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Joseph Wulf (1912–1974)

Auteur de Bréviaire de la haine. Le III° Reich et les Juifs

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A propos de l'auteur

Comprend les noms: Josef Wulf

Œuvres de Joseph Wulf

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Nom canonique
Wulf, Joseph
Date de naissance
1912-12-22
Date de décès
1974-10-10
Lieu de sépulture
Holon, Israel
Sexe
male
Nationalité
Germany
Lieu de naissance
Chemnitz, Germany
Lieu du décès
West Berlin, West Germany
Berlin, Germany
Cause du décès
suicide
Lieux de résidence
Krakow, Poland
Auschwitz-Birkenau concentration camp
Stockholm, Sweden
Paris, France
Berlin, Germany
Professions
historian
resistance fighter
Holocaust survivor
journalist
writer
Relations
Poliakov, Leon (co-author)
Prix et distinctions
Leo Baeck Prize
Carl von Ossietzky Medal
Courte biographie
Joseph Wulf was born to a prosperous Jewish family in Chemnitz, Germany, and was raised and educated from age five in Krakow, Poland. His father wanted Joseph to become a rabbi, but he wanted to be a writer. As a young man, he married Jenta Falik-Dachner, with whom he had a son, David. After Nazi Germany occupied Poland in 1939, at the start of World War II, the Wulf family was deported to the Krakow Ghetto. Joseph joined the Jewish resistance but was captured and deported in the Auschwitz concentration camp. He survived and in January 1945, during one of the Nazi death marches away from the camp as the Red Army approached, he escaped. His wife and son survived the war by hiding with Polish peasants, but his father, mother, brother, mother-in-law, and young niece all were killed. After the war, Wulf published some of the first books about the Nazi regime available in Germany, co-founding the Central Jewish Historical Commission. In 1947, he moved to Paris, where he worked for a newspaper and the Centre pour l'Histoire des Juifs Polonais (Center for the History of Polish Jews), where he met French historian Léon Poliakov. In 1952, he moved to Berlin.
Wulf and Poliakov co-wrote several history books, including Das Dritte Reich und die Juden (The Third Reich and the Jews, 1955); Das Dritte Reich und seine Diener (The Third Reich and its Servants, 1956); and Das Dritte Reich und seine Denker (The Third Reich and its Thinkers, 1959). These works broke a taboo in West Germany by placing the Holocaust at the center of the study of Nazi Germany, unlike the approach of other German historians at the time. The books attracted national and international press coverage. Wulf went on to publish several more major works about Nazi Germany, among them biographies of Heinrich Himmler and Martin Bormann. In 1961, he won the Leo Baeck Prize and in 1964 the Carl von Ossietzky Medal. Wulf struggled for decades to try to persuade the West German government to establish a a Holocaust memorial and documentation center in the villa in a Berlin suburb where the notorious Wannsee Conference to plan the murder of Europe's Jews took place on January 20, 1942, but in vain. Distraught over the death of his wife and the collapse of his plans for the memorial, Wulf took his own life in 1974. However, in 1992, the Wannsee House was indeed made into memorial. The Joseph Wulf Library inside was named in his honor.

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Critiques

Quest’opera, divenuta ormai un classico, affronta le pagine più buie della storia recente: sulla base di una vastissima documentazione Léon Poliakov ha ricostruito le fasi della persecuzione antisemita, dall’avvento al potere del nazismo alla fine del 1945, mettendo in risalto come lo sterminio degli Ebrei rientrasse nel più vasto piano d’eliminazione di altri popoli e illustrando, oltre agli episodi della resistenza ebraica, le reazioni popolari nei vari paesi europei, l’atteggiamento degli uomini di governo e delle chiese cristiane. Poliakov esamina i fini perseguiti dai capi nazisti attraverso la loro mostruosa «operazione», i modi con cui scientificamente organizzarono la «soluzione finale» della questione ebraica, l’apparato burocratico di cui si servirono per raccogliere e far scomparire milioni di vittime.
Tale esame dimostra come la responsabilità di questi crimini ricada non solo sugli esecutori specializzati, le SS, ma anche, sia pure indirettamente, sull’esercito tedesco, sulle classi dirigenti, su gran parte della popolazione. E tuttavia lo spirito serenamente equo dell’autore, la sua sobrietà d’intonazione, il suo costante impegno critico consentono al lettore di approfondire un argomento che non cessa di inquietare le coscienze dei contemporanei. (fonte: Einaudi)
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MemorialeSardoShoah | 1 autre critique | May 17, 2020 |
Quest'opera considera una delle pagine più buie della recente storia tedesca ed europea: Léon Poliakov - sulla base di una vastissima e precisa documentazione, spesso di fonte germanica, raccolta in cinque anni di ricerche - ha ricostruito le fasi successive della persecuzione antisemita, dall'avvento al potere del nazismo fino alla fine del 1945. L'autore ha messo in risalto come lo sterminio degli Ebrei rientrasse nel più vasto piano di eliminazione di altri popoli ritenuti di razza inferiore, e ha infine illustrato, oltre agli episodi della resistenza ebraica, le reazioni popolari dei vari paesi alla politica nazista, l'atteggiamento degli uomini di governo e delle chiese cristiane. Poliakov prende in esame i fini perseguiti dai capi nazisti attraverso la loro mostruosa "operazione", i modi con cui scientificamente l'organizzarono, perfezionandola nei minimi particolari, l'apparato burocratico di cui si servirono per raccogliere, selezionare e infine far scomparire milioni di vittime.
Un tale esame dimostra come la responsabilità di questi crimini viene a ricadere non solo sugli esecutori materiali specializzati, le SS, ma anche, sia pure indirettamente, sull'esercito tedesco, sulle classi dirigenti, sul popolo stesso. Ma lo spirito di ferma umanità dell' autore, la sua contenuta sobrietà d'intonazione, il suo costante impegno critico sconfiggono la carica di violenza che si addensa nell'orrore di tanti delitti; e quasi contrastano col drammatico titolo dell'edizione francese dell'opera : Breviario dell'odio.
… (plus d'informations)
 
Signalé
BiblioLorenzoLodi | 1 autre critique | Mar 17, 2015 |
Occorre dire subito che l'autore non è in grado, al pari sinora degli altri esperti della questione, di assicurare se Bormann sia morto nel 1945 o se viva tuttora nel Sud America. L'« epilogo » raccoglie tutti i dati e le testimonianze sulla questione, e la lascia onestamente aperta. Bormann vivo è quello che riuscì, senza speciali capacità di intelligenza, ma con un'invadenza ostinata, pedante, intrigante ed ottusa, a diventare in ogni questione il vice-Hitler. Non gli si scopre alcun momento di disinteresse, in quanto la sua stessa fedeltà totale alla causa nazista non va mai disgiunta dall'inclinazione a costruirvisi una posizione unica di prestigio e di predominio. Il segreto di questa biografia è forse qui: nella capacità di far coincidere continuamente la stolidità di Bormann con la grossolanità del regime; la sua crudeltà personale con la pedante efferatezza delle istituzioni; la sua onnipresenza di « segretario del Fiihrer » con l'inderogabilità della polizia, della persecuzione, dello spirito gerarchico nazista. La stessa vita di famiglia di Bormann non è mai del tutto privata; il fatto che abbia dieci figli è un « dono » al Reich, come il fatto che diventi l'arrante dell'attrice M. deve coincidere con il piano del « doppio matrimonio » a fini razzistici nel Terzo Reich.… (plus d'informations)
 
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BiblioLorenzoLodi | Nov 11, 2014 |

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