Romanzi sopravvalutati

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Romanzi sopravvalutati

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1ousia
Sep 15, 2009, 5:55 am

Sì, lo so, pure questo è un tema classicissimo, però è egualemente affascinante. I gusti, poi, sono i gusti, non si discute (ma fino ad un certo punto...). Proviamo lo stesso.
Ognuno scrive ciò che vuole, chiaro, però non sprechiamoci a dire che D. Brown & co. non vale le 100 milioni di copie vendute, è pacifico.
Piuttosto, e qui comincio, ma davvero il "Vecchio e il mare" vale da solo un Nobel? Un storiella sottile, tutt'altro che epica. E' questo ciò che il '900 riesce a dare in fatto di avventure da mare? Che dovremmo dire di Moby Dick o di Joseph Conrad? Cittadinanza onoraria a Stoccolma!
Secundis. I dolori del giovane Holden. Ok, le innovazioni del linguaggio calibrate ad una sensibilità più giovanile, al più ha precorso le inquietudine degli anni '60, ma in sé il romanzo non è un pianto? Ma come si fa a dire che è tra le vette del '900? Ma scherziamo! Accettabile solo nella parte in cui è ad Hyde Park, per il resto non c'è nulla. O sbaglio?
Dite la vostra, allargando il discorso
Vale

2ousia
Sep 15, 2009, 5:57 am

Abbiate pazienza: gaffe clamorosa. Holden non ha alcun dolore, evidentemente!
Si vede che pensavo a ben altre opere, quelle si mai sopravvalutate.
Sic

3aluvalibri
Sep 15, 2009, 7:25 am

Piccola correzione, Vale, e` che Holden non e` a Hyde Park bensi` a Central Park, visto che vive a New York.
Su Il giovane Holden sono d'accordissimo con te, ma vorrei spiegarti che il romanzo e` cosi` importante per gli americani perche` illustra in maniera eccellente le angoscie ed insicurezze dell'eta` adolescenziale. E` infatti lettura obbligatoria nelle scuole superiori, tutti e tre i miei figli lo hanno dovuto leggere, anche se ognuno di loro lo ha recepito in maniera diversa ed apprezzato piu` o meno.

4ousia
Sep 15, 2009, 7:39 am

Grazie per la precisazione. Hyde Park sta a Londra, non a N.Y.
Pur di buttarl lì una provocazione ho commesso qualche errore di troppo. Sorry.
Ciò che mi delude di quel romanzo, è l'impossibilità di prospettare un'alternativa. Mi spiego: non si pretende che l'autore sia obbligato a dare risposte, ad indicare la strada, tuttavia se penso ad opere quasi coeve: anni 50 e 60 americani, dunque Beat Generation, penso che loro abbiano aperto una strada che è arrivata fino a Woodstock. Senza per questo allontanarmi da un ambito prettamente letterario (non voglio fare della bassa sociologia), ciò che mi lascia perplesso è che Holden rimane un libro a sé, isolato, comparso, senza un progetto di lungo respiro.
Per carità, Salinger non era affatto obbligato, ma allora non mi si dica che tale è una pietra miliare. Se penso a quanta poesia c'è nei romanzi degli autori dell'800 e '900 meridionali, quanta vita, verità, spesso amarezza, davvero non c'è paragone.
Vale non è il mio nome, è il saluto in latino per dire Addio. Cfr. Seneca in Lettere a Lucilio

5aluvalibri
Sep 15, 2009, 7:43 am

So bene che Vale significa addio (oh quegli anni di liceo classico...pare secoli fa), ma pensavo che fosse l'abbreviazione del tuo nome. Mi scuso per l'errore.

Non e` che Salinger sia una pietra miliare - non per noi Italiani, perlomeno - ma la forma mentis dell'americano e` un tantino diversa dalla nostra, ed e` in quest'ambito che va collocato.

6IoAnnalisa
Sep 18, 2009, 2:23 pm

Francamente non so se Il giovane Holden sia una pietra miliare della letteratura americana e apprendo qui che si tratta di lettura "obbligatoria" nelle scuole degli States.
Avendolo letto quando ero molto giovane, posso solo dire che vi sono affezionata, che è un libro che mi ha aiutato molto, che mi ha lenito sofferenze che ora definisco adolescenziali ma che all'epoca erano terribili, un libro che mi ha fatto sentire "parte" di qualcosa e perciò meno sola e spaventata. In questo senso ritengo sia stata comunque una lettura importante per me come per molti altri. Non so, ma credo di sì, che storicizzandolo, sia destinato a rimanere importante solo per la mia generazione e non lo sia più per gli adolescenti di oggi. Ma non direi che sia "sopravvalutato".

7larianna
Sep 18, 2009, 3:53 pm

c'è un bel film che ha tra i temi conduttori il giovane holden: è "Sei gradi di separazione" di Fred Schepisi. Mi pare che ne salti fuori una bella interpretazione degli effetti che questo libro ha avuto sulla cultura americana.

8ousia
Sep 18, 2009, 6:28 pm

Il mio non vuol essere un processo a Salinger. L'ho buttata lì per aprire il tema dei romanzi sopravvalutati. Penso solo che questi non valga mezza pagina di, ad ex., Roth, ma "de gustibus"...
Piuttosto, cosa viene in mente a voi quando si parla di romanzi sopravvalutati?
Quali romanzi "famosi" sconsigliereste vivamente?
Tra i miei libri ho messo pure le Confessioni di una maschera di Mishima, considerato grande narratore del '900 giapponese. Il romanzo mi ha detto proprio poco, a volte elegante ma piattino, edulcorato come il viso di una geisha. Sul tema il Pirandello di "Uno, nessuno e centomila" mi pare lo sovrasti.
Lascio a voi la parola
Vale

9IoAnnalisa
Modifié : Sep 19, 2009, 10:22 am

A me, invece, Confessioni di una maschera è piaciuto moltissimo. Piuttosto, non sono mai riuscita a leggere Ulisse di Joyce. Avrò letto almeno una decina di volte le prime 150 pagine senza mai riuscire ad andare avanti. Non posso per tal motivo sostenere che esso sia "sopravvalutato" posso solo pensare che non sia in sintonia con me.

10ousia
Oct 17, 2009, 4:42 am

Sull'Ulisse di Joyce l'ultima edizione degli Oscar Mondadori ha allegato, come tomo indivisibile, un testo di accompagnamento. Potrebbe tornare assai utile.
Semmai mi piacerebbe sapere quando verrà ultimata la traduzione integrale dell'ultimo lavoro di Joyce, quel Finnegan's wake a dir poco intraducibile!
VALE

11ousia
Jan 30, 2010, 4:16 pm

Avevo aperto questa discussione citando a titolo di esempio il Giovane Holden.
Oggi ho scritto le mie idee in proposito su un altro gruppo in inglese. Lì, dalla scorsa che ho potuto vedere, i pareri erano un po' divisi. Chiaramente per la maggioranza dei lettori americani, il libro è da considerarsi un Milestone (pietra miliare), ma non mancano pareri critici se non apertamente sfavorevoli.
Voi, al di là del rispetto per la morte dell'autore, che ne pensate? Non nel senso che sia sopravvalutato o meno (del resto il mio parere lo conoscete...) ma in generale sulle opere dell'autore.
VALE

12msjohns615
Oct 15, 2010, 10:17 am

3: Vale la pena chiarare che, sebbene The Catcher in the Rye sia letto in molti scuoli degli Stati Uniti, è anche uno dei libri più proibiti nelle scuole pubbliche del nostro paese, a causa del suo lenguaggio y contenuto.

L'ho letto due volte, primo cuando ero al liceo (ma non in classe), e poi cuando ero all'università. Me è piaciuto le due volte, a mio parere è un libro onesto, diretto e triste, molto triste. Dire che è sopravvalutato, in un mondo pieno di libri sopravvalutati, sará per generare polemiche, non di più. Forse perda qualcosa culturalmente in traduzione? Mi piacerebbe sapere se c'e un libro italiano che sia paragonabile, in termini di impatto culturale, con il libro de Salinger. Perché sì, lo vedo come una "pietra miliare" da letteratura del mio paese, ma forse di forma più cultural che letterario. Siamo tanti i personi che hanno letto The Catcher in the Rye che è venuto a essere un punto di riferimento cultural tra noi (come The Simpsons, ad esempio).

Credo che Cervantes, citando a Plinio, scrisse nel prologo a Don Chischiotte, che "no hay libro, por malo que sea, que no tenga algo bueno." Me piace questa idea.

13aluvalibri
Oct 15, 2010, 1:35 pm

Yes, msjohns615, I like the idea too (and, incidentally, I agree with it).

