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Francesco D'Adamo

Auteur de Iqbal - Un enfant contre l'esclavage

33 oeuvres 760 utilisateurs 25 critiques

A propos de l'auteur

Œuvres de Francesco D'Adamo

Iqbal - Un enfant contre l'esclavage (2001) 659 exemplaires
Oh, Freedom! (2014) 15 exemplaires
Bazar (2002) 7 exemplaires
Il muro (2018) 6 exemplaires
Oh, Harriet! (2018) 6 exemplaires
Johnny il seminatore (2007) 4 exemplaires
Mille pezzi al giorno (2011) 3 exemplaires
Overdose (1990) 3 exemplaires
La traversata (2021) 3 exemplaires
Ouiah die soms een luipaard was (2006) 3 exemplaires
L'astronave & Vil coyote (2006) 2 exemplaires
Papà sta sulla torre (2017) 2 exemplaires
Awa libera tutti (2023) 2 exemplaires
Il re dell'asteroide. (2015) 2 exemplaires
Giuditta e l'orecchio del diavolo (2022) 2 exemplaires
Le stanze di Mamud. Nuova ediz. (2016) 1 exemplaire
Johnny il seminatore (2019) 1 exemplaire
Lupo Omega (1999) 1 exemplaire
Fuera de lugar (2016) 1 exemplaire
Oh, Harriet! 1 exemplaire
La traversata 1 exemplaire
ikmpal / ικμπάλ (2005) 1 exemplaire
A HISTORIA DE LQBOL 1 exemplaire

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Sexe
male
Nationalité
Italy

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Critiques

 
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BooksInMirror | 23 autres critiques | Feb 19, 2024 |
La prima volta che sono entrata in contatto con la storia di Iqbal Masih ero una bambina che partecipava a non so più quale progetto scolastico sullo sfruttamento del lavoro minorile. Masih, infatti, era un giovanissimo attivista pakistano che aveva provato sulla sua pelle lo sfruttamento al telaio per tessere tappeti pregiati.

Parliamo della seconda metà degli anni Novanta e Masih era già morto, ucciso in circostanze mai del tutto chiarite a colpi di arma da fuoco. Era il 16 aprile 1995 e Masih aveva appena dodici anni, eppure aveva già contribuito alla liberazione di oltre tremila bambinu dallo sfruttamento.

Storia di Iqbal rende omaggio alla sua figura, al suo coraggio e alla sua determinazione nel voler porre fine a una pratica così disumana. È una di quelle storie che hanno dell’incredibile, perché grazie alla risonanza che l’attivismo di Masih ha avuto nel mondo le cose hanno iniziato a cambiare davvero.

D’Adamo ha fatto un ottimo lavoro, romanzando la storia di Masih e facendola raccontare a una bambina sua compagna di sfruttamento, inventata di sana pianta, ma che, come dice l’autore stesso, probabilmente assomiglia a una bambina che lavorava con lui. In effetti, l’unica nota stonata di Storia di Iqbal è stata la sua carenza nell’ambientazione: potrebbe essere il Pakistan come un qualunque altro Paese dove viene sfruttato il lavoro minorile. Apprezzo la volontà dell’autore di raccontare questa storia, ma mi sarebbe piaciuto vederla contestualizzata meglio.
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lasiepedimore | 23 autres critiques | Jan 17, 2024 |
Recensione presente anche su World of Interests

Ho letto questo libro, che è per ragazzi molto giovani, perché dove sto svolgendo il tirocinio stanno organizzando una mostra sulla schiavitù, in particolare sulla tratta atlantica. Mi hanno dato il compito di scegliere alcuni volumi per ragazzi, in quanto la mostra si rivolge prettamente alle scuole medie e superiori.

“Oh, Freedom!” parla di Tommy, 11 anni, schiavo assieme a tutta la sua famiglia in una piantagione. Un giorno, Tommy incontra uno strano individuo e lo porta dai suoi genitori: si tratta di Peg Leg Joe, un uomo che promette di portarli alla libertà. La storia è quella della fuga di Tommy e della sua famiglia verso il Canada, verso una vita dove non saranno più schiavi.

Devo fare una premessa: il libro è carino, scritto in modo discreto e si legge velocemente, ma… In Italia siamo davvero indietro per quanto riguarda le “own voices”, ovvero scrittori che queste cose le hanno vissute o discendenti degli stessi. Tocca sempre leggere l’italiano che racconta una storia che non gli appartiene. Sia io che le persone dell’associazione culturale Hamelin, con cui la Biblioteca Cabral, dove svolgo il tirocinio, sta collaborando, eravamo perplessi sul proporre “Oh, Freedom!” e “Oh, Harriet!” ai possibili lettori; probabilmente verranno proposti altri libri.

Comunque, per parlare prettamente del libro… La storia è carina e mi è interessato il fatto che, invece di descrivere bene i luoghi della Underground Railroad, D’Adamo si sia concentrato sulle emozioni dei personaggi. Per un giovane lettore, probabilmente, la paura di Tommy e dei suoi famigliari e l’odio dello schiavista sono pregnanti. Il finale è scontato, e per me è una lettura troppo infantile, ma per un giovane lettore alle sue prime esperienze di lettura forse è un buon (non ottimo) libro da cui cominciare.

Ho apprezzato molto anche l’uso delle canzoni e del banjo da parte di Peg Leg Joe, che hanno reso il tutto un po’ più realistico: sono canzoni reali, che venivano utilizzate dagli schiavi per comunicarsi la via verso la libertà. Alla fine del libro ci sono anche dei link per andare ad ascoltarle.

Un’altra nota abbastanza positiva è il punto di vista dello schiavista, che però viene praticamente caricaturizzato e perde quella forza che avrebbe potuto avere.

Per quanto riguarda i personaggi, non ce n’è nessuno che si sia distinto dagli altri in modo netto, ma se dovessi scegliere il mio preferito sarebbe Peg Leg Joe. Tommy è molto infantile, come forse è giusto che sia, e non sono riuscita a legarmi a lui come avrei voluto.

Insomma, nel complesso è un buon libro per introdurre vari temi ma, purtroppo, proprio come detto dai membri di Hamelin, per avere delle letture davvero ottime sul tema della schiavitù bisogna andare sugli stranieri.
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thereadingpal | Jun 14, 2022 |
Child slavery is a rough topic, so I wasn't expecting to enjoy this book, but my main objections to it are the voice, which is not particularly believable as the voice of a child, and the fact that it is unrelentingly depressing. I think it's fair for it to be unrelentingly depressing given the subject matter, and maybe other people would find Iqbal's story inspiring. This particular book just really didn't work for me.
 
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jennybeast | 23 autres critiques | Apr 14, 2022 |

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