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Laura Grimaldi (1928–2012)

Auteur de Le Soupçon

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A propos de l'auteur

Laura Grimaldi is managing editor for the Italian publisher, Il Saggiatore.

Séries

Œuvres de Laura Grimaldi

Oeuvres associées

Sourires de loup (2000) — Traducteur, quelques éditions13,645 exemplaires
Hannibal (1999) — Traducteur, quelques éditions9,868 exemplaires
Jeux de glaces (1952) — Contributeur, quelques éditions3,390 exemplaires
Meurtre au champagne (1944) — Traducteur, quelques éditions3,106 exemplaires
La nuit qui ne finit pas (1967) — Traducteur, quelques éditions2,954 exemplaires
Pierre qui roule (1970) — Traducteur, quelques éditions907 exemplaires
Gambit Le gambit dame accepté avec e4 (1962) — Traducteur, quelques éditions690 exemplaires
Le Paquet (1972) — Traducteur, quelques éditions493 exemplaires
God Save the Mark (1967) — Traducteur, quelques éditions403 exemplaires
Bonne conduite (1985) — Traducteur, quelques éditions341 exemplaires
Pourquoi moi ? (1983) — Traducteur, quelques éditions315 exemplaires
Jimmy the Kid (1974) — Traducteur, quelques éditions314 exemplaires
Personne n'est parfait (1977) — Traducteur, quelques éditions306 exemplaires
The Judas Window (1938) — Avant-propos, quelques éditions271 exemplaires
Castle Skull (1931) — Traducteur, quelques éditions249 exemplaires
Aztèques dansants (1976) — Traducteur, quelques éditions238 exemplaires
L'ange noir (1943) — Traducteur, quelques éditions219 exemplaires
Le rasoir d'Occam (1957) — Traducteur, quelques éditions64 exemplaires
Gangway! (1973) — Traducteur, quelques éditions39 exemplaires
Appuntamenti in nero (1941) — Directeur de publication — 32 exemplaires
A Travesty (1977) — Traducteur, quelques éditions12 exemplaires

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Partage des connaissances

Nom canonique
Grimaldi, Laura
Date de naissance
1928
Date de décès
2012-07-03
Nationalité
Italie
Lieu de naissance
Rufina, Italie
Lieu du décès
Milan, Italie
Professions
Journaliste
Traductrice
Écrivaine

Membres

Critiques

“Anche lui, (Léon Dupuis), come Emma, era convinto che bastasse essere scontenti del vivere quotidiano e aver leggiucchiato qualche libro per meritare dalla vita di più e di meglio dei poveri mortali”

Mi è capitato per le mani casualmente questo libretto la cui scrittrice, Laura Grimaldi, mi ha dato grande soddisfazione riguardo a Monsieur Bovary, che io ho sempre sostenuto essere il vero eroe del romanzo di Gustave Flaubert, non fosse altro per ciò che è stato costretto a subire dalla moglie, e posso sicuramente dire che mi sono fatto delle buone risate per l’inaspettato epilogo, dato dall’autrice alla storia, che rende finalmente un po’ di giustizia al buon Charles e in qualche modo accomoda le cose…
Inoltre questo libretto, constatato che non sono il solo a pensarla in un certo modo, mi dà anche l’occasione per sparlar… cioè… volevo dire parlare di Madame Bovary e del suo romanzo, che ho letto, ma non mi sono mai sbilanciato a scriverne.
Non sono tra quelli che si stracciano le vesti per commiserare l’egregia Madame Bovary la cui estrema pena è essere nata nel posto sbagliato, la penso invece come ebbe a dire una volta la madre di Charles, che se fosse stata costretta a guadagnarsi da mangiare con le proprie mani, la signora Bovary, non avrebbe avuto tempo per dar retta a tutti i grilli che le passavano per la testa.
La signora voleva fare il salto sociale? La squallida e ipocrita vita di provincia non faceva per lei? E allora? Mettendo un punto fermo sul fatto che non stiamo parlando di classi sociali svantaggiate, che nessuno moriva di fame, non c’erano mafia e camorra che inquinavano l’economia, di cosa si lamentava la Madame? Della vita che avrebbe voluto? È qui il punto, di solito chi si lamenta della vita che fa si trova in contesti di emarginazione sociale o di altre gravi disparità, certamente che ognuno di noi ha il diritto di aspirare a una vita migliore, pure io ogni tanto ci penso, ma ci sono delle congrue differenze e su questo non si può assolutamente generalizzare, una cosa è voler fuggire dal degrado o dalla crisi, altra cosa è stare a guardare come farlocchi chi è più ricco di te!
Se la Madamina aveva la necessità di frequentare gente altolocata che l’avrebbe realizzata a dovere, nessuno la tratteneva e invece sappiamo bene cosa faceva!
Questo è un altro punto su cui io fatico moltissimo: il messaggio di questo romanzo, qualcuno me lo spieghi! Cosa c’è da imparare da una donna che riusciva a far scappare persino i suoi amanti con la sua insulsaggine, forse che si può sacrificare qualsiasi cosa in nome, ieri come oggi, dell’apparire! Anche una figlia!
Vogliamo far passare che in nome di un posto nella “cosiddetta” alta società si può cornificare un marito, riempirlo di debiti, ridicolizzarlo davanti alla propria comunità e rendersi a propria volta ridicoli perdendo la dignità? È questo il messaggio?
Con questo romanzo, la più grande presa per i fondelli, dopo averlo scritto, l’ha realizzata ancora lui, l’autore: Gustave Flaubert, con la sua famosa e mistificatrice frase “Madame Bovary sono io” dando l’illusione a molti di avere la chiave per decifrare il messaggio bovariano che secondo me è di tutt’altra natura, sapendo per primo Flaubert stesso che la Signora Emma, non era altro che “una donnetta in preda alla romantica aspirazione di essere altro da ciò che è” (Jules de Gaultier).
Tanto per puntualizzare: pur sostenendo da sempre quanto scritto sopra, e che rappresenta soltanto la mia personalissima opinione, non mi sono mai sognato di mettere in dubbio il valore letterario dell’opera, penso solamente che, intorno a questo romanzo, siano in molti a credere e dare per scontato un messaggio che forse troppo scontato non è…
… (plus d'informations)
 
Signalé
barocco | May 30, 2017 |

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