14cometahalley
Nov 14, 2010, 12:37 pm

iscritta da poco ho letto le opinioni su questo tema molto interessante. Ma il dibattito non è recente, che fine hanno fatto gli interlocutori?E' un peccato fare raffreddare la pista, spero si rianimi la discussione sui libri sopravvalutati.
Per quanto mi riguarda vi sono due categorie, quella soggettiva e generazionale e quella commerciale che oggi è dominante. Un libro sopravvalutato è quello attorno a cui il battage pubblicitario e il marketing editoriale costruiscono un mito. Il libro sopravvalutato a livello soggettivo è invece quello a cui si sono legati i sogni, gli ideali di un gruppo, di una generazione fino a renderlo icona. Un esempio a titolo personale Herman Hesse, "il lupo della steppa". Da questo è iniziata l'"epopea Hesse" che ha invaso alcuni anni della nostra vita. Oppure "l'insostenibile leggerezza dell'essere", più esaltato di quanto meritasse.
attendo opinioni

15ousia
Nov 15, 2010, 4:10 pm

B.venuta alla cometa. Spero i tuoi pareri sapranno illuminarci.
Aver citato Hesse mi fa pensare al Siddharta come libro assai celebrato, appunto anche troppo (ma è pur sempre una lettura consigliabile, in fondo).
Mi viene in mente anche il P. Coehlo dell'Alchimista, testo sulla cui profondità degli insegnamenti nutro grossissimi dubbi.
Credo che più generalmente, ogni qual volta si trovi un testo contemporaneo che ha la parvenza di essere impegnato, si tenta di richiamare l'autore come cantore civile, morale, ecc.
Il punto è che troppo spesso si dimentica il passato. Non dico che si debba cominciare della tragedia greca, però 25 secoli di cultura vorranno significare qualcosa...!
VALE
P.S. VALE non è abbreviazione di un nome ma il saluto in lingua latina

16cometahalley
Nov 16, 2010, 3:34 pm

Grazie per il tuo intervento! Concordo con te su Coelho, confesso che mi hanno regalato una copia de L'Alchimista tanto tempo fa e l'ho ri-regalato rifiutandolo d'istinto. Non è snobismo, ma ritengo che non valga neppure lo spazio che occupa nello scaffale. E' vero: quante opere del passato dimenticate ingiustamente per far posto ai best seller del momento! Opere del passato di cui si sa parlare solo perchè vengono annoverate nelle antologie scolastiche,ma non sempre lette in età adulta e in modo spontaneo.
Perchè non coltivare l'elegia greca arcaica invece?
A proposito di Hesse ........... l'indigestione che ne ho fatto a ventanni ha avuto come conseguenza che ho interrotto la lettura de "il gioco delle perle di vetro" a meno di metà e lì è rimasta ... imbalsamata e mai conclusa.
Ave atque vale

17IoAnnalisa
Nov 17, 2010, 9:02 am

ousia, che ne dici della domanda posta da msjohn615 circa un testo italiano che sia paragonabile al Il giovane Holden per l'impatto che quest'ultimo ha avuto nella cultura americana? A me non viene in mente nulla. Porci con le ali???

18cometahalley
Nov 18, 2010, 12:14 pm

Basandomi sulle mie esperienze personali direi che negli anni settanta, periodo in cui mi scoprii lettrice appassionata, un libro italiano di grande impatto sulla cultura giovanile e non e sulla sfera emozionale è stato "Lettera ad un bambino mai nato" della Fallaci. Autrice che oggi ho disimparato ad apprezzare!!

19msjohns615
Nov 18, 2010, 3:59 pm

14, 15: I vostri commenti mi hanno ricordato di un libro molto famoso, un libro molto amato per me durante molti anni, ma un libro che, come vado leggendo più e più libri col passare degli anni, sono venuto a pensare che sia un po' sopravvalutato. È il Cent'anni di solitudine di Gabriel García Márquez. Quando avevo quindici anni e lo lessi per la prima volta, l'ho trovato il più originale, più fantastico libro nel mundo. Dopo leggerlo, lessi quasi tutti i libri de García Márquez, il cuale è diventato allora il mio autore preferito.

Bene, ho continuato a leggere libri da America Latina, e dopo aver incontrato il realismo meraviglioso di Carpentier, il Comala de Rulfo, il Guatemala de Asturias, il Paraguay di Roa Bastos, in totale, tutti i grandi libri che sono venuti prima del Macondo di García Márquez, il "capolavoro" di García Márquez mi sembra meno originale e meno emozionante. Non voglio dire che non sia un libro buono, ma, per me, è un buon libro tra i tanti...e già non è il mio preferito, nemmeno vicino.

Credo che quello che mi dà fastidio è che, se cerco libri latino-americani in una libreria, trovo poco. Un'antologia dei racconti di Borges, le ultimi traduzioni dei libri di Bolaño, il Rayuela di Cortázar...ma, senza fallo, trovo tutti i libri di García Márquez e anche quelli dei suoi peggiori accoliti (come la Signora Allende)...è como si il Realismo Magico di García Márquez fosse venuto a rappresentare tutta la letteratura latino-americana. Fino al punto che, si qualcuno mi vede leggendo un libro in spagnolo, quasi sempre mi chiede si è un libro tipo "Realismo Magico."

Sono completamente d'accordo con ousia di che "ogni qual volta si trovi un testo contemporaneo che ha la parvenza di essere impegnato, si tenta di richiamare l'autore come cantore civile, morale, ecc.," e che "troppo spesso si dimentica il passato." È esatamente per isso che mi è venuto alla mente il libro di García Márquez.

20ousia
Nov 19, 2010, 6:09 am

Rispondo ad : IoAnnalisa, cometahalley, msjohnson.
Per cavalleria comincio dalla miss. Rispondo così: neanche io ho molte idee in proposito. Meglio, poichè diffido costantemente, ripeto, costantemente, dalle mode (letterarie e non) del momento, tendo a non leggere mai romanzi in prima edizione (per la saggistica il discorso è diverso; vedasi la "recensione" che ho fatto nel nostro gruppo sul libro di Zimbardo). Per questo non so nemmeno riconoscere/smascherare un libro cult da un presunto cult. Spesso accade che un libro venga sopravvalutato in seguito ad una trasposizione cinematrografica (tra le poche eccezioni c'è U. Eco), che ne amplifica, spettacolarizzando, le parti salienti; detto in termini meno nobili, tende a "dopare" il testo. Ora, ad ex., sto leggendo Baricco, "Oceano mare", che mi pare assai ben scritto ma sto avendo l'impressione che sia...solo ottimamente scritto... (ma devo prima finirlo). Per fare almeno qualche nome, posso dire che tendo a non leggere proprio alcuni generi letterari, perché non mi interessano (io non leggo MAI per passatempo, leggo per imparare), quindi non ho letto campioni come Camilleri, Faletti, e tutti i loro epigoni di thriller-noir-sangue-pulp-splatter-ecc.ecc. Ulteriore osservazione impertinente: ma come mai tante donne leggono 'sto benedetto F. Volo? In metropolitana è pieno di donne che leggono i suoi libri, davvero. Forse scrive bene quanto il suo presunto bel profilo fisico?
A msjohns165 dico: il tuo linguaggio mi ricorda un misto del migliore Gadda e del linguaggio del monaco benedettino seguace di fra Dolcino ne "Il nome della rosa". Your italian language is marvellous! Tu hai ragione in tutto quello che dici: in Italia, ad esempio, nella letteratura Latino-Americana Borges e Marquez svettano nettamente su tutti gli altri. C'è stato un periodo in cui, in Italia, tutti leggevano Sepulveda (sopravvalutato?), che ora sembra sparito. Molte donne leggono la I. Allende (...ma non ho mai visto un uomo leggere la Allende: perché? Dovremo farne una discussione un giorno), che francamente non mi piace.
Per me Cent'anni di solitudine invece dissento da te, perchè per me rimane il migliore romanzo di cultura latino-americana che abbia mai letto, sopravvalutato o meno che sia. "L'amore ai tempi del colera" è semplicemente una meravigliosa storia d'amore, mentre Cent'anni è proprio un'altra cosa. Il vero potere del libro è far provare a comprendere, attraverso l'immaginazione,nello spazio di una storia inventata, ai lettori che non conoscono la cultura, gli usi e costumi una determinata civiltà, quella stessa civiltà che si sta descrivendo. In Italia, in pochi ci sono riusciti: Manzoni, con l'Italia del 1600, Verga con la Sicilia, per un certo verso Pasolini con l'Italia del boom economico di metà XX secolo. Forse Jorge Amado è un altro che, a modo suo, a provato a disegnare un affresco della sua cultura brasiliana.
Concludo dicendo che i capolavori-non-sopravvalutati forse sono quelli che descrivono una situazione, un luogo, un posto che non si conosce e che, se sia ha la ventura di visitare davvero, grazie alla lettura, sappiamo riconoscere come famigliare.
VALE

21cometahalley
Nov 19, 2010, 11:56 am

ho letto con interesse i vostri interventi. Anche per me "Cent'anni di solitudine" è un libro fondamentale che oltre a coinvolgermi emotivamente mi ha aperto davanti un mondo: il sudamerica. Da allora ho imparato tanto sulla cultura sudamericana, sulle diverse e complesse vicende storiche e politiche dei vari stati. Come dice giustamente Ousia, Marquez ha offerto agli europei una storia incantevole, con tutto il fascino dell'epopea, ma sopra ogni altra cosa ci ha fatto conoscere il suo paese.Ma si sa... per ogni "Garcia Marquez" ci sono poi tante "Isabelle Allende"... ed è anche giusto che ci siano, in ogni forma d'arte vi sono i grandi e i minori, ma pur di avvicinare la gente ai libri con storie intriganti e scritte decentemente ben vengano. A proposito della Allende ... secondo me è un'autrice che piace alle donne per come parla di donne e di amori. Come del resto un tempo la Maraini era letta solo da noi donne e non dai nostri coetanei maschietti! Sempre in tema di letteratura sudamericana ... mi dispiace non vedere oggi adeguatamente apprezzati Soriano e Mutis. E anche Sepulveda ...dimenticato! Per toccare un altro tema delle vostre conversazioni, quanta carta stampata inutile in libreria!!! A parte Camilleri, sopravvalutato in modo irritante (uno sciocco e fatuo culto) abbiamo appunto quel poveretto di Fabio Volo, i vari calciatori, presentatori, attricette e tanti tanti altri scribacchini .... che toccano soprattutto il cuore delle donne blaterando di questioni amorose... e tirandosi dietro l'icona costruita in televisione. Un tempo c'era Delly!!!

