quindi questo è un addio?
Sniff, spero che evangelisti ci ripensi e ci stupisca in futuro con altre avventure dell'inquisitore di Gerona.. Nonostante gli alti e bassi della serie, tutti i libri, compreso questo, sono sempre stati capaci di intrattenermi, di incuriosirmi... insomma, di farmi passare delle piacevoli sessioni di lettura...
Il finale della saga (se questo è il finale) non delude nonostante manchi il proverbiale "botto"..ma forse è giusto così, meglio una conclusione lineare che una svolta imprevedibile ma fine a se stessa... Se siete dei fan, beh, questo è il libro giusto per dire addio a Eymerich! ( )

Al decimo volume – dei venti inizialmente immaginati dall’autore, poi frenato da qualche problema di salute e dal desiderio di percorrere nuove strade – hanno termine le storie dell’inquisitore Eymerich e la conclusione è tale che di meglio non sarebbe stato lecito sperare. Riscattando il mezzo passo falso de ‘La luce di Orione’, Evangelisti tira le fila dell’avventurosa vita del feroce domenicano di Gerona che, all’incrocio tra passato e futuro, si trova a dover sbrogliare un’aggrovigliata matassa di incantesimi e allucinazioni di cui non è solo spettatore passivo. Il tutto dovendo fare i conti con il tempo che, passando, indebolisce il fisico e rende meno tetragono (ma non troppo, eh?) il carattere: l’autore sfrutta la circostanza per regalare qualche ulteriore sfaccettatura al personaggio variando a tratti il tono della narrazione. Il racconto resta sempre serrato e capace di far condividere al lettore un leggero malessere, come negli episodi migliori della saga: anche gli accenni alchemici o cabalistici risultano ben integrati e non causano cadute di ritmo. Dopo un prologo a Barcellona e a parte alcuni flashback sull’infanzia del protagonista, la parte centrale del romanzo è ambientata in una Sicilia assolata in cui dominano avide baronie sempre in guerra tra loro e che solo per convenienza si piegano a riconoscere un re fantoccio con un patto firmato nella scintillante Napoli in cui si assiste allo scioglimento della vicenda. La parte medioevale, con il suo evolversi fantastico e contraddistinta qua e là da alcuni tocchi horror, prevale su quella fantascientifica: quest’ultima è ridotta a pochi capitoli, seguendo in ciò una tendenza accentuatasi nei romanzi che hanno più direttamente preceduto questo. Nel futuro, però, è ambientata la vera, affascinante conclusione del ciclo: non si può svelarla qui, ma non rovina nulla sapere che non è piazzata, con scelta felice, nell’ultima pagina del libro. ( )

http://moloch981.wordpress.com/2010/12/15/rex-tremendae-maiestatis/ ( )