Adult Graphic Novel
Slaughterhouse-Five
by Ryan North
Archaia (2020), 192 pages

I love the original novel and enjoyed the graphic adaptation as well, however I don't think this is as well done as the orginal work. ( )

I haven’t read the original, but I get the impression this is a masterful adaptation. ( )

I have wanted to pick up Slaughterhouse-Five for years, ever since I was given 1984 in high school instead of this book. I had always been interested in what I missed out in reading this book, and lucky for me NetGalley had the graphic novel version of this book!

I thought this was a great way to present the story, even if I haven't read the original work. If I had options like this way back in my high school days then it would have made reading some of these classics way more entertaining! I'd highly recommend educators and students grab books like these to add a little spice and fun to your reading lists.

I really enjoyed the illustrations, and I found the book really intriguing and well done.

Three out of five stars.

Thank you to NetGalley and BOOM! Studios for providing me a free copy of this book in exchange of an honest review. ( )

Wonderful treatment of the source material with thought-provoking art. ( )

Nel 1989 – 20 anni dopo la pubblicazione del libro di Vonnegut – è uscita la canzone di Billy Joel “And so it goes”. Difficile non associare queste due opere anche se sembrano decisamente distanti.

Mi piacerebbe sapere se l’autore della canzone è stato in qualche modo influenzato dalla frase così ossessivamente ripetuta nel libro. Sarebbe carino, anche perché due strofe ricordano i temi affrontati da Vonnegut:

And every time I've held a rose
It seems I only felt the thorns

e

And this is why my eyes are closed
It's just as well for all I've seen

Hanno un bel dire i tralfamadoriani. Come se fosse una cosa semplice - e persino un po’ banale - ignorare le spine delle rose. Che ci vuole! “Passiamo l’eternità guardando i momenti piacevoli”, dicono, come se in ogni vita ci fossero così tanti momenti piacevoli da poter riempire tutto il tempo e poter così tenere gli occhi ben aperti, per poterli guardare tutti.

Guardo ai momenti della mia vita e cerco di vederli come un tratto delle montagne che chiudono l’orizzonte a ovest. Le vedo tute insieme ma sento che manca qualcosa. Manca ciò che sorgerà a est, ciò che sta sorgendo. È curioso ma a differenza di quanto accade ai tralfamadoriani, per noi terrestri è proprio così: guardare al futuro è essere ciechi, abbacinati dalla luce di ciò che sta sorgendo. Solo se si guarda a ovest sembra di poter distinguere le cose e verde i momenti tutti insieme.

Ma c’è ancora questa cosa che ci distingue: solo chiudendo gli occhi possiamo provare a non vedere l’orribile che abbiamo vissuto o che stiamo vivendo.

Come sarebbe bello poter dire: no, non è così che vanno le cose.