22IoAnnalisa
Nov 20, 2010, 2:23 pm

Sono contenta che si riprenda un minimo di dialogo su LT, dopo aver letto in altre discussioni che molti emigrano verso Anobii perchè lì si discute e qui si cataloga e basta. Sì è vero, cometahalley, Lettera ad un bambino mai nato è stato anche per me formativo come pure Lettera a una professoressa. Ma han segnato entrambi un'epoca che oggi è morta e sepolta e tutto sommato non han lasciato impronte indelebili visto l'attuale stato di cose. Concordo circa la valutazione del successivo percorso di Fallaci e mi disgusta che sia diventata un'icona della cultura occidentale.
Concordo con ousia e cometahalley circa Cent'anni di solitudine che rimane un'ineguagliabile, fantasiosa commovente epopea. Come ho scritto ormai qualche tempo fa in questa discussione, per me non ha senso definire un libro sopravvalutato allorchè si tratta di genuina letteratura. Sopravvalutati sono per l'appunto i Camilleri o i vari autori quali Faletti o Volo ( che non ho letto) che riempiono gli scaffali di ingresso delle librerie senza avere alcuno spessore letterario. Baricco secondo me scrive bene, anche se scrive per vendere e forse è vacuo.Tendenzialmente anch'io mi tengo lontana dai libri cult del momento, anche se devo dire che certamente non leggo solo per imparare ( più invecchio e meno imparo, mi pare) ma per intima necessità e anche per divertirmi, visto che per me leggere è attività alquanto piacevole. E' vero, Allende è letta soprattutto da donne, reputo per un'affinità "sentimentale"; qui si potrebbe aprire una discussione sulla letteratura "al femminile" che è cospicua assai. Apprezzo tutta la letteratura sud americana; Borges è per me una sorta di rifugio dell'intelletto. Bella, ousia, la tua definizione di capolavoro non sopravvalutato. In questo periodo sto leggendo Saramago, ottimo assai.

23cometahalley
Nov 21, 2010, 2:59 pm

breve riflessione prendendo spunto dal messaggio di IoAnnalisa: Saramago ... ma in questo caso si potrebbe parlare di libri ben valutati giustamente! Saramago è stato ed è un grande autore, abbastanza schivo, di grande schiettezza e non allineato secondo i dettami delle mode e delle tendenze, anzi... ritenuto scomodo! Le critiche (della Chiesa soprattutto) sono arrivate solo all'indomani della sua scomparsa. Secondo me rimarrà un grande autore, testimone del novecento e del passaggio spinoso tra questo e il secolo precedente. In ultimo aggiungo che mi sembrerebbe interessante stilare una lista (non nel senso di "top ten") delle opere che hanno incarnato nel bene e nel male un'epoca, una generazione. Riunire insomma, dopo i debiti confronti di opinioni, i libri rappresentativi dei momenti storici salienti del nostro paese. Del fascismo, per esempio, di cui ho approfondito il settore della narrativa d'infanzia e giovanile, ma su cui non ho ancora completato un excursus.
a presto!!

24dzog
Déc 4, 2010, 5:37 pm

le antologie scolastiche delle scuole medie superiori e le bancarelle di libri usati sono i migliori consiglieri sull'acquisto dei libri.
Feltrinelli, Mondadori e Fnac sono pura prostituzione intellettuale.
Per l'odierno stato di cose è meglio rimanere indietro di 20, 30 40 anni e scoprire (o riscoprire) libri demodè:
Fortini, Foucalt, Bertrand Russel, Primo Levi, Karl Kraus, Wihelm Reich, etc c'è stato un periodo culturale dal quale secondo me rimaniamo ancora in debito, forse è meglio allora leggerne i libri.
Bye.

25ousia
Déc 5, 2010, 3:26 pm

Concordo molto con ci che dice "dzog", specie sul percorso qualitativo a ritroso (spesso la qualità ha bisogno del tempo: anche questo sarebbe un tema da approfondire).
Osservo soltanto che bisogna aver tempo di andare in giro per bancarelle. Le grandi librerie hanno moltissimi libri in uno spazio assai ristretto, questo è il grande vantaggio. Se si pensa poi, che un pomeriggio di pioggia lo si può benissimo passare dentro una mega-libreria, va ammesso che anche questo è un grosso vantaggio dei megastore librari.
Magari, come ho fatto io oggi, vale pure la pena andare a spulciare fiere di editori piccoli e/o indipendenti per trovare i famosi introvabili che i lettori famelici tanto ricercano.
VALE
Ousia

26cometahalley
Déc 6, 2010, 1:41 pm

concordo sul piacere intenso e sull'utilità del frugare in mercatini e librerie. Quante opere da salvare...da riscattare!! Purtroppo le librerie megastore (Mondadori, Feltrinelli) sono diventate luoghi nevrotici e poco godibili, vorrei che riuscissero a salvarsi quelle piccole e medie, quelle grandi ma tradizionali, senza gadget, senza best seller spalmati, disseminati, ossessivamente collocati ovunque!!
Concordo anche sulla ricerca nelle antologie scolastiche, ma più che le odierne (orrore: in molte sono spariti autori come Pavese, Calvino, Vittorini) quelle degli anni settanta. E le antologie di scuola elementare e media? Ci sono una miriade di poeti dimenticati. E se alcuni di loro non hanno raggiunto vette di grande lirismo e profondità, hanno comunque segnato un'epoca e andrebbero rispolverati anche in chiave sociologica.
vale

27alexdelarge
Déc 8, 2010, 9:32 am

Provo a dire la mia su alcuni romanzi sopravvalutati o che io ritengo tali.

"Il deserto dei tartari" di Buzzati cosa dovrebbe essere? Un libro sull'immobilità? Sulle effimere certezze della vita? Una storia che si fa leggere, nulla di più.

"Memorie del sottosuolo" di Dostoevskij. La prima parte è illegibile dato che per 30 - 40 pagine il protagonista fa un monologo sconclusionato. La seconda è una storiella triste ma interessante. Comunque io non l'avrei messo fra i '1001 libri da leggere prima di morire'.

"Le affinità elettive" di Goethe. Mah! Mi sembra uno di quei libri che, dato il periodo storico, fecero una certa sorpresa e poi sono campati di rendita.

"Il cacciatore di aquiloni" di Hosseini: tanto bello l'inizio quanto inutile la fine. Ho il dubbio che il libro sia stato pompato da certa stampa USA al fine di mostrare un Afghanistan libero e umano prima dei talebani e oppresso dopo.

"Il giovane Holden" di Salinger: storia simpatica ma nulla più.

Ciao a tutti.

28ousia
Déc 9, 2010, 6:45 am

Rispondo a 27.
Anzitutto benvenuto.
Terrò in buon conto i tuoi consigli, in specie quelli su Buzzati, il cui romanzo anelo di leggere da molto tempo. Concordo in pieno su Salinger (ne ho già scritto), mentre sarei molto cauto su Goethe. Davvero un romanzo scarsino riesce a campare di rendita per 200 anni?? Suvvia.
Attenzione alle Memorie del sottosuolo. Il testo è considerato la prima opera del periodo più fecondo dell'autore, che inaugura il filone di introspezione dei personaggi come nessun altro autore forse ha fatto nell'800. Quelle che tu chiami pagine sconclusionate sono precorritrici di un Freud e di tutta la letteratura novecentesca che ha scoperto la psicanalisi. Il protagonista che si sente, dice a se stesso, di essere un fallito è una totale rarità per un romanzo di metà '800 e lo sarà anche per il resto del secolo. Lo stesso eroe vinto, presente nel Verismo, non ha quell'approfondimento psicologico, quella tortura direi, che sa applicargli il grande romanziere russo. Il monologo introspettivo è assai meno presente nel Naturalismo-Verismo che pure si preoccupavano di ricondurre l' "eroe" o protagonista nella dimensione reale del vivere quotidiano.
Di qui la potenza/ grandezza assoluta di Dostoevskij. Preso come amichevole consiglio, dico: rileggitelo.
VALE
Ousia

29IoAnnalisa
Déc 9, 2010, 2:45 pm

Forse è proprio sbagliata l'idea in sè di creare "liste" di libri di valore assoluto ed incontrastato. Si vede bene in questa dicussione - come già nell'altra sui libri idolatrati - che ognuno di noi ha le sue idee/impressioni e che un testo che ad uno appare noioso per l'altro è esaltante.
Concordo con ousia circa le valutazioni di alexdelarge su Goethe-Affinità elettive e Dostoevskij- Memorie dal sottosuolo, due testi che considero di grande valore, ovviamente per aspetti diversi.
Il cacciatore di Aquiloni, acquistato dopo averne sentito parlare più che bene su questo sito, non l'ho ancora finito e faccio difficoltà ad andare avanti nella lettura ( per me già questo non è un bel segno). E allora mi ricollego qui alla preferenza espressa da dzog circa l'opportunità di "rimanere indietro di 20, 30 o 40 anni" nella scelta dei libri da leggere, piuttosto che accedere alle liste di Feltrinelli-Mondadori o alle vetrine delle librerie con tutte quelle copertine patinate.
Beh, indietro di 20/30 anni personalmente ci sono rimasta, per motivi anagrafici e sentimentali. Tuttavia, ho avuto più volte la sensazione d'essere "tagliata fuori" e ho sentito l'esigenza di leggere opere scritte negli anni successivi ed anche nell'attualità, più che altro per capire che succede ora in letteratura (considerato che ancora devo leggere molti, molti testi risalenti ad epoca anteriore agli anni 80). Devo dire che, in mezzo alla poltiglia di romanzetti più o meno accattivanti ma senza alcun pregio o di saggi ben costruiti ma senza spessore, ho scoperto talenti notevolissimi. Il citato Saramago, ad esempio, che sto leggendo in questo periodo. Non pensavo di potermi entusiasmare così tanto nella lettura, quasi come con Mann, Dostoevskij etc.! O Amelie Nothomb, per citare qualcun altro. Non so voi, ma non riesco ad essere razionale nella scelta, mi affido un pò al caso, ad una recensione che mi ha colpito, a volte ad un titolo o a una copertina, per lo più a reminescenze personali. ousia, pensi siano sopravvalutati La montagna incantata di T. Mann o Un uomo senza qualità di Musil, da me giudicati dei capolavori e che molti considerano delle pizze?

