Laura Cappugi
Auteur de L' arte crudele della guerra: armi, assedi e battaglie nelle guerre dei Greci e Romani
Œuvres de Laura Cappugi
L' arte crudele della guerra: armi, assedi e battaglie nelle guerre dei Greci e Romani 3 exemplaires
Gli straordinari racconti del museo 3 exemplaires
Una storia in giardino... tra pomodori, origano, basilico... e un simpatico cane di nome Blof! 2 exemplaires
Un museo per gioco: percorso interattivo di visita alle collezioni del Museo archeologico regionale Antonino Salinas 1 exemplaire
Eros 1 exemplaire
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Ho cercato in rete e ne ho trovato una copia su ebay.
Così ho scoperto che nel 1996 a Mazara del Vallo si è provato a pensare a un originale Museo del Mare, un museo che non mi sembra sia mai stato realizzato. Se si esplora il testo della proposta di Antonino Cusumano l'originalità non appare subito evidente. Sembra una bella idea ma l'aspetto innovativo non emerge subito. Bisogna guardarsi attorno - come in fondo fanno i fotografi cui si devono le immagini del libro - per accorgersi che un museo come quello ipotizzato non c'è, non è mai stato fatto. Esistono musei sui tesori che il mare custodisce o ha custodito (quello dell'Elba per esempio), musei sulla navigazione come quello di Genova o quello di Napoli, musei sulla Marina (come quello di Venaria Reale), ma un museo, come quello proposto, sul rapporto tra una città, la sua popolazione e il mare non l’ho trovato.
Le fotografie, che rappresentano l'anima del libro, propongono sguardi non comuni. Laura Cappugi, in uno dei testi che accompagnano le fotografie, scrive: “C’è un mare senza uomini, ci sono navi senza mare. Rimane un’immensa bellezza, rimane il suo potere su di noi di incantare ed evocare”. Nelle fotografie che Serra propone gli uomini non ci sono; di loro restano solo i manufatti. I suoi controluce inducono a non fermarsi a guardare le luci ma a osservare attentamente anche le molte ombre di un paesaggio che spesso viene arbitrariamente associato al sole; D'Andrea invece ci spinge a guardare ai relitti, ai frammenti di memoria ad essi associati, all'attività di smantellamento che li cancella. Tutto sembra proprio invitare a pensare un luogo in cui custodire la memoria, un luogo in cui esplorare le oscurità, un luogo in cui ascoltare il silenzio del mare. Scrive ancora Cappugi: “Con le navi che vanno a morire, forse muore un poco alla volta anche la nostra memoria del mare e degli uomini del mare”. E qui mi sembra emerga un altro tema che in fondo spesso ci sfugge: la cura. Nei confronti dell’uomo, della memoria che ne abbiamo, ma anche del mondo che permette all’uomo la vita e ne supporta l’identità.
In questo quarto di secolo che ormai è trascorso molte navi sono andate a morire. E non solo navi da pesca, come quelle ritratte da D’Andrea, ma anche barconi che hanno trasportato il loro umano carico di migranti. Molti di quei migranti sono passati proprio da Mazara. Come sarebbe ora il Museo del Mare se fosse stato realizzato? Cusumano nel suo progetto immagina un museo diffuso. A me piace immaginare che una parte di questo museo sia stato realizzato e che sia ospitato a Lampedusa. Ma è dedicato solo a un aspetto della vita di questa popolazione; sarebbe importante recuperare almeno una parte dell’idea originaria.… (plus d'informations)