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Œuvres de Henri Grégoire

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«Al crimine d'aver strappato gli africani alla loro terra natia, di averli gravati di catene e storditi di colpi, si aggiunse quello di aver impresso un marchio d'infamia incancellabile al loro colore. Questo pregiudizio parve ai bianchi un'invenzione meravigliosa per rafforzare il loro dominio. Essi asserirono che una pelle africana escludeva dai privilegi della società». Parole scritte nel 1826, e solamente adesso leggibili in italiano. Vi si trova già liquidata, con quasi due secoli di anticipo, la questione della "razza": per l'autore una costruzione senza fondamento scientifico. «Nel mezzogiorno d'Europa, non si vede una moltitudine di visi che sono più bruni di quelli di tanti sanguemisto? Dove collochereste la linea di demarcazione fra l'onta e l'onore?».

«Nella decrepitezza delle nostre società europee, la stima è una moneta che è bene risparmiare. Per usarla in modo conveniente, apprezzate gli uomini non per il loro colore, il loro potere, le loro ricchezze, ma per le loro qualità personali. Agire in questo modo significa collaborare alle opere di Dio». Dai frequenti accenni al Creatore, mai, però, in chiave bigotta, si può sospettare l'identità dell'autore. Un sacerdote, sì, anzi un vescovo. E, al tempo stesso, un protagonista della Rivoluzione francese (non dei suoi eccessi). L'abbé Grégoire. «Vicino al giansenismo», ci informa la preziosa introduzione del curatore, Dino Costantini. Ma anche «influenzato dall'illuminismo». E, naturalmente, repubblicano.

Il suo egualitarismo non ammetteva sconti. Al Decreto di tranquillità con cui il 12 ottobre 1790 l'Assemblea nazionale concede ai coloni di Santo Domingo una deroga all'articolo 1 della Costituzione («Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti»), Grégoire reagisce con una vigorosa Lettera ai filantropi. Finché, eletto presidente dell'Assemblea, l'anno seguente non riuscirà a riaprire il dibattito sull'abolizione della tratta. Battaglia di cui non vedrà il termine, dato che Napoleone, cui l'abbé si opporrà dai banchi del senato, ristabilirà nel 1802 il Codice nero del Re Sole, che regolamentava la schiavitù nelle colonie caraibiche. E che rimarrà in vigore fino al 1848.
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Pier-Maria | Sep 20, 2015 |

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