30ousia
Déc 9, 2010, 3:46 pm

Rispondo a 29IoAnnalisa
Non sono in molti quelli che hanno letto per intero Musil, per il semplice fatto che il testo è talmente lungo da dovergli ritagliare un lungo lasso di tempo. Nel mio caso, questo tempo non lo ho avuto. Ma conosco l'opera bene.
Devi sapere che molte volte in filosofia L'uomo senza qualità viene citato, in quanto spia di quello spaesamento del soggetto che la filosofia del '900 ha convertito in post-moderno, relativismo, periodo della crisi tedesca tra le due guerre(con annesso presunto "irrazionalismo"), ecc. ecc. Dunque in senso oggettivo, l'opera è considerata un capolavoro per come ha saputo enucleare il tema della crisi come pochi altri (si consideri che la Vienna dell'epoca era seconda solo a Parigi come crogiolo culturale). Se lo si vuol considerare un capolavoro, non lo si sopravvaluta, certo come romanzo "puro" (cioè di pura lettura) può risultare pesante per via della lunghezza ma tempo sprecato sicuramente non lo è. Direi questo: se lo si vuol leggere, non è il caso di sbrigarsi, va letto lentamente, senza farsi venire la frenesia del "...quanto mi manca?": rimane una sfida intellettuale.
Su Mann, anche lì la parola capolavoro non è sbrigativa. Romanzo assai intellettuale, sia per la poca "azione" a cui si privilegia il dialogo/confronto, sia perché giunge alla fine del percorso intellettuale dell'autore, successivo alla prima guerra, ai suoi orrori, ecc. Trovo la sua lettura un dovere morale per un lettore che non vuole semplicemente passare il tempo a sfogliare pagine.
L'uomo senza qualità e La montagna incantata sono romanzi che, da soli, fanno la carriera di un autore, ad averne di roba tediosa come quella. Ma gli amanti del giallo/thriller-chi-è-stato? non lo capiranno mai.
I libri sono un po' come la democrazia: ce ne è per tutti i gusti...
VALE
Ousia

31cometahalley
Déc 9, 2010, 3:54 pm

Mi inserisco nella conversazione vivacizzata da Annalisa e che offre spunti interessanti. Le opere di Mann e di Musil penso non possano essere assolutamente sopravvalutate, che siano considerati generalmente "pizze" o "mattoni" poco importa. Si tratta di opinioni leggere di chi non ha ancora costruito un percorso di crescita attraverso la lettura come pratica naturale di vita, di chi conosce poco la storia letteraria comparata e si trova ancora legato ad una "fisiologia scolastica".
Su Saramago: ritengo che sia stato poco e ingiustamente valorizzato in vita. Ho letto il suo primo libro agli inizi degli anni novanta ("La zattera di pietra" e "Memoriale del convento" i primi) e da allora l'ho seguito con amore, costantemente. Ritengo che sia autenticamente "un autore del nostro tempo", che oltre alle istanze legate alla dimensione portoghese, oltre a solcare il grande mare della storia con bravura eccezionale, possa rappresentare bene i timori, gli aneliti, le domande di questa epoca. Inoltre, mettendo un attimino da parte le opere narrative, stupisce felicemente la sua lucidità e l'analisi tagliente se pur sempre garbata che ha condotto fino all'ultimo dei suoi giorni, su fatti e misfatti del mondo odierno. Basta visitare il suo blog e immergersi nella lettura degli ultimi scritti.

32alexdelarge
Déc 9, 2010, 5:39 pm

Ciao ousia (mess. 28) e grazie del benvenuto.

Per quanto concerne "Le affinità elettive" non so se un romanzo scarsino, come dici tu, possa campare di rendita per 200 anni o meno, quello che so è che a me non è piaciuto. Gusti, penso.

Invece su "Le memorie del sottosuolo" comprendo ora che la sua importanza derivi dall'essere particolarmente originale per la sua epoca e addirittura precorritore di Freud! Bene ma a me cosa interessa? Io cerco storie belle e appassionanti che mi tengano incollato e che mi lascino qualcosa. Le 30 pagine di monologo sono proprio noiose ed anche se nessuno aveva mai scritto nulla del genere rimangono tali, imho. Che il protagonista avesse bisogno d un bravo psicoterapauta mi era chiaro però questo non rende la narrazione più interessante, sempre imho.

Questo fatto dell'essere dei precorritori mi ricorda un po' il film Easy Rider generalmente noto come un cult. In realtà a me sembra un bel filmetto e nulla più ma siccome fu il primo di un certo genere è rimasto un film 'assolutamente da vedere'. Oggi c'è di molto meglio secondo me.

Vabbè ho scritto un papiro, ciao!

33ousia
Déc 10, 2010, 8:07 am

Grazie Alexdelarge,
le tue giuste osservazioni devono farmi ricordare che ognuno legge per il motivo che vuole e dunque che ciascuno apprezza o meno libri in considerazione dell'obiettivo che si pone nel leggerli. Un'attività ludico-ricreativa penso preveda che, cito: "Io cerco storie belle e appassionanti che mi tengano incollato e che mi lascino qualcosa. Le 30 pagine di monologo sono proprio noiose ed anche se nessuno aveva mai scritto nulla del genere rimangono tali".- non fa una piega, come si dice in Urbe. Come tu dici, i gusti sono i gusti.
L'arte è del tutto soggettiva, dunque? Vecchio dilemma, mai risolto (altrimenti non se ne starebbe a parlare), che immagino rimanga tale. Non voglio calcare la mano, però allora Aristotele ed Heidegger, che scrivevano libri "noiosi" che fine dovrebbero fare? Si badi, sto parlando del più grande filosofo del '900 e di uno dei più grandi cervelli della specie Homo sapiens.
Credo che nella vita, se si abbia un minimo di interesse, serva leggere ogni tanto (giusto ogni tanto) anche qualche barboso tomo.
Magari sbaglio; esercizio costante del dubbio, in perenne ascolto, forse così si può imparare
VALE
Ousia

34alexdelarge
Déc 10, 2010, 1:48 pm

Eh si sono d'accordo i gusti sono gusti. Però è anche vero che ci potrebbero essere, come tu sottintendi, dei criteri oggettivi di valutazione di un'opera. Se io avessi una passione per "Cappuccetto rosso", pur non essendoci nulla di male, non mi si potrebbe lasciar affermare in santa pace che sia un capolavoro della letteratura mondiale, immagino. Tutto sta a codificarli questi criteri!

Sono meno d'accordo sull'esempio che fai di Aristotele e Heidegger. Dubito che scrivessero romanzi. I libri che ho elencato erano tutti di narrativa. Immagino ci si possa aspettare di non essere annoiati da un buon romanzo mentre i libri 'tecnici' di qualsivoglia disciplina sono un altro discorso, credo.

Ciao
Ale

35massimosala
Déc 15, 2010, 7:51 am

semplice : tutta la fuffa della Fallaci, piena di superbia, mix tra io_predico_la_sinistra_ma_razzolo_con_la_destra

letture storico politiche peggiori, c'e' solo il manuale spedito "gratis" agli italiani dallo psiconano

36dzog
Déc 17, 2010, 4:01 pm

Penso che Facebook ed altri social network abbiano tolto il "sale" a questo tipo di siti letterari. Io ho cominciato ad usare Libraything prima dell'avvento di "Facebook" e solo per archiviare i miei libri però noto che qui manca l'aspetto di condivisione, il gusto di parlare dei libri letti. Fa piacere sapere che dall'altra parte del mondo o in Italia qualcuno abbia i miei libri però è più interessante sapere l'effetto che tali libri hanno avuto sulla persona. Non mi interessa un sito web di collezionisti piuttosto un sito di "amanti". Qui però vedo molto "vuoto", non so se dipenda anche dal fatto che Library sia un sito principalmente americano. Non vedo utenti francesi, tedeschi o europei.
Non ci sono molti interventi, questo mi spiace perchè il campo della lettura è infinito ma l'età della vita purtroppo no. Questo ci spinge a fare delle scelte anche nelle letture (sempre a parer mio).
Spero che la discussione continui qui come negli altri settori degli "Italians"
ciao a tutti

37ddejaco
Déc 18, 2010, 9:09 am

In effetti LT è carente dal punto di vista dell'interscambio, anche perché nasce come catalogo condiviso e non come social network. Probabilmente quello che cerchi lo trovi in Anobii, che è fatto apposta per condividere discussioni ed esperienze di lettura, piuttosto che come puro catalogo.
C'è poi il problema non secondario della lingua. In LT è pieno di discussioni di qualunque natura (per es. molto divertente è la lista sui commenti dei bibliotecari sui propri utenti). Ma succede praticamente tutto in inglese.
Ciao

