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Œuvres de Jill Abramson

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Un libro bellissimo.
Tutto statunitense, costruito su due media vecchio stile (Washington Post e New York Times) e due nuovi media (Vice e Buzzfeed) e su come questi media abbiano affrontato il cambiamento nella "preparazione" delle notizie derivante da Internet e dai social media.
Quello che mi ha stupito e che si parla ANCHE di giornalismo e di giornalisti, in terza o quarta battuta. Prima ci sono la tecnologia, la modalità di comunicazione, i mezzi per la raccolta dati,....
Libro molto bello, che consiglierei a chiunque "da grande" volesse fare il giornalista.… (plus d'informations)
 
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sbaldi59 | 7 autres critiques | Oct 26, 2022 |
nonfiction / raising/training a puppy memoir (golden retriever)

drags a little bit, but fine if you're looking for stories about puppy training.
 
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reader1009 | 44 autres critiques | Jun 2, 2022 |
In un libro importante, per foliazione e contenuti, Jill Abramson, prima donna a ricoprire il ruolo di direttore del New York Times, prova a fornire una originale lettura del momento attuale del mercato dell’informazione negli Stati Uniti. E lo fa partendo, da brava giornalista, dai fatti, dalle storie di due colossi storici dell’informazione a stelle e strisce, il New York Times e il Washington Post, e due siti di informazione di grande successo, Vice e BuzzFeed. L’autrice racconta le storie dei giornali, degli editori e dei giornalisti, e partendo dalle storie riesce a dare un senso alla direzione del mercato delle notizie. Iniziando dalla demolizione del concetto dell’informazione gratuita sul web che ha creato danni difficilmente recuperabili per gran parte delle imprese editoriali. La chiusura di centinaia di quotidiani storici e la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro è stata probabilmente frutto dell’incapacità da parte degli editori e dei manager di leggere il futuro del web e di comprendere le vere opportunità del digitale, troppo legati a schemi desueti e dalla facilità di risolvere i problemi con i tagli. I nuovi siti d’informazione, nativi digitali, hanno invece imposto i loro modelli che macinavano enormi numeri che hanno da subito attirato capitali importanti. Ma vedendo, invece, il conto economico l’impressione è che dietro quei numeri ci fosse l’interesse della grande finanza a trovare facili guadagni nella compravendita dei titoli piuttosto che nel rendimento dell’impresa. Un libro importante che consente delle serie riflessioni sul momento del mercato editoriale negli Stati Uniti e, di conseguenza, in prospettiva in Europa. Un viaggio interessante nel cuore dell’informazione mondiale.… (plus d'informations)
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grandeghi | 7 autres critiques | Mar 15, 2022 |

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