Ho letto per la prima volta questo libro più di trent'anni fa, dopo avere seguito qualche lezione di teoria della complessità tenuta da Zellini all'università di Pisa. Risultato: non ci ho capito nulla. Ora, dopo trent'anni, l'ho ripreso in mano e finalmente ho capito qualcosa: non tutto, perché il testo è davvero pesante e le mie conoscenze di filosofia sono ridotte, ma abbastanza per riuscire a seguire il filo del discorso. Le parti migliori sono a mio parere quella iniziale sul concetto di apeiron tra i greci e quella finale che mostra come il "paradiso di Cantor", con l'attualizzazione dell'infinito, è meno sicura di quanto si legge nei vari testi divulgativi e no. Insomma, non è il testo migliore per comprendere come l'infinito viene trattato in matematica a meno che non si abbia già un'idea oppure si abbiano ottime basi di filosofia. ( )

Noch selten habe ich von einem Buch sowenig verstanden! :-(
Obwohl es eigentlich flüssig geschrieben ist, daran kann es nicht gelegen haben, war das Thema sowohl in mathematischer, wie auch in philosophischer Sicht für mich viel zu anspruchsvoll.
Bei Seite 142 habe ich deshalb aufgegeben. Selbst bis dahin habe ich es nur geschafft, weil ich grosse, mir vollkommen unverständliche Teile, grosszügig ausgelassen habe.
Trotzdem gab mir das Buch einen Einblick in die Problematik des Unendlichen. Und dass das nicht nur ein Problem für Mathematiker, sondern auch für Philosophen und Theologen war. ( )

Translation from Italian of a 1980 book. More philosophy than mathematics, with plenty of dry discourse and theological contamination. Some bright spots where he does focus on the math.

100 ZELL 1