38cf66
Déc 18, 2010, 9:56 am

Devo dire che io mi diverto molto catalogando, ma ha ragione l’ultimo interlocutore: la mancanza di dibattito è la pecca di LT in italiano. Invio due riflessioni, magari servono a ravvivare il dialogo.
Ho smesso di comprare libri tempo fa, in parte perché non trovavo niente che mi allettassi ma anche perché il libro oggi (parlo in senso fisico) è un prodotto brutto ed scadente e non capivo più il motivo di riempire scaffali con pagine subito ingiallite e copertine di mal gusto. Poi, quanti di questi libri saranno letti una seconda volta? Il (benedetto) sistema bibliotecario della mia regione mi proporziona tutta la lettura di cui ho bisogno.
Quando non trovo quel che cerco AbeBooks è un’ottima soluzione. Farsi inviare un pacco dagli USA è tutto sommato più conveniente che qualsiasi invio nazionale! Così ho finito con bancarelle e librerie. Devo dire in sua difesa che a meno che non si disponga di una molto grande superficie o si preferisca la specializzazione , non è possibile seguire il ritmo de l’ offerta editoriale.
In quanto alla scelta di libri, ho lasciato indietro i tempi in cui credevo obbligata la lettura (e posteriore digestione) di mitteleuropei, pietre miliari , etc. Ma se alla fine tutti leggiamo gli stessi tritatissimi titoli! Non è una noia?
Per uscire della giostra ho cercato una soluzione un po’ cafona. Vaglio le snobbate liste (top di questo, top di quell’altro) in rete, insieme agli elenchi certi premi (ad. es. il Booker Prize, il Pen/Faulkner, il National Book Award). Nel mezzo di nomi dimenticati o semi-sconosciuti a volte trovo cose illeggibili (appunto, sopravvalutate) ma anche pagine degne di merito ( perché la sopra- e la infravvalutazione sono una conseguenza inevitabile di essere inseriti , autori e lettori, in un certo puntuale momento della storia.
( Per chi cercassi come sfuggire questa legge può essere interessante la lettura del critico Harold Bloom ed il suo tentativo di una “metafisica” de la valutazione letteraria)
Chiedo scusa per la mia verbosità .

39cometahalley
Déc 18, 2010, 12:03 pm

Mi sono iscritta da poco tempo a LT con l'intento di catalogare la mia biblioteca senza ricorrere ad un database appositamente costruito e ho trovato il sito non solo comodo ma anche divertente. Mi sarei aspettata una maggiore intensità nello scambio di opinioni sulle letture individuali. Anche io perciò noto la carenza di dibattito evidenziata da altri utenti negli ultimi interventi pubblicati. Carenza non nell'apporto a temi specifici (i gruppi di conversatori sono numerosi!!) quanto piuttosto nel confronto tra le nostre letture, sugli autori, sulle nuove opere. Va detto che ciò in un certo modo avviene ugualmente, silenziosamente e privatamente: basta curiosare nelle biblioteche altrui... Mi piacerebbe però che si avviasse un dialogo vero e proprio e non solo sui "Libri sopravvalutati" che penso sia un tema, interessante sì, ma destinato ad esaurirsi o a sfociare in una specie di "Black list". Meglio una conversazione semplice e immediata su cosa stiamo leggendo o meglio su "cosa mi ha lasciato dentro" l'ultimo libro letto.
ciao a tutti

40cf66
Déc 18, 2010, 5:40 pm

La palla al balzo. Ho appena incominciato La storia infinita, che fece scalpore ai tempi del mio liceo, e di cui senti parlare tanto bene che fini per vernirmi a noia e non lessi mai. Leggo anche l’ultimo libro di Bartezzaghi (Non se ne può più) che trovo divertente ed acuto, e che può servire come manuale di stile (soprattutto se, come me, non si è di madrelingua italiana).
Questo Natale, ai puri di cuore credo che regalerò Hunger Games, di S. Collins. E’ banale, ma mi ha fatto passare qualche ora gradevole.
E Lei, cometaHalley? Ribaltando l’argomento del dibattito, vi è capitato di sentire simpatia (addirittura di sentirvi grati) ad un libro snobbato dalle Grande Liste?

41cometahalley
Déc 19, 2010, 12:50 pm

Altro che! gentile Panbiot, provo spesso simpatia per i libri snobbati, ma non per vezzo, che poi è una forma ...di snobbismo anche quella (travestita da "antisnobismo"), ma perchè i libri li scovo sempre attraverso percorsi inusuali e ben lontani dalle indicazioni in libreria del tipo "consigli dei lettori" o "i libri più letti del mese". Amo recuperare autori che hanno fatto parte del bagaglio formativo, quelli letti per dovere scolastico o per condivisione di una tendenza, ai tempi del liceo o dell'università. Tra i tanti cito Pavese o Mann.
Riflettendo sulle mie scelte di lettrice, mi viene da pensare ad un ragno che tessendo da un punto all'altro di un albero costruisce la sua tela e continua a "viaggiare"così...su un filo ininterrotto fatto di suggestioni, rinvii, autori che rimandano ad altri autori, un tema seducente che ne sollecita la ricerca in altri libri. Per confrontarci sui...doni natalizi: ho scelto di regalare "L'isola di Arturo" della Morante e "La lingua salvata" di Canetti. Due autori che sono a quanto pare snobbati e assolutamente, ingiustamente sconosciuti ai giovani e meno giovani lettori.

42dzog
Déc 19, 2010, 4:49 pm

in risposta a ddejaco: non ho voglia di reiscrivermi su di un altro sito. E' già "tanto" che sono qui e continuo a riuscire a catalogare i libri che ho letto e possiedo, il tempo è quello che è e, purtroppo non si riesce a fare tutto. Spiace che gli inglesi (e gli americani) snobbino un poco questo gruppo.

43dzog
Déc 19, 2010, 5:06 pm

ho letto entrambi i libri ma l'isola di arturo l'ho lasciata a metà del libro e La lingua salvata l'ho letta faticosamente ma francamente non ne ricordo la trama, è proprio vero che ognuno di noi è diverso nei gusti anche se i libri da leggere sono gli stessi

44aluvalibri
Déc 19, 2010, 9:13 pm

#42> Spiace che gli inglesi (e gli americani) snobbino un poco questo gruppo

Hai pensato che forse e` perche` non molti conoscono l'italiano?

45dzog
Déc 20, 2010, 2:02 pm

Sì certo questo è vero! Però è un peccato che un sito così bello come LT venga usato perlopiù da Americani e Inglesi e manchino totalmente altre nazionalità.
Dovrebbe meritarsi di diventare un sito Mondiale!
Anche io purtroppo non conosco l'inglese per poter apprezzare i libri in edizione originale mi accontento delle versioni tradotte in italiano.
La letteratura è anche "limitazione" e fiducia nei traduttori e nei critici.
Bye!

46dzog
Déc 20, 2010, 2:10 pm

Sul fatto che noi leggiamo o rischiamo di leggere tutti gli stessi "tritatissimi titoli" pensavo al fatto che una esperienza condivisa di lettura è necessaria tra diversi lettori.
noi utenti imitiamo in maniera virtuale ciò che succedeva nei grandi salotti delle famiglie borghesi e nobili: ci scambiamo consigli, impressioni, critiche su di un libro o l'altro. Pensa al fatto e alla libertà che avevano queste persone nel ricordare a memoria interi brani di romanzi o di opere teatrali per poter fare sfoggio di cultura o di schermaglia verbale. Era o non era sfoggio di cultura e di intelligenza.
Ora con la continua produzione editoriale esistono delle letture condivise ed apprezzabili da tutti?
Mah!
Rimpallo a Voi tutti che leggete la provocazione e lo stimolo di rispondere a questo!
ciao

47aluvalibri
Déc 20, 2010, 4:06 pm

dzog, in realta` ci sono utenti di molte altre nazionalita`, oltre che inglesi o americani. Il problema di molti italiani - non la maggior parte, ma ancora molti - e` che non conoscono l'inglese bene come altre nazionalita` (es. olandesi, scandinavi ecc.). Conseguentemente, se non partecipiamo a gruppi creati da membri di altre nazioni, rischiamo di essere, in un certo senso, lasciati a noi stessi. Ciononostante, non mi pare che la conversazione manchi di stimoli, o sbaglio?

