brazzale
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Inscrivez-vous à LibraryThing pour découvrir si vous aimerez ce livre Actuellement, il n'y a pas de discussions au sujet de ce livre. A un anno di distanza dal veloce libretto di cui ho parlato a suo tempo (http://sonicreducer.tempiduri.org/?p=760) il buon Brazzale, questa volta in coppia con il padovano trapiantato Vollman, approfondisce la presenza dei militari britannici schierati nelle sue terre natali – ai piedi dell’estremità meridionale dell’altopiano di Asiago - a supporto dell’alleato italiano dopo la rotta di Caporetto: questa volta, però, il conflitto è ben più protagonista con il suo carico di atrocità. Il risultato sono poco più di centocinquanta pagine riccamente illustrate – le numerosissime fotografie contribuiscono non poco alla ricostruzione dell’ambiente e del momento storico – basate su un’accurata documentazione che consente di illustrare con dovizia di particolari gli aspetti ‘tecnici’ dell’acquartieramento delle truppe di Sua Maestà e dei combattimenti che le hanno viste protagoniste, ma che hanno forse il loro punto di maggior interesse nelle parole di chi ebbe la fortuna di tornare a casa. Non tanto quelle del critico Emilio Cecchi quanto i diari di figure altrimenti sconosciute, come il fuciliere Gladden (il più dotato nella scrittura) e il tenente colonnelo Barnett: sia i soldati semplici, sia gli ufficiali narrano prima il piacere di arrivare in Italia dopo il fango delle Fiandre, poi il lungo stallo dell’ultimo inverno di guerra in cui si sviluppa l’ottimo rapporto con le popolazioni locali, infine il feroce combattimento passato alla storia come ‘Battaglia del Solstizio’. Quest’ultimo fu uno dei tanti massacri inutili della Grande Guerra, in cui gli austriaci attaccarono e italiani e inglesi resistettero, con il risultato che dopo due giorni di ammazzamenti che aprirono altri vuoti nelle file della ‘generazione perduta’, tutti restarono sulle proprie posizioni. Per fortuna, allora, che a sollevare l’animo incupito del lettore arrivano gli episodi – ora buffi, ora tragicomici – di retrovia: certo che i soldati britannici dovevano essere davvero dei forti bevitori per riuscire a stupire dei veneti! Ritornano, opportunamente ampliati, anche i capitoli dedicati al Principe di Galles – il viziatissimo futuro Edoardo VIII, sospetto padre di qualche cugino vicentino della regina Elisabetta – e alla pacifista Vera Brittain a completare un quadro che non poteva non concludersi con le pagine dedicate ai cimiteri che, qua e là sull’altopiano, allineano lunghe file di tombe bianche a ricordo dei tanti ventenni caduti così lontano da casa. Restano allora da fare solo un paio di critiche: una o due cartine per inquadrare i posti sarebbero state opportune per evitare spaesamenti ai non indigeni (e per fortuna che, uno, almeno una volta ci sono stato e, due, vengono un po’ in soccorso le piccole mappe delle ferrovie a scartamento ridotto); l’italiano traballa di tanto in tanto e, comunque, più di quel che si vorrebbe – se c’è bisogno di un correttore di bozze, son qua!. ( ) aucune critique | ajouter une critique
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