Cosa dovremmo leggere

DiscussionsItalians - Italiani

Rejoignez LibraryThing pour poster.

Cosa dovremmo leggere

Ce sujet est actuellement indiqué comme "en sommeil"—le dernier message date de plus de 90 jours. Vous pouvez le réveiller en postant une réponse.

1ousia
Oct 26, 2010, 7:30 am

Salve a tutti gentili lettori,
più che scrivere una recensione e mettere le classiche 5 stelle, preferisco dare direttamente un appassionato consiglio.
Spendete 35 euro e comprate: Zimbardo, Philip, Effetto Lucifero : cattivi si diventa? (Raffaello Cortina).
Un libro straordinario.
E' un saggio, non un romanzo. Uno studio di psicologia sociale.
Perchè leggerlo? Non certo per la trama quanto per il contenuto, per il messaggio, che, se preso con le dovute e serie riflessioni, può davvero insegnare moltissimo a ciascuno di noi.
Il testo tende a disintegrare determinate certezze riguardo al proprio modo di comportarsi con il prossimo e spiega come sia possibile l'ingenerarsi della "banalità del male".
Il finale, tuttavia, prova a gettare un lume di speranza. Se si è in grado di individuare le cause e le conseguenze di un comportamento nocivo verso il prossimo, si è anche in grado di creare, almeno teoricamente, un'alternativa positiva.
Quel che sconcerta e che al contempo insegna, è quanto sia facile ingenerare comportamenti (auto)distruttivi, forse buona chiave di lettura per i comportamenti "inspiegabili" che tanta cronaca nera ogni giorno ci propina.
Personalmente ritengo l'abbattimento di determinate certezze un valore che accresce il personale senso critico verso se stessi e la società, un valore, da conservare gelosamente, ora e negli anni a venire
Buona lettura

2IoAnnalisa
Nov 6, 2010, 3:04 pm

Grazie, terrò presente. Apprezzo la tua iniziativa di consigliare libri, al di là delle "stelle" e delle "recensioni".
Mi spiace che su questo sito non ci sia molta possibilità di scambio di opinioni, tanto che, ho visto, molti trasmigrano altrove.
Hai visto il film "Un gioco da ragazze"? Pur tecnicamente poco apprezzabile, m'è piaciuto perchè tratta della "cattiveria" senza alcun filtro moralistico.
Infatti non ha avuto per nulla successo, nè aperto dibattiti.

3ousia
Nov 8, 2010, 10:51 am

Gentile lettrice,
almeno ci sei tu a rispondere spesso, perché il nostro gruppo mi sembra un po' moscio. Ogni tanto lancio qualche (amena) provocazione, tipo questa, per capire che cosa pensano i lettori, quali libri suscitano interesse, quali ricadute possono avere nella vita reale le pagine che vengono lette (o sfogliate?).
Ammetto che, leggendo molta saggistica, non sono rare le "ricadute pratiche" da trovare ma personalmente non leggo per passatempo, leggo solo per imparare.
Ritengo il libro segnalato interessante perché davvero riguarda ognuno di noi, perché analizza senza giudicare, perché va ben oltre la congerie di luoghi comuni che ci vengono propinati ogni qual volta si commenta un fatto violento di cronaca.
Ai pecoroni vanno affibbiati pochi e banali schemi mentali, affinché non ci si affatichi mentalmente ad articolare risposte strutturate ma se si ha la voglia e la pazienza di interrogarsi davvero sul perchè succedono certe "disgrazie", sul "come è possibile che...?", forse questo volume può dare un riferimento.
Concludo dicendo che il testo non va letto per passatempo ma per un già dimenticato concetto che una volta veniva nominato quasi con solennità: senso civico
Cordialemente
Ousia

4supersidvicious
Nov 11, 2010, 3:46 pm

il suggerimento che vi do è usare anobii dove potete trovare molti più utenti disposti a conversare. LBT è poco usato in italia e quei pochi che lo usano lo fanno più per la flessibilità e completezza della catalogazione che per il lato social.
Riposto quanto scritto altrove

Io ho optato per una via di mezzo: uso solo LT e cerco le recensioni in automatico su Anobii usando i link rapidi.
Per una dimostrazione puoi guardare questo screencast.
Se ti può interessare qui trovi un confronto in italiano dei due siti.

