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Ray Müller interroga la regista Leni Riefenstahl sui suoi rapporti col regime e con l'ideologia nazista. All'ascolto di alcune pagine dei diari di Goebbels, da cui emerge una sua assidua frequentazione col Ministro della Propaganda, la Riefenstahl nega con veemenza. In relazione al telegramma inviato a Hitler dopo l'entrata dei tedeschi a Parigi, ("Le vostre imprese superano i limiti dell'umana immaginazione. Non hanno il pari nella storia dell'umanità. In che modo possiamo noi (popolo tedesco) esprimervi la nostra gratitudine?"), sostiene di aver solo manifestato il suo sollievo per l'imminente fine della guerra. (fonte: Wikipedia)… (plus d'informations)
 
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MemorialeSardoShoah | 1 autre critique | Jul 4, 2020 |
Durante gli anni '60, Leni Riefenstahl, la celebre fotografa del Terzo Reich regista di "Olympia" e "Il trionfo della volontà", visse per qualche tempo in Sudan, a stretto contatto con i Nuba, dai quali imparò la lingua e i costumi. Alla soglia dei cent'anni, la Riefenstahl torna in Africa per visitare questa terra sconvolta dalla povertà e dalla guerra civile.. (fonte: amazon)
 
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MemorialeSardoShoah | 1 autre critique | May 17, 2020 |
Leni Riefenstahl ha lasciato un segno nella storia del cinema, per due motivi, che sono stati contemporaneamente la causa della sua gloria ma anche della sua rovina: anzitutto un talento straordinario, una visione moderna ma densa di reminiscenze classiche, un gusto da esteta della bellezza e della perfezione delle forme; in secondo luogo la famigerata collaborazione col regime nazista, che l’ha portata a firmare dei capolavori che però hanno contribuito a diffondere ed esaltare il mito di Hitler e del partito nazista.Una volta finita la guerra la Riefenstahl subì ben dieci processi, riuscendo a dimostrare che le sue opere non erano organiche al regime, ma che nonostante questo avevano ben incarnato lo spirito del momento. Il mondo artistico, e non solo, cerca di screditarla in ogni modo, e questo per lei rappresenta un durissimo colpo. Donna dal temperamento forte, audace per l’epoca, Leni si sente un’artista a tutti gli effetti e il suo scopo primario è lavorare. Per molti anni si ritira a vivere con la madre, cercando in ogni modo, e tra mille difficoltà, di portare avanti i suoi progetti artistici.
Nel 1956 si reca in Africa per la prima volta, alla ricerca di luoghi e comparse per un film sul commercio degli schiavi. Nel 1962 si trasferisce in una remota regione del Sudan, presso il popolo dei Nuba, in cui ritrova le caratteristiche di forza e fierezza, culturale e fisica, che tanto aveva cercato per il suo film. Nel frattempo il progetto sfuma a causa di un incidente, ma la Riefenstahl rimane folgorata dall’incontro con questa popolazione che vive con ritmi legati alla natura, ai suoi occhi in modo semplice e incorrotto, e che soprattutto non le recrimina gli anni bui del Terzo Reich. Resterà con loro per lunghi periodi, dal 1963 al 1977, instaurando una profonda amicizia, e realizzando diversi documentari e reportage fotografici, sua altra grande passione.
… (plus d'informations)
 
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MemorialSardoShoahDL | 1 autre critique | Mar 1, 2019 |
La contrastata personalità di Leni Riefenstahl viene proposta da questo interessante documentario che ripercorre le tappe della sua carriera evidenziandone la particolare attrazione per la rappresentazione della bellezza .
 
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MemorialSardoShoahDL | 1 autre critique | Jul 21, 2017 |

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