48ousia
Déc 21, 2010, 3:43 am

Salve a tutti,
rispondo all'ultima dozzina di messaggi.
Anzitutto sono "commosso" dal rianimarsi del gruppo. A volte pensavo di scrivere a mo' di soliloquio o di esser invadente, ma "ritrovarvi" mi fa assai piacere.
Io uso LT, per ascoltarvi, per confrontarmi, per avere spunti su libri, soprattutto per non esser chiuso in queste macerie culturali che ci soverchiano! Signore e signori l'analfabetismo di ritorno dilaga! Oltre che alla mia associazione professionale, mi affido a voi per rompere l'isolamento.
Sul fatto che LT sia in inglese, beh, dovrebbe spronarci, meglio dovrebbe aprirci ancor di più al mondo globale che l'etere permette di avvicinare. Provate anche voi a scrivere in inglese (o a leggere): io ci provo, e talvolta mi arrischio di scrivere le mie stupidaggini filosofiche in inglese. Esistono gruppi praticamente per tutto.
Dunque aluvalibri n. 47 sono completamente d'accordo con te.
Concordo assai pure con dzog n. 46: lasciamo agli esteti i raffinati salotti, ed usiamo le nostre intelligenze a distanza, come facciamo ora.
L'Isola di Arturo per me rimane il miglior romanzo della Morante (ne avevo già parlato in altre occasioni): merita un regalo di natale.
Di Canetti, ecco, direi che proprio una lettura spensierata non è, di certo però ne approvo la lettura.
Ora sto leggendo un romanzo che vi consiglio assai caldamente (una copia l'ho già impacchettata per Natale): Una famiglia americana, di Joyce Carol Oates. Al momento gli darei perfino 4 stelle: siamo in zona Roth (speriamo non si guasti). Scritto da una donna, sensibilità femminile: mirabile ed equilibrato, attento ai particolari, descrizioni psicologiche e degli ambienti fini, mai pesante. Forse in alcune circostanze leggermente "cinematografico", ma siamo ben oltre la media. Leggetelo.
VALE
Ousia

49cometahalley
Déc 21, 2010, 9:53 am

Sono molto contenta che "Una famiglia americana" sia apprezzato e da un lettore sensibile come Ousia, le cui osservazioni acute in questo gruppo ho imparato ad apprezzare. Ho acquistato un paio di anni fa questo romanzo e prima di leggerlo, in occasione di una conversazioni tra amici, mi fu detto che era una sorta di "polpettone", quasi prevenuta l'ho iniziato e devo dire che mi ha sorpreso positivamente. Sì, è vero: talvolta scivola verso l'epopea in modo smaccato, ma per poco e in ogni caso è ben scritto, con personaggi... direi visitati nell'anima. Del resto amo "la valle dell'Eden" di Steinbeck ed è un altro esempio di romanzo "epopea. Può darsi che sia da sciagurati .... me ne assumo la colpa.
Dimenticavo.... il gruppo è diventato vivace. Grazie a voi per i vostri interventi e mille auguri a tutti!

50aluvalibri
Déc 21, 2010, 10:30 am

Completamente d'accordo sulla tua opinione de L'Isola di Arturo, ousia, a cui aggiungerei Menzogna e Sortilegio, un altro capolavoro, a mio modesto parere.

#49> comethalley, non me la sento di considerare Joyce Carol Oates una scrittrice di polpettoni, e mi associo a te nell'elogio de La Valle dell'Eden. La Oates e`, qui negli Stati Uniti, considerata una delle maggiori scrittrici americane viventi, e Steinbeck non ha bisogno di presentazioni, credo.

51IoAnnalisa
Déc 21, 2010, 4:48 pm

Sono contenta di scoprire, dopo qualche giorno di assenza, che la discussione si è piacevolmente riattivata. Anch'io mi sono iscritta a LT prima che a fb. LT non è un social network come fb, per fortuna, in cui gira un sacco di spazzatura mentale con qualche sprizzo di geniale comicità. Non ha però senso un sito in cui si condividono libri senza uno scambio di idee sui libri stessi! Vorrei anch'io che LT fosse un sito di amanti di libri e non di collezionisti muti. Non mi basta certo la visita voyeuristica nelle biblioteche altrui. Mi piacerebbe leggere qualche recensione "viva" non accademica e mi piacerebbe si discutesse come qui stiamo discutendo negli ultimi tempi. Non cè il rischio di trasformare l'interscambio in una "salotto letterario" d'altri tempi. Mi pare che le opinioni espresse siano alquanto variegate ed esenti da atteggiamenti snobistici. Grazie a voi, specie a ousia, sempre così cortese. Non ho letto proprio niente negli ultimi 10 giorni. Troppo lavoro. Domani vado in libreria per i consueti acquisti di Natale. Regalo libri a tutti ma non riesco mai a fare delle liste. Scelgo a caso sempre all'ultimo minuto.

52aluvalibri
Déc 21, 2010, 8:39 pm

Ma e` proprio la scelta 'a caso' che rende l'acquisto interessante, a mio parere.
Da sempre regalo libri, che sono sempre accolti con piacere sia da amici che parenti. Non e` il caso di dire che un libro e` per me il regalo piu` gradito (anche se i miei figli brontolano perche` dicono che ne ho troppi).

53ousia
Déc 22, 2010, 4:24 am

A proposito di regali. Finora ho regalato:
Tamburo di latta, Il -- G. Grass
Pastorale americana -- P. Roth
Famiglia americana, Una -- J. C. Oates
Particelle elementari, Le -- M. Houellebecq
Ombra e la Grazia, L' -- S. Weil

Lo so, è tutta roba che a me piace e non è detto piaccia a chi la riceverà. Ma come si fa ad avere il coraggio di regalare libri che si ritengono schifosi??
P.S. I regali sono indirizzati a tutte donne, un caso? (e non è perchè ho mire poligame!)
VALE
Ousia

54TheKaspa
Déc 22, 2010, 5:07 am

> Ma come si fa ad avere il coraggio di regalare libri che si ritengono schifosi??

Di solito il regalo va pensato per la persona a cui lo si fa.
A me per esempio La solitudine dei numeri primi non piace (anche se non l'ho letto, e non lo farò perchè mi basta aver letto la trama...), però l'ho regalato ad un compagno di università che ama le cose alla moda (e stava uscendo il film). A lui il regalo ha fatto piacere...
Certo se dovessi fare un regalo a un amico lettore gli regalerei A game of thrones, in lingua originale!

55aluvalibri
Déc 22, 2010, 11:20 am

#54> In lingua originale? Ma certo dovresti sincerarti se la persona in questione sia in grado o meno di leggere l'inglese, o no?

56TheKaspa
Déc 22, 2010, 12:33 pm

#55
Ovviamente, ma se devo regalarglielo in italiano lascio perdere... hanno fatto errori orripilanti!

57aluvalibri
Déc 22, 2010, 12:46 pm

hanno fatto errori orripilanti!

Come al solito.......

58cometahalley
Déc 22, 2010, 2:02 pm

Neanche io regalo libri che non mi piacciono. Oltre al bellissimo "L'isola di Arturo" e "La lingua salvata" di Canetti, questo Natale regalerò "Il sentiero dei nidi di ragno", "La zattera di pietra" di Saramago perchè c'è ancora qualcuno tra amici e conoscenti che non lo ha letto (!!!), "L'universo gli dei gli uomini " di Vernant e per un amante della montagna "Racconti di montagna" pubblicato da Einaudi, che riunisce alcune splendide storie di montagna tra ideali, emozioni e paesaggio (tra gli autori: Salgari, Kawabata, Calvino, Hesse, Hemingway...).
Regalare un libro che non mi piace per me è un gesto sadico, a meno che non si regali ad un nemico. Ma ai nemici non faccio regali!!!
Se lo dovessi fare regalerei il "Codice da Vinci", Bruno Vespa e Fabio Volo.

59aluvalibri
Déc 22, 2010, 8:44 pm

Se lo dovessi fare regalerei il "Codice da Vinci", Bruno Vespa e Fabio Volo

Ha ha ha ha!!!!!!!!!!!!!!! Grazie della bella risata!

60cometahalley
Déc 23, 2010, 3:17 pm

Grazie Alivalibri! tu cosa regaleresti ad un nemico?

61aluvalibri
Déc 23, 2010, 5:51 pm

Probabilmente un libro di Danielle Steel o Nicholas Spark ;-)

62cometahalley
Déc 24, 2010, 3:32 am

;-) terribilmente azzeccato!!!
Tanti auguri di Buon Natale e di buone letture a te e a tutti gli amici di LT

63aluvalibri
Déc 24, 2010, 9:41 am

Ricambio di cuore gli auguri, che estendo a tutti quanti gli amici italiani su LT
:-))

64ousia
Déc 24, 2010, 12:00 pm

Auguri a tutte e a tutti.
Visto che il tempo sarà brutto a Natale, approfittatene per leggere di più!
L'anno prossimo organizziamo una tombola virtuale con premi che vanno da un ambo per un tascabile, fino al salire con la cinquina che è la Recherche di Proust ed una tombola con un libro d'arte di quelli costosi.
Scherzo, naturalmente!
A presto
Ousia

65cf66
Déc 24, 2010, 3:26 pm

Salve e Buon Natale
Siccome mi dispiacerebbe sapere di qualche "buon amico" che va abbandonato in un'angolo per colpa mia, rifletto un attimo sulla capacita' lettrice dei miei cari. Per quello proponevo un romanzo modestissimo accanto alle vostre scelte, tutte di grande gusto. Ci sono gradi di complessita' nella lettura che possono essere rispettati senza tradirsi a se stessi. Poi, la lettura e' un motore di conoscenza e critica, ma e' anche una grande porta al obblio del mondo che ci circonda . Una pagina che mette in pace un cuore, per me va rispettata.
Dono alternativo: `Dura la vita di un scrittore
di David Lodge (una biografia di Henry James) , con le mie scuse a Lodge, che per molto tempo non lessi ritenendolo uno scrittore di pettegolezzi universitari.
Un saluto