5cometahalley
Nov 12, 2010, 3:20 pm

salve a tutti! mi sono appena iscritta e non ho ancora ben capito le funzionalità di questo sito, a parte la comodità di organizzare il proprio catalogo (cosa attuabile tuttavia anche in altro modo). Ci vuole un pò di tempo a disposizione suppongo! Una cosa, invece, l'ho intuita subito: non esiste un forum vero e proprio qui...insomma scarse conversazioni! Sono tutti troppo impegnati su gìfacebook o su msn? O gli amanti della lettura nuotano tutti nei loro testi in splendido isolamento? Anche io sono una famelica lettrice, però non frequento le chat e i social network... per cui ho uno scampolo di tempo per conversare su libri e letture.... a presto!

6dzog
Déc 29, 2010, 8:13 am

cosa dobbiamo leggere? Anni fa su Rai Tre vidi un film americano che parlava, in tono ironico, delle "battaglie" letterarie tra critici letterari. Il bello di quel film era che i critici erano "veri". Può essere "Sette gradi di separazione"? Non mi ricordo!
Qualcuno può aiutarmi?
Era un film piuttosto colto: parlava di libri e di persone, di persone e di libri
Bye!
dzog

7dzog
Déc 29, 2010, 4:38 pm

nò, non era sette gradi di separazione, mi ricordo che era una commedia che narrava la storia di un aspirante scrittore che ambiva a scrivere un libro e per questo andava a New York dove grazie ad amici riusciva a conoscere dei critici a cui sottoporre il proprio libro. Il bello del film era che gli attori erano mischiati a dei veri scrittori e a dei veri critici letterari americani. E ogni volta che c'era uno di questi critici o scrittori sopra o sotto il personaggio appariva una nuvoletta (come quella dei fumetti) che indicava il nome dello scrittore o critico.
Penso che nulla è mai stato "girato" in Italia con intellettuali nostrani.
Il tono leggero della commedia si univa in un ambiente "colto" in modo molto simpatico e originale: veniva voglia di leggere o di scrivere, o tutti e due!
Il tempo è quello che è:
il video, tv o computer togliono tempo alla lettura però a volte vedendo alcuni film capita che siano dei rinforzi alle lettura,
voi ce ne pensate?
c'è qualcuno?
bye
(se qualcuno si ricordi il titolo del libro) grazie

8ousia
Jan 13, 2011, 6:31 am

Consiglio vivamente un altro romanzo appena terminato.
Una famiglia americana di Joyce Carol Oates.
Non avendo più spazio disponibile nella mia bibl., non ho potuto aggiungerlo e recensirlo.
Un 4 stelle sicuro.
Nulla da dire: grande romanzo. Intreccio, sviluppo ed evoluzione dei personaggi, descrizioni né avare né eccessive, linguaggio mai volgare e sempre accessibile (nessuna ricercatezza stilistica), credibilità delle situazioni, finale accettabile (mi ricorda un poco quello del film di Giordana, La meglio gioventù). Funziona tutto.
Mi chiedo perché talvolta ci si ostini a ricercare formule e situazioni strane e nuove, quando Oates ci dimostra che un romanzo "classico" permette di destare emozioni ed interesse come ai tempi andati.
Leggetelo, non ve ne pentirete. Se non vi piacerà, ammetto di non intendere più la nozione di "buon romanzo"
VALE
Ousia

9cometahalley
Jan 13, 2011, 3:07 pm

4 stelle anche per me! Del libro se ne era parlato nell'altro gruppo di conversazione, se vi rammentate... e qui lo confermo, un gran bel romanzo, ben scritto, equilibrato.
Lancio anche io un titolo, ci pensavo leggendo gli interventi recenti sull'altro gruppo di conversazione, a proposito dei titoli che seducono (magari di libri poi rivelatisi deludenti). "Furore " di Steinbeck ... pubblicato nel 1939 con il titolo "the graphes of wrath" ("I frutti della rabbia"). Molto più riuscito il titolo italiano e... a prescindere dal titolo... che ne pensate? Io l'ho molto apprezzato e lo consiglierei vivamente.

