One of the best books I have read about the Web. ( )

Allora è vero. L’ha detto finalmente anche Lui, il Papa: troppa comunicazione fa male! Me lo aspettavo. Ho citato lui, Benedetto XVI che se ne intende. Ma desidero anche citare una mia vecchia, cara zia, che è ancora da queste parti, vicino ai cento anni. Soleva dire, quando c’era ancora, intendo quando era ancora in sé: “Anche il veleno, purché sia poco, non fa male”. Insomma il classico “q.b.” dei medici: “quanto basta”. Il problema sta proprio là: “quando” dire basta e ... “quanto” basta?

Nel mondo della comunicazione contemporanea “i piccoli pezzi” non finiscono mai di essere messi insieme. Mi riferisco ai "small pieces loosely joined" della teoria del web di David Weinberger messa su qualche anno fa. Il libro è stato tradotto in italiano col titolo di "Arcipelago Web". Quei "pezzettini" sono sempre più sparsi intorno, sono impazziti addirittura. Si stringono sempre di più alla gola di chi vive questo nostro tempo virtuale. Il rumore diventa sempre più assordante, il senso si scioglie e si diluisce, le immagini aumentano a dismisura e diventano illusioni. Tutto accade contemporaneamente, nulla resta. Insomma è il vecchio “tutto scorre”. Un giorno o l’altro anche io scorrerò definitivamente, come lui, e lui come gli altri. Ma nessuno sembra rendersene conto. E allora che facciamo? Ci fermiamo? Spegniamo le TV e i computer? Chiudiamo i giornali o la bocca dei giornalisti? E poi chiudiamo noi, bloggers, forumisti, chatters, gossippari, ipoddari, facebookisti, twitteriani. E dove ce ne andremo? Cosa faremo? Nel frattempo riascoltiamoci un pò di rumore con Raffaella Carrà ... ( )

Small Pieces Loosely Joined: A Unified Theory Of The Web was as philosophical as it sounds. The view of the web presented here is very abstract, focusing on the way the web has (according to the author) caused people to re-define fundamental concepts such as space, time and togetherness. I found a lot of the evidence he offered in support of these views self-evident although I'm still not sure I agree with his assertion that we view time differently because of the internet. I do, however, agree with his final point which is that the internet in many ways allows people to interact in a more intuitive way than we can in the real world. I think the book would have been better had he focused more on this point throughout.

Read more here... ( )

Fascinating read. It was written in 2002 and yet in a way it prophesizes the web2.0 (social web) as if it were already in fulls swing as it is now 5 years later.Not technical and very interesting. ( )

The cover of my copy of the book has a quote from Don Norman, "Small pieces provides the best of all combinations: deep, thoughtful commentary written as light, easy reading". I'd go along with that for the first three-quarters of the book, which provides case studies of life on the web with occasional references to philosophy to throw light on them. The last part of the book is more of an attempt to write 'plain language' philosophy with occasional references to the web, and it's less successful. Still, this is an excellent set of reflections on the not-so-obvious ways the web is changing how we live and think. ( )