66IoAnnalisa
Déc 25, 2010, 1:26 pm

Regalare un libro che non si apprezza costituisce un insulto per se stessi non per chi lo riceve. M'è capitato qualche volta, per fretta o per opportunismo ( riciclo di regalo) e mi sento ancora in colpa... Regalare libri oggi nel contesto di "macerie culturali" come sopra definite da qualcuno, è difficile. Mi pongo obiettivi di recupero o tentativi di salvataggio di giovani coscienze, regalando libri. Ho parecchi nipoti intorno ai vent'anni o poco più, tutti studenti diligenti e assai bravi ma, a parer mio, culturalmente conformisti come la maggior parte dei loro coetanei. Sono entrata la vigilia di Natale in libreria e ho avuto una sorta di attaco di panico sia per la massa di gente sia per la massa di libri accatastati in bella vista. Autori e titoli per me sconosciuti. Non sapevo che fare. Regalare di brutto T.Mann o Musil comporta esser messi da parte per il romanzetto o per fb. A parte il fatto che sugli scaffali non v'era nè l'uno nè l'altro. Alla fine ho acquistato: "Guida zen per non cercare la felicità"alla ragazza indecisa su che fare nella vita, un testo di teoria dell'architettura per la neolaureata in tale disciplina, un libretto di Carofiglio per il nipote che gioca a calcio ( almeno qualcosa leggerà) e Il Vangelo secondo Gesù Cristo di Saramago alla ragazza superintelligente ma superficiale. Buon Natale a tutti

67dzog
Déc 26, 2010, 12:21 pm

sarebbe meglio a Natale non regalare niente, specialmente se non c'è niente di decente.
Ai ragazzi oggi ho paura piaccia di più un videogioco piuttosto che un libro e questo è molto grave.
Con gli e-book tra un pò non esisteranno neanche più i libri come oggetti solidi e tangibili.
dobbiamo preoccuparci?
Basta vedere il livello delle discussioni in tv dei nosti politici e "uomini di cultura" e confrontarli con quelli di qualche decennio fa e si vede quanta Cultura circola in Italia.
Leggete la Bibbia o il Tao te Ching o qualche testo Shivaita
tanto per cambiare!
(scherzo! questi sono gusti personali)

68IoAnnalisa
Déc 26, 2010, 12:52 pm

Forse hai ragione, ma non volgio abdicare. Coi miei figli qualcosa ha funzionato. Gli e-book vanno più che bene, l'importante è leggere. Non sono d'accordo sulla cultura che circola in Italia. Ne circola molta, forse più di trent'anni fa; è la televisione che non è più quella di trent'anni fa, ne è indice la degenerazione dei dialoghi e del linguaggio. Oggi mancano le concettualizzazioni e le teorie, forse non è un male.

69cometahalley
Déc 27, 2010, 4:07 am

che bellezza questo gruppo di conversazione, dove si toccano con spontaneità e scioltezza aspetti e temi interessanti!!! Riguardo a questo ultimo argomento mi pronuncio ottimisticamente: continuerò a regalare libri, a parlare di libri, spesso a leggere ad alta voce ai piccoli e agli anziani, la cui vista è ormai debole. La cultura in Italia? Non è certo sostenuta e valorizzata a livello istituzionale, anzi......... Forse sono i luoghi della cultura a soffrirne di più: musei, biblioteche, archivi.
I libri ci sono e ci saranno sempre, accanto agli strumenti tecnologici, nuovi feticci. Aveva ragione Marshall McLuhan nel profetizzare che i moderni mezzi di comunicazione, espedienti tecnologici, sono delle vere e proprie “estensioni” della persona, delle “protesi” concettuali.
Difficile staccarsi da queste appendici che ci affascinano e ci irretiscono, che possediamo per emulazione, per non sentirci menomati. Basta pensare al telefono cellulare, senza il quale ci sentiamo persi nelle situazioni più banali e che pare risponda ad una impellente inarrestabile necessità di comunicare (anche se poi sono stitici sms), come se non sapessimo quali altri modi esistano per esprimerci. Per questo tanti si chiedono: il libro sarà soppiantato? Io non credo. Credo che continuerà ad esserci, convivendo con l’e-book, con i knowbots, con la cyber cultura insomma, una forma di conoscenza non più padroneggiabile perché continuamente alimentata da flussi di informazioni, manipolabili, dilatabili, implementabili all’infinito. Il libro, con i suoi confini delimitati, unità fisica e concettuale ben distinta e autonoma, continuerà ad esistere appagando con il fruscìo delle sue pagine e con il suo odore di carta e inchiostro e naturalmente annoierà o emozionerà chi, leggendolo, eserciterà il diritto di divorarlo fino in fondo, chiuderlo per noia, conservarlo con devozione o utilizzarlo in extremis, schifato, per accendere il caminetto.
Scusate... mi sono fatta prendere la mano... ma è un argomento che mi sta a cuore.

70dzog
Déc 31, 2010, 10:47 am

buon anno a tutti, nonostante la tecnologia!

71cometahalley
Déc 31, 2010, 12:27 pm

auguri a tutti, auguri a LT, agli amanti dei libri, a chi lavora per e con i libri e a tutti quelli che in un modo o nell'altro si impegnano per un mondo migliore!

72ousia
Jan 11, 2011, 5:41 am

Salve a tutti.
E se ci mettessimo pure il Kundera dell'Insostenibile, tra i romanzi sopravvalutati?
Davvero è questo gran capolavoro del secondo Novecento?
A comprare l'edizione Adelphi, nell'indice delle pubblicazioni lo si trova sempre riedito in 20 - 30esima ristampa, di gran lunga il più ristampato del catalogo.
Ma la quantità fa la qualità in questo caso?
Intendiamoci, il romanzo non è brutto. Offre anche un veritiero spaccato sull'Europa dell'Est ai tempi del Muro, dunque può avere il suo valore documentale. Però al di là di questo, la(le) storie d'amore mi sembra ordinaria e il livello narrativo accorto ma non al di sopra della media.
Nel complesso lo ritengo, proprio per la questione della fama di cui gode, un testo sopravvalutato.
Se qualche Solone delle lettere mi venisse a dire che, se non si è letto questo romanzo, si è letto ancora troppo poco, risponderei (dopo averlo letto) che costui ragiona per effetti e luoghi comuni.
Al solito, forse sbaglio. Voi che dite?
VALE
Ousia

73cf66
Jan 11, 2011, 9:28 am


Gentile il tentativo di ousia di ravvivare i dibattiti.
Io non ho letto Kundera. Tempo fa, ho sentito parlare con disprezzo di questo romanzo ad un lettore “di fiducia”. E’ l’unica notizia che ho.
Questi romanzi sopravvalutati, al di là del giudizio qualitativo che possano meritare, presentano un aspetto interessante, secondo me. Cosa contribuì, al suo tempo, a scatenare una reazione così positiva? O bene, perchè destarono scandalo?. I libri non soltanto vanno letti, ci leggono a noi, e questi romanzi, pur modesti , potrebbero essere uno strumento di valore per conoscerci meglio.
Ad esempio. Parlando del rinascere della letteratura di elfi, fatte, etc., Allison Lurie, una grande studiosa della letteratura infantile, azzarda che questo successo possa doversi a una perdita di referenze magiche nel nostro attuale modo di vivere , forse alla decadenza del pensiero religioso. La nostra voglia o istinto d’ irrazionalita’ ci porterebbe a cercare dei sostituti , anche in mitologie un po’ fasulle. Forse Harry Potter arriva per sostituire le vecchie fiabe? (alcuni li ritengono non “politically correct”, o addirittura dannose per la crescita educativa). Harry Potter, come ho detto in un’altra occasione (non molto chiaramente, però) è uno dei libri più “corretti” che io conosca… (il suo livello di pretensione “etica” mi ricorda un programma di tivù infantile, “Storie del Fantabosco”)
Ritornando all’esempio di Kundera, forse al suo momento c’era una sete di spiegarsi una serie di eventi, che portò a sopravalutare un libro che, quando cessò di essere attuale, si rivelò banale.

Spero essermi spiegata bene. Come bene diceva un messaggio tempo fa, anche della piccolezza di certi libri possiamo trarre lezione.
Vi saluto

74dzog
Jan 11, 2011, 3:40 pm

penso che nessuno o poche persone almeno ricordino le belle edizioni Ubaldini Editore dedicate al filone psicoterapia e al filone religioso, forse erano libri per una certa nicchia di lettori ma io penso che se una persona cerca delle risposte al mistero della vita non le cerca in romanzi inutili come Harry Potter ma in biografie di persone che hanno ricercato "qualcosa" di altro anche attraverso l'immaginazione creativa, l'autoanalisi o la meditazione.
Storie di persone "vere" non mitologie riadattare per un pubblico di semi-deficienti.
Scusate è una mia idea! Di Kundera, poi, ricordo un film, forse inutile? Lo ricorda qualcuno? E l'inutile canzone di Antonello Venditti.
Il libro anche se di Adelphi (l'editore di "Scimmiotto" di Wu chen gen") non lo leggerei mai, piuttosto consiglio i libri di Lin Yu Tang.
Ciao

75alexdelarge
Jan 12, 2011, 11:23 am

Concordo con ousia sull' "Insostenibile leggerezza dell'essere", anche secondo me è un romanzo sopravvalutato. Ci sono tuttavia rimasto affezionato per una frase in cui l'autore paragona la vita ad uno spartito musicale. La relazione fra due persone innescherebbe uno scambio di pezzi di spartito che entrerebbero a far parte per sempre della vita dei partner. Ma, come dice sempre l'autore, questo è possibile solo finchè si è giovani, dopodichè il proprio spartito è scritto e non c'è più spazio per la musica altrui. L'ho trovato vero e descritto con piacevole lirismo. Credo che lo ricorderò per sempre.
Ciao

76cometahalley
Jan 12, 2011, 12:30 pm

Noto che abbiamo scoperto un romanzo sopravvalutato in comune. "L'insostenibile leggerezza dell'essere" è uno dei pochissimi volumi della collana Adelphi che rimpiango di avere acquistato. All'epoca della sua uscita, anni di gioventù, era quasi un dovere leggerlo ma ....che noia leggerlo. La storia d'amore contenuta è uno strazio, il libro ha un ritmo narrativo lentissimo. Quando uscì il film tratto dal romanzo mi guardai bene dall'andare a vederlo ... giovane sì ...ma non masochista!