10cf66
Jan 16, 2011, 6:13 am

Mi sono ricordata di tre titoli “suggestivi” che forse hanno fatto la fortuna dei libri. Uno italiano (Jack Frusciante è uscito dal gruppo), uno francese (Bonjour, tristesse) ed uno spagnolo, che da bambina mi risultava poetico, La sombra del ciprés es alargada (L’ombra del cipresso è lunga). Tutti e tre vendettero molto, e di nessuno di loro ci ricordiamo (con giustizia, credo).
Cometahalley, sa che non mi ricordo se ho letto Furore? (in spagnolo Las uvas de la ira). Tento di farmi venire a mente un passaggio ma soltanto riesco a evocare a Henry Fonda in giro per i campi nella Grande Depressione (mi piace il film). Poi “dissolvenza incrociata” e vedo il narratore di On the Road, di Kerouac, facendo anche lui la raccolta in qualche campagna (nel Sudamerica, può darsi?). Ho letto questo libro anni fa e, a parte i suoi momenti freakies ,che tanto cult l’hanno fatto, lo trovai di difficile interpretazione e denso di significato. Chi l’ha letto?

11cometahalley
Jan 16, 2011, 9:33 am

Ho un legame forte con i primi due libri citati da Panbiot, soprattutto con quello della Sagan che ha aregalato parecchie suggestioni alle nostra adolescenza. Il terzo confesso di non conoscerlo e mi incuriosisce perciò farò una ricerca.
E' naturale accostare istintivamente "Furore" al romanzo di Kerouac, ma solo per il tema del viaggio, della peregrinazione, della fuga. Romanzo cult, da leggere sicuramente. Lo apprezzai maggiormente alla seconda lettura, dopo il febbrile approccio della prima giovinezza.

12cometahalley
Jan 16, 2011, 9:33 am

Ho un legame forte con i primi due libri citati da Panbiot, soprattutto con quello della Sagan che ha aregalato parecchie suggestioni alle nostra adolescenza. Il terzo confesso di non conoscerlo e mi incuriosisce perciò farò una ricerca.
E' naturale accostare istintivamente "Furore" al romanzo di Kerouac, ma solo per il tema del viaggio, della peregrinazione, della fuga. Romanzo cult, da leggere sicuramente. Lo apprezzai maggiormente alla seconda lettura, dopo il febbrile approccio della prima giovinezza.

13cometahalley
Jan 16, 2011, 9:33 am

Ho un legame forte con i primi due libri citati da Panbiot, soprattutto con quello della Sagan che ha aregalato parecchie suggestioni alle nostra adolescenza. Il terzo confesso di non conoscerlo e mi incuriosisce perciò farò una ricerca.
E' naturale accostare istintivamente "Furore" al romanzo di Kerouac, ma solo per il tema del viaggio, della peregrinazione, della fuga. Romanzo cult, da leggere sicuramente. Lo apprezzai maggiormente alla seconda lettura, dopo il febbrile approccio della prima giovinezza.

14ousia
Jan 19, 2011, 7:10 am

Segnalo la interessante intervista di U. Eco uscita oggi:

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2011/01/19/news/anticipazione_eco-...

