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Israel Joshua Singer (1893–1944)

Auteur de The Brothers Ashkenazi

30+ oeuvres 1,135 utilisateurs 31 critiques 4 Favoris

A propos de l'auteur

Crédit image: (Library of Congress Van Vechten Photographs LOT 12735, no. 1039)

Œuvres de Israel Joshua Singer

The Brothers Ashkenazi (1970) 414 exemplaires
The Family Carnovsky (1969) 297 exemplaires
Yoshe le Fou : roman (1932) 181 exemplaires
Of a World That Is No More (1947) 90 exemplaires
Camarade Nachman : roman (1938) 55 exemplaires
Steel and Iron (1969) 30 exemplaires
The River Breaks Up (1938) 14 exemplaires
Perle: Uno straniero 9 exemplaires
Sender Prager (2015) 7 exemplaires
La nuova Russia (2024) 2 exemplaires
Willy: A Novella (2020) 2 exemplaires
Argile et autres récits (1998) 2 exemplaires

Oeuvres associées

A Treasury of Yiddish Stories (1958) — Contributeur — 339 exemplaires
Great Jewish Short Stories (1963) — Auteur, quelques éditions240 exemplaires
A Golden Treasure of Jewish Literature (1937) — Contributeur — 75 exemplaires
No Star Too Beautiful: A Treasury of Yiddish Stories (2002) — Contributeur — 57 exemplaires

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Critiques

Se siete di quei tipi che, con la calura estiva e le ferie, non si avvicinano manco morti a romanzi cupi e richiedenti un minimo di stato di veglia, state alla larga da A oriente del giardino dell'Eden. Ma annotatevelo da qualche parte per poterlo riprendere quando gli strali del caldo saranno cessati.

Sono, infatti, molto sorpresa dal constatare che questo romanzo ha avuto pochissimi lettori finora, almeno su Goodreads. È vero che Israel è stato messo in ombra dal fratellino premio Nobel, ma ultimamente ho visto furoreggiare La famiglia Karnowski e I fratelli Ashkenazi, quindi lo facevo un autore più letto.

Anche perché merita, ragazzi. Merita davvero. Singer è uno di quegli autori capaci di descrivere la condizione degli ultimi, senza moralismi o pietismi a inquinarne la resa. A oriente del giardino dell'Eden è un romanzo di aspettative deluse e amara rassegnazione, di lotte per innalzare la propria misera condizione e straziante disillusione. Fino ad arrivare al finale, segnato da un'immagine così dolorosa, ma al tempo stesso così potente da essermi rimasta in testa, tatuata a fuoco.

Ma, in generale, A oriente del giardino dell'Eden è un romanzo che ti rimane addosso, che non può lasciarti libero: è come se vi fosse racchiuso il grido di dolore di tutti gli oppressi del mondo. Di tutti coloro che vengono sfruttati e tenuti comodamente nell'ignoranza per poter essere sfiancati a piacimento.

In particolare, sono rimasta colpita dalla seconda metà del romanzo, incentrata sul fascino malsano suscitato nelle menti “eccitabili” dall'URSS. Ho trovato terribilmente attuale l'idea che si possa creare uno stato perfetto e che qualcuno possa addirittura avere come massima aspirazione quella di andarci a stare.

Io sono, invece, convinta che essere umano e perfezione non possano andare d'accordo (almeno a questo punto della nostra storia). La perfezione implica staticità, impossibilità di cambiare se stessi e il proprio destino; impossibilità di peggiorare, certo, ma anche impossibilità di migliorare. Chi mai potrebbe volere una simile condizione per se stesso e i proprio simili?

Lasciamo la perfezione ai moscerini della frutta e teniamoci stretta la nostra terribile e gloriosa imperfezione.
… (plus d'informations)
 
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lasiepedimore | 2 autres critiques | Sep 13, 2023 |
 
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markm2315 | 9 autres critiques | Jul 1, 2023 |
Una saga appassionante, vera e dolente, scritta da un narratore forte e imparziale che incide nella sua prosa limpida personaggi e scene potenti e indimenticabili. Mai un momento debole, mai una scelta di trama scontata.
 
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d.v. | 10 autres critiques | May 16, 2023 |
Questo è il primo volume dell'autobiografia di Israel Joshua Singer, fratello del più famoso Isaac Bashevis, scrittori nati in una famiglia ebraica nella Polonia rurale di fine ottocento e poi emigrati negli Stati Uniti. Sono i ricordi dei primi anni di vita di un ragazzino curioso e vitale, innamorato del mondo e della gente, insofferente delle aspettative dei genitori che lo vorrebbero pio e studioso, avviato sulla strada del rabbinato come il padre e il nonno. La vita nel villaggio (uno "shtetl") è raffigurata in tanti aspetti diversi: gli alimenti e i pasti, gli abiti, le case, il lavoro, i riti le festività e le preghiere, la sinagoga e il bagno rituale, la scuola religiosa, il ruolo del rabbino come capo della comunità, i ricchi e i poveri, i contrasti tra hassidim e ortodossi, i rapporti difficili con i gentili (i "goyim") e con le autorità, l'attesa del messia... Un ritratto colorito e vivace di un modo di vita tutto intriso e soverchiato dalle pratiche e dai riti prescritti dalla legge ebraica, un modo di vita che peraltro l'autore mette continuamente in ridicolo, anche se si tratta di un ridicolo delicato e affettuoso. E inoltre pieno di personaggi e situazioni bizzarri e persino strampalati, a volte tanto bizzarri e strampalati che mi vien da pensare che, sì, si tratta di memorie, ma deve esserci anche un po' di invenzione in tutto questo... Nel complesso mi è parsa una lettura che non ha nulla di profondo o di impegnativo, ma è comunque un piacevole ritratto di un tipo di comunità umana e di un modo di vita diversi e scomparsi.… (plus d'informations)
 
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Oct326 | 1 autre critique | Aug 18, 2021 |

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