77ousia
Jan 13, 2011, 6:23 am

Gentili appassionati,
non per tornare sui miei passi,
ritengo quello di Kundera un romanzo sopravvalutato, non una brutta opera nel complesso. Fondamentalmente il livello di narrazione è accettabile (anzi, ringrazio alexdelarge per averci ricordato la metafora), se paragonato alla media attuale, tuttavia non si può dire di aver di fronte un capolavoro.
Credo che parte della fama, a questo punto posso dire ingiustificata, sia dovuta sia all'ottima operazione editoriale di Adelphi (per certi aspetti sono davvero, davvero bravi) sia alla magnificenza del titolo italiano, il quale onestamente non so se sia traduzione letterale di quello cecoslovacco, oppure sia dovuto alla sapienza dei traduttori. Di certo è un titolo che "rimane" nella memoria collettiva.
Direi, anzi, che questo è un tema che andrebbe dibattuto con maggiore attenzione (è un invito, il mio): quanto un titolo incide non soltanto sulla appetibilità dell'opera ma proprio sulla qualità complessiva della stessa.
Chissà, e qui azzardo un paragone un po' estemporaneo (potete arrabbiarvi, se volete), forse un domani il Giordano della "Solitudine dei numeri primi" potrebbe seguire le orme di Kundera. Ci ho pensato sia per la bellezza dei due titoli, sia per l'esplosione di popolarità che li ha seguiti.
Al di là di questo sghembo paragone, ripropongo la domanda: quanto incidono i titoli sulla ricezione di un'opera?
Attendo Vs. risposte
VALE
Ousia

78alexdelarge
Jan 13, 2011, 8:33 am

Secondo me un titolo indovinato può effettivamente fare la fortuna di un'opera. In ogni modo di titoli veramente cool come l'insostenibile leggerezza dell'essere ne esistono pochi ("le affinità elettive" e "memorie del sottosuolo"? :-P). Quindi occhio alle sirene!

79cf66
Jan 13, 2011, 8:44 am

Salve,
Su Kundera, quello era il titolo originale. In Spagna è stato anche un grande successo (allora ho sentito le critiche). Anche lì fu pubblicato per un’ottima editoriale (Tusquets). Ormai i libri con buone vendite nell’estero sono acquistate in fiere internazionali, come Francoforte, a prezzi d’oro. E’ possibile che questo qui sia stato uno di tali casi, si spiegherebbe così che sia andato a finire fra il catalogo delle grandi (un editore piccolo non potrebbe pagarlo). Ma sono supposizioni mie.
Sul romanzo di J.C. Oates, io non l’ho letto, ma lo farò volentieri. Penso che forse sarebbe interessante aprire una linea di lettura su Italians (osservo che anche cometahalley lo conosce). Magari “acchiappiamo “ nuovi partecipanti. Decidete voi. Io ci sto.
Di Oates ho letto Bruttona & Lingua Lunga, un romanzo YA (per giovani adulti). Era abbastanza buono, e ve lo consiglio se dovete regalare un libro ad un adolescente. Anteriormente avevo provato a leggere L’età di mezzo ma qualcosa nel suo stile (melenso? facilotto? non mi ricordo) mi aveva obbligato a desistere.
Rifletto sul tema dei titoli, qualcuno mi verrà a mente.
Saluti

80mauriziorosso
Jan 27, 2011, 9:13 am

Mi sono appena iscritto e sparo subito una "bomba sui romanzi sopravvalutati, anzi sugli autori sopravvalutati: Gadda. Mostro sacro della letteratura italiana, di lui ho letto il "Pasticciacio", e non mi è piaciuto. Ho provato con la "Cognizione del dolore", ma a metà libro mi sono accasciato. Aldilà dello sperimentalismo linguistico, che io ho trovato fine a se stesso, non sono mai riuscito ad entrare in sintonia con l'autore...Aiutatemi.

81cometahalley
Jan 27, 2011, 12:18 pm

Benvenuto innanzitutto! Non so se Gadda o i due suoi celebri romanzi siano sopravvalutati. Personalmente trovo Gadda noioso, non mi entusiasmò leggerlo in quel periodo di scoperta famelica delle letterature che accompagna la giovinezza, nè ho voluto rivisitarlo in seguito ma non si può negarne la genialità. Genialità nell'invenzione di quella sua insuperabile mimesi linguistica, genialità nella padronanza con cui crea commistioni di gerghi e dialetti, nella declinazione del tragico in patetico e sarcastico. E' un grande scrittore certamente, da manuale di letteratura ma, assai poco obiettivamente, non lo metterei nell'Arca/Libreria di Noè tra i libri da salvare dal diluvio. Cosa ne pensano i gentili amici di questo gruppo?

82ousia
Jan 28, 2011, 7:18 am

Benventuo a "mauriziorosso",
in altre sede credo di aver toccato il tema Gadda.
Anche io esprimo le mie perplessità sull'autore.
Noioso non lo è (il Pasticciaccio ha una struttura che lascia tutto "aperto" fino alla fine), però a me qualcosa sfugge dell'autore. Riconosciutogli un originale e raffinato sperimentalismo linguistico, non sono riuscito ad afferrarne il motivo/i sottostante/i che lo spingessero a codificare tali registri.
Dunque, se vogliamo distinguere i meriti di estetica del linguaggio dai plot dei suoi "capolavori", posso anche iscrivere il Gadda tra i "sopravvalutati", rispetto alla fama che tutto il secondo Novecento gli ha tributato.
Certo rispetto al panorama italiano di inizio XXI secolo, non c'è paragone. Vogliamo paragonarlo ad un Faletti, ad un Ammaniti?? Scherziamo!
VALE
Ousia

83mauriziorosso
Jan 28, 2011, 11:46 am

Grazie per il benvenuto a cometahalley e ousia.
Ousia rappresenti bene la perplessità che ho provato anch'io di fronte a Gadda.
Trovo nel suo modo di narrare caotico proprio la volontà di rappresentare il caos della realtà. La cosa però, per quanto ne capisco io, non gli riesce bene. Il finale del Pasticciaccio è aperto perchè Gadda sembra voler dire che non c'è una soluzione. E' come se il narratore rimanesse impanato nella materia che vuole descrivere. Mi spiazza, ma senza lasciarmi nulla. Come se lui stesso fosse incapace di governare quello che sta scrivendo. Voglio dire ci sono altri scrittori sperimentali, che pur difficoltosi, tipo il Joyce dell'Ulisse (Non parlo di Finnegans Wake che sfido chiunque a dire essere riuscito a leggere e capire), con cui sono entrato in empatia, con Gadda proprio non mi riesce.
Per quanto riguarda Faletti, sono un amante della letteratura diciamo poliziesca in tutti i suoi generi, per dire tra i miei preferiti ci sono Simenon, Stout, Ellroy (il più grande), Connelly,Chandler, Glauser, Rankin, Lansdale, giusto per fare qualche nome. Così, quando lessi la recensione di D'Orrico, all'uscita di "Io uccido" di Faletti, acquistai subito il libro pieno di curiosità, visto che era stato definito il più grande scrittore italiano. L'ho letto con crescente delusione: dialoghi scontati; ambientazione scontata; personaggi privi di alcun spessore. Mi son sempre chiesto come un critico come D'Orrico possa aver preso una cantonata simile.

84dzog
Mar 7, 2011, 8:02 am

sto finendo di leggere "Il mio nome è Asher Lev" di Chaim Potol, lo trovo un libro interessante anche se un poco di nicchia. Non credo possa interessare a molti però è profondo.
ciao a tutti
dzog

85alexdelarge
Mar 8, 2011, 6:05 am

Mai sentito, non avrai sbagliato topic? :-)

86Neurox66
Avr 22, 2011, 10:18 am

Ciao a tutti,
visto che l'ultima replica ha più di un mese, rinverdisco la discussione con quei libri secondo me sopravvalutati
tra cui "La solitudine dei numeri primi" con un immeritato premio Strega, "L'eleganza del riccio" e "La Compagnia della Morte" sono tra quelli che mi hanno deluso di più.

87ousia
Avr 27, 2011, 3:46 pm

Carissimo collega lettore,
grazie per l'indefesso interessamento.
Per quel che mi riguarda, l'intenzione primigenia voleva essere quella di individuare, all'interno di opere già affermate, quelle che forse possedevano una fama maggiore rispetto ad una lettura scevra e priva delle influenze della moda.
Figurarsi, quindi, quei volumi che, a causa della loro contemporaneità, non sono semplicemente figli della moda ma vi nascono con il D.N.A. della ricerca della formula del successo (indipendentemente dal contenuto intrinseco del messaggio...).
In tutta sincerità, dovranno passare degli anni e centinaia di libri prima che trovi il tempo di leggermi un "Eleganza del riccio", non per un vezzo snobistico, quanto perché ritengo che vi sia una sterminata quantità di volumi, più o meno famosi, che meritino attenzioni e riflessioni maggiori.
Alfine, ognuno legge quel che vuole e per il motivo che preferisce; io leggo per imparare, non per trascorrere il tempo.
Cordiali saluti
Ousia

88dzog
Fév 16, 2014, 5:31 pm

siamo nel 2014, auguri a tutti anche se in ritardo!