almeno così potrete leggere un parere più autorevole del mio.
VALE
Ousia

15msjohns615
Jan 19, 2011, 12:14 pm

in risposta ai osservazioni cerca The Grapes of Wrath e On the Road, volevo citare due libri italiani che trattano di viaggitori tornati ai loro luoghi di nascita , uno che ho letto poco tempo fa e uno que sto leggendo ora: Conversazione in Sicilia, di Elio Vittorini, e La luna e i falò di Cesare Pavese. Ho letto il libro di Vittorini (in inglese) per la prima volta cuando avevo 19 anni e pensavo che tenevo molti viaggi avanti di me; volevo vedere il mondo, e mi era molto interesante leggere la storia di un uomo che, dopo aver vessuto in un altro paese, tornò in patria e vedeva tutto di nuovo, come per prima volta. Ora, dopo aver passato sete anni fuora della mia città natale, vivendo in altri paesi, e poi aver ritornato l'anno scorso, mi è piaciuto di nuovo, ma per ragioni diverse. Sono stato in grado di raccontare la sua esperienza di ritorno à Sicilia con la mia in Indiana, cosa che ha aggiunto un altro livello alla mia esperienza di lettura. Ora sto con il libro di Pavese, anche di un italiano che è andato al mio paese e poi tornato in Italia, e di nuovo sento la soddisfazione di potere comparare le esperiense del narratori con le mie (sono molto diverse, vale di dire).

Bene, i due libri sono meravigliosi. Per una persona come me, che non è mai stato in Italia, il paesaggio, la gente e il suo linguaggio hanno una qualità quasi magica. Questi libri mi fanno molto felice che sto imparando a leggere in italiano, e spero che un giorno avrò l'occasione di visitare l'Italia. Potrebbe essere che il libro di Vittorini sia più comparabile con il libro di Steinbeck (La famiglia Joad, come Salvatore, è viaggiato in cerca di lavoro), mentre il di Pavese sia più simile a On the Road (questo è solo una supposizione, visto che solo ho letto le prime 40 pagine). In ogni caso, i quatro libri raccontano storie di persone che viaggiano, vagano, e, in alcuni casi, tornano alle sue terre di origine.

M'immagino che alcuni di voi hanno letto queste due libri italiani...vi sono piaciuto? E, come li vedreste in confronto con i due libri americani? Ah, oltra cosa...Al parlare di Conversazione in Sicilia, volevo citare un altro libro, benissimo, fortemente influenzato per l'opera di Vittorini, che tratta di un uomo tornato alla sua città natale: il Pedro Páramo di Juan Rulfo. È uno dei libri che mi ha ispirato per imparare lo spagnolo, più di un decennio fa, e resta uno dei miei libri preferiti.

16cometahalley
Jan 19, 2011, 3:14 pm

Grazie Ousia per la segnalazione! Ho letto l'intervista: interessantissima, tanto da meritare giuste e attente riflessioni.
Personalmente ritengo che la letteratura italiana al momento non abbia grandi aneliti. Per me le ultime opere veramente degne di nota si fermano più o meno agli anni di Biamonti. Nulla di recente mi emoziona, a parte qualcosa di Tabucchi.
"Conversazione in Sicilia" e "La luna e i falò" .... libri emblematici ingiustamente esiliati. Ho avuto modo di constatare come in tante antologie di letteratura italiana Vittorini e Pavese sono pressocchè assenti o fanno appena capolino. Possibile che si neghi ad uno studente del liceo, nel proprio percorso formativo, la conoscenza di autori di tanta levatura?

17cf66
Jan 20, 2011, 8:52 am

Anch’io ringrazio ousia per l’interessante articolo riportato.
Riflettendo sugli ultimi commenti, mi pare suggestivo spostare l’accento dal viaggio, come ricerca o fuga, al tema del ritorno. Non ho letto Vittorini, ma questo libro m’incuriosisce. Come è l’esperienza di questi emigranti di ritorno? Me l’immagino con risvolti drammatici. Io provengo da una regione della Spagna che patì la povertà e conobbe molto bene l’emigrazione (sia all’interno del paese che all’estero). Gli argentini motteggiano ancora gli spagnoli con il nome dei miei paesani. Di solito l’emigrante si trovava di fronte a due alienazioni : quella di trovarsi fra sconosciuti in un primo momento, e quella, posteriormente, di dover adattare le sue nuove percezioni al posto da dove era partito. Non credo con ciò di svelare niente di nuovo ad un italiano.
Mi vengono in mente alcuni romanzi sul tema, ma preferisco riportare le prime immagini che mi sono venute in mente quando ho letto il messaggio. Si tratta di due film.
Il primo, spagnolo, è il bellissimo ed amarissimo film di Bardem Calle Mayor (1956) dove si ritratta il soffocante clima di una città di province durante il franquismo. Si contrappone un po’ a Madrid.
Il secondo e Il ladro di bambini (Gianni Amelio, 1992), che ho visto quando imparava l’ italiano. Lì è il Sud ad essere un posto di redenzione e libertà, una svolta affascinante.
(Oddio. Mi viene anche in mente Totò chiedendo informazione in francese a Milano. Fantastico.)
Vi saluto.

18cometahalley
Jan 20, 2011, 2:18 pm

Penso che siano tante le letterature che hanno accolto il tema del viaggio come esilio perchè sono tanti i popoli, tante le terre che hanno conosciuto lo sdradicamento e la migrazione. La Spagna è tra questi, l'Italia è tra questi e non in un solo momento storico, ma attraverso diverse ondate, diversi momenti storici.
"Bardem" è peraltro un eloquente racconto in chiave cinematografica.... Grazie per averlo rammentato!
A me vengono in mente alcuni autori che hanno saputo ben raccontare il dramma dello straniamento, della nostalgia, della necessità di non smarrire identità, memoria e lingua: Cioran, Kavafis, Tahar Ben Jelloun .....
Mi viene in mente infine una frase struggente di Mircea Eliade a proposito dell'identità linguistica "posso scrivere letteratura solo nella lingua in cui sogno"

19ousia
Jan 27, 2011, 6:43 am

Segnalo anche oggi un intervento di Umberto Eco sulle pagine (on line) de L'Espresso a proposito della tipologia dei lettori
Saluti
Ousia

20alexdelarge
Jan 27, 2011, 8:53 am

Potresti postare un link per favore? L'altro articolo era molto interessante!

21foschina
Mar 25, 2011, 10:09 am

Grazie mille, davvero molto utile e sintetico!

22dzog
Mar 29, 2011, 4:39 pm

a volte dovremmo riflettere sulla relazione del libro con il film tratto dal libro stesso: mi riferisco in particolare al film "Fantasma d'Amore" di Dino Risi con Romy Schneider e Marcello Mastroianni tratto dal libro di Mino Milani. Io ho visto prima il film poi ho letto il libro. Ultimamente ho rivisto il film e l'ho trovato molto aderente, fedele alla "storia" raccontata nel libro. Questo è un piccolo esempio che posso portare magari non molto rappresentativo della relazione libro-film.
Ci sono moltissimi altri esempi, ora io ricordo questo...

23dzog
Avr 7, 2011, 2:54 pm

ragazzi,
ma qui non scrive più nessuno?
Vedo una profonda solitudine su questo sito.
Possibile che non ci sia nessun argomento discusso?
Ciao a tutti!

24ousia
Avr 11, 2011, 7:08 am

Eccomi,
soltanto che volevo finire le ultime 30 pagine del Deserto dei Tartari per dire la mia.
Anche perchè, in qualche recente discussione (che non ho trovato più) qualcuno aveva affermato che era un romanzo non di gran spessore.
Ma scherziamo!
"Il deserto dei Tartari" è un grande romanzo italiano. Ne scriverò più nel dettaglio nella recenzione, ma quell'attesa mi è parsa molto beckettiana, anzi, se la cronologia mi aiuta, dovrebbe precedere il capolavoro beckettiano, il che è tutto dire.
Certo, per leggerlo, bisogna "starci con la testa", altrimenti è solo una noiosa fiaba.
VALE
Ousia

25cometahalley
Avr 11, 2011, 9:56 am

Credo, gentile Ousia, che la poco generosa opinione del capolavoro di Buzzati si trovi in "Romanzi sopravvalutati". Opinione ingiusta nei confronti di un grande nostro scrittore. E poi ...sì, "Il deserto dei Tartari" viene pubblicato intorno al 1940, mentre il "Godot" se non erro esce circa cinquantanni dopo.
cordiali saluti a tutti

26dzog
Mai 1, 2011, 4:23 pm

Roberto Cotroneo qualche giorno fa sul quotidiano della mia città ha proposto gli ennesimi 50 libri da leggere assolutamente!
Di questi ne ho veramente pochi!
Appena posso vi "Posto" i titoli dei libri comunque era su "Il Secolo XIX" di Genova.
Ciao a tutti

27alexdelarge
Mai 2, 2011, 9:57 am

La "poco generosa opinione del capolavoro di Buzzati" era mia. Evidentemente nel leggerlo ho tralasciato di "starci con la testa" e mi sono dovuto accontentare di "una noiosa fiaba" :)
Mi sovviene alla mente una discussione simile su un altro forum riguardante Gente di Dublino di Joyce. Alcuni lo trovano noioso ed io sono fra questi. Altri affermano che per viverlo veramente bisogna indagare il simbolismo che lo pervade e leggere tra le righe le opinioni dell'autore sull'Irlanda del tempo. Insomma va decodificato. Che anche Il deserto dei Tartari vada decodificato?

28ousia
Mai 2, 2011, 12:31 pm

Rispondo a #27
Carissimo collega, qui si danno al massimo voti ai romanzi degli scrittori, non certo voti ai lettori. Ognuno ha diritto a leggere i testi nel modo che vuole.
Non credo che Il deserto dei Tartari vada decodificato (ho comunque scritto una breve recensione), almeno non come si consiglia di fare per "Conversazione in Sicilia" di Vittorini, testo in effetti abbastanza sfuggente, che non si lascia leggere disinvoltamente (per alcuni è un pregio, per altri un limite).
Ciò che mi ha colpito è la discrezione dell'intera vicenda: non c'è alcuna epopea, in fondo lo stesso protagonista non è un personaggio esemplare (nel senso etimologico del termine), eppure questa mancanza di un'intera gamma di colori (intendo dire quei colori o colorite descrizione dei sudamericani, dei nostri scrittori meridionali del XIX e XX secolo, ecc. ecc.) non svilisce il tono del romanzo. Non so perché, ma è come se ci fosse un senso di "sospensione" che quasi mi ricorda i quadri metafisici di De Chirico. Il romanzo non decolla mai, eppure funziona sempre, non è artificioso come un "Oceano mare" di Baricco.
Per carità, sono solo sensazioni, di un semplice lettore come gli altri.
Per quanto riguarda Joyce, il discorso sarebbe lungo. Per capire l'opera, credo vada necessariamente contestualizzato l'autore. Autore di intelligenza europea ma di cuore profondamente irlandese. Se, le due opere successive, per tacere dell'ultima, sono opere assai ragionate, Gente di Dublino mi pare più un'opera di cuore, l'opera del distacco (e della nostalgia?) dell'autore dalla terra natia. Ma non voglio dilungarmi troppo, vorrei leggere le opinioni altrui.
VALE
Ousia

29cometahalley
Déc 8, 2011, 6:31 am

Mi rendo conto che è un po' banale avviare una conversazione su "libri a Natale", ma per me - e penso per molti di voi - il più bel dono da ricevere e da fare è un libro.
E poi, questo è un modo per indagare sulle letture altrui, per confrontarci e ... confortarci in questi giorni di preoccupazione e smarrimento, vista la situazione generale nel nostro paese.
Bene .... quali titoli vi sono nella vostra lista dei desiderata e in quella dei regali ??
grazie a coloro che accoglieranno lo spunto di conversazione.

30cf66
Déc 14, 2011, 7:04 am

Grazie a te. Ma non ci dici quali libri avresti in mente...
Io, dalla mia parte, penso che forse regalerò qualche disco. Resta qualcuno che lo faccia ancora? Io è da anni che non li regalo, anche perchè in Spagna, primo paese in scariche illegali, è visto come una scelta inutile. Ma, secondo me, può avere una certa bellezza.
Comunque, qualche libro comprerò per dono.

31ousia
Déc 15, 2011, 7:20 am

Al momento ho regalato 3 libri, ossia 3 copie della stessa opera, l'ultimo volume di Michael Cunningham, che mi è assai piaciuto. Chiaramente ho studiato il target ed era approopriato.
Poi credo regalerò 2050 di Laurence C. Smith, anche in questo caso a destinatario appropriato.
Poi vorrei regalarmi Infinite Jest, per capire davvero se sono di fronte ad un vero fenomeno.
Vi aggiornerò.

32Elena_Art
Déc 19, 2011, 4:04 am

Buongiorno a tutti,
quest'anno ho regalato parecchi libri. Penso che sia piu` che mai salutare e piacevole trovare sotto l'albero buon cibo per la mente e per lo spirito.
A chi ha dei figli in eta` scolare, magari simpaticamente "poco brillanti", o a chi insegna consiglio "Diario di scuola" di Pennac.
Io mi sono divertita leggendolo.
Auguri!
Selena

33cometahalley
Déc 21, 2011, 9:28 am

Rieccomi! Grazie a tutti per gli spunti utili al confronto.Ecco i titoli delle opere che ho acquistato come regalo natalizio: "Un albero cresce a Brooklyn", dopo averlo comprato per me e letto avidamente, ho pensato che sia un romanzo assai piacevole e ben scritto, tanto più che gli appassionati di cinema potranno confrontarlo con la trasposizione di Elia Kazan (A tree grows in Brooklyn) ; quindi ho scelto "Alice nel paese delle meraviglie" (non si può non leggerlo!) e l'opera completa di Eugenio Montale a una giovane lettrice che mi ha confessato di non avere letto nulla del grande poeta oltre "meriggiare pallido e assorto" (a scuola di sicuro) e che tuttavia si è commossa ascoltando la lettura di "ho sceso un milione di scale". Infine per me "I filosofi in cucina. Critica della ragion dietetica", in cui non vi sono naturalmente divagazioni culinarie nè ricette ma si percorre il rapporto uomo/cibo attraverso Diogene, Platone, Fourier e Nietszche e si scopre come i grandi pensatori siano stati spesso degli autentici "gastrosofi".
A presto, auguri e serenità a tutti

34dzog
Déc 21, 2011, 5:09 pm

L'uomo senza qualità di Muzil, ecco un libro da leggere, rileggere e da regalare...

35ousia
Avr 30, 2012, 6:10 am

Cari amici lettori, proseguo questo topic dopo la lettura dell'ultimo volume che mi è capitato per mano. Ne faccio una recensione qui, non avendolo computato sulla mia biblioteca personale.
Si tratti di Umiltà del male di Franco Cassano.
Libro breve, di tre capitoli, piuttosto densi. Nel primo capitolo si rivede la Leggenda del grande Inquisitore contenuta nei Fratelli Karamazov, alla luce dell'incisività e persuasività delle suggestioni del male e delle debolezze umane. L'argomentazione dell'autore è originale e calzante, sebbene personalmente non concordi con alcune affermazioni.
Nel secondo capitolo si analizza la pervasività del male utilizzando il testo di Primo Levi, Sommersi e salvati. Qui il legame viene individuato dalla presenza di una ampia zona grigia nella volontà degli esseri umani, i quali, per la loro intrinseca debolezza, in situazioni drammatiche, sono portati a gesti e comportamenti che mai si sarebbero aspettati di fare.
Nell'ultimo capitolo si torna sul tema della Leggenda, in chiave più propositiva, tentando (direi flebilmente) di individuare una strategia se non di salvezza, quanto meno di salvaguardia di una concezione etica che riconosca la forza materiale e onnipresente del male, e tenti di rintuzzarne gli attacchi sul suo stesso campo, non attraverso la sterile propaganda di principi morali ideali, ma con una serie di comportamenti che definiremmo quotidiani alla portata della volontà sempre molteplice ed ondivaga degli esseri umani.
Meno santi e più persone civili, reclama il nostro Cassano. Tutto giusto, ma rimane inevasa una domanda: i principi morali, i doveri etici, se davvero così impegnativi da percorrere, servono davvero? servono ancora?
Un libro comunque da leggere, con attenzione. Un contributo importante e mai banale.
Buona lettura
Ousia